L'intervento

I folli quiz per presidi

 Pasquale Almirante La Sicilia, 18.9.2011

Se lo avessero fatto apposta probabilmente non ci sarebbero riusciti, tuttavia è tanto evidente l’accanimento nell’errore da fare sorgere il sospetto di una evidente propensione al masochismo, visto che sicuramente i contenziosi tra il Miur e buona parte di docenti che saranno esclusi dal prossimo concorso a dirigente scolastico nasceranno come funghi.

Come è noto, il 12 ottobre scatta la preselezione, a carattere regionale, tra gli oltre 40mila candidati per ricoprire 2.386 posti di preside in tutta Italia e già si coglie la prima deroga al bando che l’aveva invece fissata al 5. Lo slittamento di una settimana è poco significativo, più grottesco è stato invece la proroga dal 16 al 19 agosto del termine ultimo per inoltrare la domanda che in un primo tempo aveva fatto pensare a un rinvio generalizzato, sennonché troppo tardi troppo si è capito che riguardava solo una certa categoria di aspiranti, per cui tutti coloro che si erano attardati su questa ambigua notizia si vedranno esclusi.

Roba da burocrazia spicciola, si potrebbe dire, se dal primo settembre a oggi, da quando cioè il Miur ha pubblicato la batteria dei 5.750 test da cui a ciascun candidato ne verranno consegnate 100, non si fosse scoperto man mano una serie invereconda di errori di ogni tipo: di grammatica, di sintassi, di contenuto, di esposizione, di ambiguità, opinabilità così via. Un museo dell’errore che sarà concentrato in un libro di 1.700 pagine che sarà consegnato a ciascun candidato insieme al foglio con i 100 quiz a risposta multipla dove troverà i riferimenti da spulciare nel fatidico libro: in 100 minuti dovrà rispondere positivamente, per essere ammesso al concorso vero e proprio, ad almeno 80 quesiti.

Se appare fantascientifico fare tutte queste operazioni in cento minuti, più straziante è invece, per il corretto svolgimento del concorso, il fatto che i 5750 quiz siano venuti a conoscenza di molti professori ancora prima della data fissata per legge, il primo settembre, tant’è che la polizia postale sta indagando su questa stranissima fuga già denunciata ai primi di luglio.

Quando dunque Gelmini parla di serietà e di merito dovrebbe riflettere, mentre dovrebbe dire al più presto le modalità di formulazione dei test, chi è stato l’estensore e quali indicazioni ha avuto, chi ha vigilato. Ma domanda delle domande : saranno veramente corretti gli oltre mille quesiti formulati a casaccio? E visto che molti ne sono venuti in possesso fuori dalla legge, non c’è già vizio sul nascere per annullare tutto in radice?