Scuola e ragazzi disabili. Pioggia di ricorsi da parte delle famiglie che si rivolgono al Tar per ottenere il sostegno l'Unità, 17.9.2011
C’è una battaglia
drammatica, che i genitori di bambini e ragazzi disabili, stanno
combattendo a colpi di ricorsi. Per difendere il diritto allo studio
dei loro figli. E ottenere ciò che i tagli indiscriminati del
governo negano: un insegnante di sostegno, che aiuti i loro figli a
integrarsi in classe, per tutte le ore di cui hanno bisogno. I
ricorsi sono diventati un fenomeno di massa. «È quello che
consigliamo a tutte le famiglie con ragazzi disabili: appellatevi al
Tribunale amministrativo », racconta Rolando Alberto Borzetti, padre
di un ragazzo disabile e moderatore della mailing list di Edscuola,
dedicata alla scuola e alla disabilità tra i banchi. Solo che,
ormai,nemmeno le sentenze bastano. Quelle danno ragione alle
famiglie. E indicano anche il numero di ore che spetta a ciascun
ragazzo disabile, in base ai certificati medici presentati. E però
poi gli insegnanti di sostegno assunti dal ministero non bastano.
La famiglia di un
bambino diversamente abile ha fatto ricorso per assicurare al
proprio figlio la presenza dell’insegnante di sostegno per tutto il
tempo scuola. Il ricorso è stato vinto e obbliga la scuola ad
assicurare le 30 ore al bambino», scrive nella mailing list di
Edscuola la responsabile del «gruppo H» di quella scuola, che si
trova in Veneto. L’ufficio scolastico provinciale, per ora, non ha
abbastanza insegnanti per coprire anche quelle trenta ore. E allora
che fare? Dare attuazione alla sentenza e togliere ore di sostegno
agli altri ragazzi disabili che frequentano la scuola? Oppure
dividere gli insegnanti in modo da dare a tutti i ragazzi un po’ ma
non tutte le ore? In realtà, come le rispondono i moderatori, questo
è solo uno dei tanti casi. La coperta è corta. E a restare senza
sono i più indifesi. Co stretti a una guerra tra poveri a cui si
ribellano. Anche per questo - racconta Borzetti - stanno prendendo
piede i ricorsi collettivi. Meglio unirsi e insieme dare battaglia
agli Uffici scolastici provinciali. E al ministero. «Ma gli
insegnanti di sostegno sono 94mila quest’anno, 3.500 in più dello
scorso», ripete il ministro Gelmini.Come a dire: quelli sono e
quelli devono bastare. I ragazzi disabili però sono più di 200mila.
E soprattuto ogni caso va valutato a sé. Perciò non ha senso a
priori un tetto al numero di insegnanti di sostegno. Comeha
stabilito la sentenza della Corte Costituzionale del 26 febbraio
2010. Ogni ragazzo che ne ha bisogno, ha diritto al sostegno, per
tutte le ore che gli sono necessarie. E il numero di insegnanti di
sostegno necessari è quello che non lascia scoperto, di volta in
volta, neppure un ragazzo. Secondo l’associazione Tutti a scuola, ci vorrebbero altri 65mila insegnanti di sostegno per garantire a ogni ragazzo disabile che frequenta la scuola italiana quel diritto allo studio che la Costituzione gli riconosce. Per pagare quei docenti ci vorrebbero tre miliardi. Tanti? Pochi? «Bisogna trovarli, è una spesa necessaria che non ammette tagli », avverte Toni Nocchetti, presidente dell'associazione Tutti a scuola Onlus, che è scesa in piazza davanti al Parlamento per protestare. E gridare al governo di dimettersi se non è capace nemmeno di assicurare i diritti fondamentali ai più deboli. Come confermano le cronache della scuola italiana in questi primi giorni dell’anno scolastico. E non sono solo gli insegnanti di sostegno che mancano. Colleferro, in provincia di Roma. Un’insegnante denuncia una situazione «davvero critica, anzi esplosiva». In una classe della sua scuola, l’Its Cannizzarro, ci sono 37 alunni: due di loro sono disabili. E avrebbero bisogno, anzi diritto a una classe con non più di 20 ragazzi, se la parola «integrazione » ha ancora un senso. E se i criteri stabiliti dallo stesso ministero dell’Istruzione hanno ancora validità. Altrimenti - avverte l’insegnante di quella scuola pollaio - «è il diritto allo studio che viene negato». |