Dobbiamo credere nel nostro Paese
e investire nella scuola pubblica

di Lucio Ficara, 3.8.2011

Siamo arrivati all’avvio di un nuovo anno scolastico. Anno scolastico nuovo ma problemi scolastici vecchi. Noi docenti Riprendiamo la nostra missione più demotivati che mai. Il nostro contratto è scaduto nel 2009 e gli scatti di anzianità acquisiti sul campo sono stati bloccati fino al 2014. Mentre l’inflazione galoppa verso il 3% e il potere d’acquisto dei nostri miseri stipendi è diminuito del 7%, si tenta chirurgicamente di cambiare la parte giuridica del nostro contratto e quindi i nostri diritti, con decreti leggi , decreti ministeriali e disegni di legge. In questi ultimi anni si è fatto un grande uso politico del “Mantra” liberatore e purificatore di tutti i problemi che affliggono la scuola italiana.

Il ministro Brunetta ci avrebbe dovuto liberare dai fannulloni, il ministro Gelmini avrebbe dovuto far salire in cattedra il merito e il ministro Tremonti avrebbe dovuto tagliare gli sprechi. Invece, mentre i fannulloni continuano a fare il loro mestiere tranquillamente e indisturbati, e vorrei dire che per fortuna nostra sono pochi, dell’agognato merito nemmeno l’ombra. Il risultato finale di questa epocale riforma della scuola è quello che fannulloni e meritevoli hanno avuto lo stesso trattamento giuridico-economico, ovvero lo strangolamento dei diritti pattuiti e il blocco economico dei salari.

I finanziamenti per l’autonomia scolastica, carburante essenziale per l’organizzazione della scuola, sono stati fortemente ridotti: sono passati dai 258 milioni del 2001 agli 88 milioni di oggi. Ad maiora! Come specchietto per le allodole, per poter affrancarsi politicamente, il governo si vanta delle assunzioni a tempo indeterminato, dimenticando di dire che sono state autofinanziate dagli stessi precari, che avranno un blocco economico di 9 anni e un blocco della mobilità interprovinciale per 5 anni , si vanta ancora che si sta espletando il concorso per 2386 posti per Dirigente Scolastico , ma si dimentica di dire che al contempo si sono tagliati 3000 presidenze e si sta abusando dell’istituzione della reggenza.

Ma noi docenti, non siamo allodole, sappiamo comprendere benissimo ciò che accade intorno a noi e sappiamo giudicare, senza alcun pregiudizio, il valore dell’azione politica rivolta al settore della scuola pubblica e della ricerca scientifica. Un paese sano e con un grande senso civico ed etico, investe e punta molto sul settore della conoscenza, per poter essere competitivo e rispettabile. Ai ragazzi che fra qualche giorno inizieranno il nuovo anno scolastico, dico di studiare e credere profondamente nella formazione che ricevono dai loro docenti e che l’Italia non è , come sostiene in un momento di amarezza il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri, un Paese di “merda”, ma è stato e dovrà continuare ad essere un grande Paese. Un Paese che ha molto bisogno della cultura e del sapere, che voi giovani saprete cogliere studiando e crescendo nella nostra scuola pubblica.

 

Lucio Ficara
lucio.ficara@fastwebnet.it