Alunni stranieri in costante crescita di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola, 3.9.2011 Ricerca nazionale della Fondazione “Leone Moressa": +7% in un anno e +81,1% dal 2005. Alle primaria sono l’8,7%, alle superiori il 5,3%. A Prato, Mantova e Piacenza la maggior incidenza sul totale: il 20%. Focus sui 15enni: prediligono tecnici e professionali, solo uno su tre vorrebbe laurearsi. Sale in modo costatante il numero di alunni stranieri nelle scuole italiane: stavolta a sostenerlo sono i curatori di una ricerca nazionale realizzata dalla Fondazione “Leone Moressa”, secondo cui l’innalzamento di giovani di origini non italiane riguarderebbe in particolare le scuole primarie del Nord. Gli incrementi sono relativi alle differenze riscontrate tra 2009 e 2010, quando complessivamente nelle scuole italiane risultavano iscritti 673.800 stranieri, il 7,5% del totale degli iscritti, segnando una crescita complessiva del 7% nell`ultimo anno e dell`81,1% rispetto al 2005. Tra tutti gli ordini scolastici, quello delle primarie fa registrare la maggiore incidenza degli stranieri sul totale degli iscritti: 8,7%. Segue la scuola secondaria di primo grado con l`8,5%, la scuola dell`infanzia con l`8,1% e la secondaria di secondo grado con il 5,3%. Fatta eccezione per la scuola dell`infanzia, la quasi totalità degli alunni stranieri è iscritta a una scuola pubblica. Ma è la scuola superiore ad aver visto aumentare maggiormente la presenza di alunni stranieri. A livello di grandi città, gli studenti stranieri preferiscono le province di Milano, Roma, Torino e Brescia. Nel capoluogo lombardo, ad esempio, si registrano 11.096 iscritti alla scuola dell'infanzia, 18.753 alla primaria, 11.244 alle medie e 12.203 alle superiori. Ma sono Prato, Mantova e Piacenza le province dove si registra la maggior incidenza di alunni stranieri sul totale degli alunni. Mentre Piacenza primeggia per le scuole superiori, a Prato alla primaria ed alle medie uno studente ogni cinque è straniero; una percentuale che a Mantova vale anche per la scuola d’infanzia. La Fondazione si è poi soffermata sui 15enni di origini non italiane, partendo dall`indagine Ocse Pisa realizzata nel 2009: ebbene, in Italia la maggior parte è di prima generazione e, tra loro, più della metà è arrivata nel nostro Paese da meno di sei anni. Da un punto di vista quantitativo, sempre rimanendo su questa fascia d’età, il 5,1% è straniero, di cui il 3,9% è di prima generazione e l`1,1% di seconda. Tra i primi, la maggior parte è arrivata in Italia dopo aver compiuto il nono anno di età (25,3% dai 9 agli 11 anni, il 23,0% dai 12 ai 14 anni e il 2,4% a 15 anni compiuti), entrando quindi in età già avanzata nel sistema scolastico. Si tratta di 15enni che frequentano molto spesso istituti tecnici (29,6%), e professionali, nel 30,3% dei casi (mentre il 45,6% degli studenti italiani frequenta il liceo), e quindi aspirano a titoli di studio più modesti rispetto ai compagni italiani, dato che appena uno su tre vorrebbe laurearsi. Una differenza di base confermata anche per il post-diploma: gli italiani pensano infatti di conseguire la laurea specialistica e il dottorato (nel 41,6% dei casi) o la laurea triennale (9,0%), a fronte, rispettivamente, di appena il 26,7% e il 6,3% degli stranieri, che pensano piuttosto di conseguire il diploma di scuola superiore (34,4%) o la qualifica professionale (25,8%). |