CRONACA
Precari scuola in sciopero della fame La protesta è arrivata al sesto giorno. Hanno trascorso le notti dentro un auto parcheggiata davanti l'ufficio scolastico a Ragusa. Fra loro un cardiopatico di 45 anni. Altri tre manifestano a Palermo, davanti al palazzo della Regione la Repubblica ed. di Palermo, 4.9.2011 Stanchi, debilitati nel fisico ma determinati ad andare avanti fino a quando non otterranno il posto di lavoro, mentre cresce attorno a loro la solidarietà da parte della gente ma anche di alcuni politici. Per sei precari siciliani è ormai il sesto giorno di sciopero della fame contro i tagli alla scuola: tre di loro sono finiti in ospedale a Ragusa, mentre i loro colleghi che protestano a Palermo non mollano il presidio davanti al Palazzo della Regione siciliana, una tenda dove oggi è comparso un disegno con cui Alessandro, 6 anni, raffigura il dramma del padre. Pietro Aprile, Vincenzo Sigura e Giuseppe Agosta, che trascorrono le notti dentro un auto parcheggiata davanti l'ufficio scolastico in via Giordano Bruno a Ragusa, stamattina sono finiti in ospedale. Stavano male e sono stati convinti a sottoporsi ad accertamenti. "Adesso va meglio - dice dall'ospedale Pietro Aprile, cardiopatico di 45 anni e 2 figli a carico - I medici ci hanno fatto dei prelievi e iniettato delle flebo. Staremo in osservazione ancora per un pò, non appena saremo dimessi torneremo al presidio per continuare la protesta". I tre sono decisi a non mollare. "La nostra è una battaglia in difesa della scuola pubblica siciliana - sostiene il collaboratore scolastico - bistrattata dai pesanti tagli della riforma Gelmini e penalizzata dalla manovra finanziaria". A 290 Km di distanza, tanto separa Ragusa da Palermo, Calogero Fantauzzo, Pietro Musso e Filippo La Spisa portano avanti lo sciopero della fame cominciato il 30 agosto, lo stesso giorno dei colleghi di Ragusa, con i quali sono in contatto. La routine quotidiana viene rotta da quanti regalano solidarietà e assistenza ai tre precari. Alessandro, 6 anni, ha scelto di donare al padre un disegno. "E' venuto a trovarmi insieme a mia moglie e al fratellino - racconta il padre, Calogero Fantauzzo - Ha disegnato la mia protesta. Mi ha detto: papà questo sei tu e me lo ha consegnato". "Lui sa il motivo per cui sono qui - prosegue commosso - e ricorda perfettamente che nel 2009 ho partecipato a iniziative simili". "Mi sono emozionato - aggiunge - So che per i miei figli questa vicenda è un trauma, spero resti solo un ricordo lontano col tempo e di trovare presto stabilità economica". Guarda Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana. "Le istituzioni sono latitanti - afferma Fantauzzo - ma non ci sentiamo soli. Associazioni, esponenti del mondo politico e cittadini si sono uniti alla nostra protesta". E avverte: "Non ci fermeremo fino a quando non avremo risposte e se non arriveranno andremo a incatenarci a Roma, davanti il ministero della pubblica istruzione". |