La grattachecca e il Titanic
quando l'esame è una follia

E alla Sapienza scoppia la polemica: "Annullate l'esame"

 la Repubblica, 10.9.2011

Ma la Sora Maria come la fa la grattachecca? Col cioccolato o con il limone? Vasco Rossi quando è triste cosa scrive su Facebook? E cosa è la quarta parte del Codex Calistinus? Se non sapete rispondere a queste domande le vostre possibilità di diventare infermieri, ostetriche o fisioterapisti si riducono notevolmente.

Almeno alla Sapienza di Roma, dove i quesiti sono stati inseriti nel test di ammissione alle professioni sanitarie, tenutosi giovedì scorso, scatenando l'ira (e l'angoscia) degli 8 mila partecipanti.

A scandalizzare è stata soprattutto una domanda di cultura generale. Questa. «Nei pressi del liceo Tacito di Roma si trova la grattachecca di Sora Maria, molto nota tra i giovani romani. Sapresti indicare quali sono i gusti tipici serviti?». Seguiva risposta multipla. Il punto è che gli studenti non romani si sono lamentati perché quasi tutti ignoravano cosa fosse la grattachecca. A Roma tutti sanno che è ghiaccio grattato da un blocco unico, con aggiunta di sciroppo. Ma agli studenti che vengono da Reggio Calabria, Napoli o Bari questo termine romanesco è sfuggito, e si sono confusi. L'Udu, il sindacato universitario, da sempre critico verso il metodo di selezione coi quiz ha annunciato che farà un ricorso collettivo, dopo che il caso è stato segnalato dal sito di Repubblica.it che ha ricevuto l'email di una studentessa.

«Era una domanda a cui avrebbe saputo rispondere anche un coglione - ha replicato il rettore della Sapienza Luigi Frati - solo una delle quattro risposte possibili aveva un senso logico, perché nelle altre erano inseriti dei gusti improbabili, come zabaione o cioccolato. Tutti i giovani conoscono cos'è la grattachecca. Giusto a Milano non la conoscono, ma non mi risulta che abbiano partecipato lombardi al test. L'Udu - prosegue - fa ricorsi ogni anno, così il loro avvocato incassa i soldi degli studenti. Ma chi risponde bene a tali domande di cultura generale, ci dicono i dati, sono sempre quelli che vanno meglio durante l'anno accademico. Anche chiedere agli studenti di completare una frase di Vasco postata su facebook ha senso». «I quiz sono inutili - sostiene invece Claudio Cricelli, presidente della Società italiana dei medici generici - non si valuta l'attitudine alla professione. Sono delle lotterie».

Sfogliando gli ultimi test svolti, si scopre che in quello per medicina all'università Federico II di Napoli spunta questa domanda: «In un circuito elettrico un nodo è il punto in cui: a) sono collegate tra loro due capacità, b) convergono almeno tre rami, c) sono collegate una resistenza e una induttanza, d) convergono più di due terminali». Difficile vedere il nesso con la futura professione. Così come non è chiaro perché si chieda a chi vuol entrare a medicina il significato della parola «prosopopea». Perché poi un neodiplomato che vuole diventare dentista dovrebbe sapere questa, inserita nel test 2010-2011: «In corrispondenza di quale fase si può verificare un'eclissi di Luna? Plenilunio, novilunio, primo quarto, ultimo quarto o in quadratura?». E, infine, è così importante per i futuri veterinari conoscere come è affondato il Titanic?