Scuola digitale: la Corea del Sud da Tuttoscuola, 26.9.2011 Non paga di essere in testa in quasi tutte le classifiche internazionali che comparano i risultati dell’apprendimento scolastico, o forse proprio per consolidare questo primato, il governo coreano ha deciso di investire 2,4 miliardi di dollari (circa 1,8 miliardi di euro) nella digitalizzazione integrale delle scuole primarie: entro il 2015 tutti i materiali didattici saranno disponibili in rete e potranno essere scaricati sui computer, o più precisamente sui tablet di cui saranno dotati tutti gli alunni coreani di questo livello di scuola. Presumibilmente si comincerà dalla classe prima, e nel giro di cinque anni (2020) tutti i bambini coreani impareranno a leggere e a scrivere soltanto in formato elettronico, anche se l’insegnamento della scrittura (a mano) non sarà del tutto abbandonato, almeno fino a quando l’intero sistema di istruzione, compresa quella superiore, non avrà adottato gli stessi sistemi. Molti Paesi, compresa l’Italia, hanno in corso iniziative sperimentali che vanno in direzione dell’e-learning, e sono in aumento i materiali didattici scaricabili (in genere a pagamento) dai siti di varie case editrici, ma gli alunni coinvolti sono una minoranza. La Corea del Sud ha invece deciso di generalizzare le sperimentazioni già avviate compiendo un gesto di rottura con il passato. Fino al 2015 saranno messi a punto i materiali e si procederà a fornire i tablet agli alunni mentre sarà attuato un imponente piano di formazione iniziale e in servizio per gli insegnanti. Ciò spiega la notevole dimensione della spesa, i citati 2,4 miliardi di dollari, che però per una buona parte - dalla produzione dei testi all’acquisto dei tablet e delle lavagne elettroniche alla formazione dei docenti - avranno la natura di investimenti una tantum, a utilità pluriennale. I benefici sul piano dei livelli di apprendimento potranno essere valutati solo a distanza di anni (non tutti gli esperti concordano sul punto), ma quelli economici saranno certamente rilevanti perché i costi dell’editoria elettronica sono nettamente più bassi di quelli della carta stampata. Per fare un esempio ‘italiano’, la spesa attuale sostenuta dal Ministero per finanziare l’acquisto dei libi di testo nella scuola dell’obbligo supera i 103 milioni. Se si adottasse il modello coreano la spesa scenderebbe notevolmente. Si può stimare a meno di un terzo, considerando la differenza che già attualmente separa il prezzo di un libro stampato da quella della sua versione elettronica. Sempre che si operi in regime di concorrenza. |