ISTRUZIONE SENZA RISORSE

Scuole in funzione grazie alle collette

Manca tutto: sapone, carta igienica, penne, seggioloni
E i presidi chiedono il «contributo» alle famiglie

Samantha Dell’Edera* Il Corriere della Sera, 27.9.2011

BARI - Carta igienica, sapone, pennarelli, giocattoli e persino i seggioloni per i più piccoli. A contribuire al funzionamento delle scuole pugliesi ci sono le famiglie. Da Foggia al Salento: le richieste sono le più varie, e se nella maggior parte dei casi vengono viste come «azioni di volontariato», non mancano esempi di presidi che pretendono per le elementari e le medie il contributo di iscrizione, rilasciando la ricevuta ai bimbi.

BARI E BAT - A insospettire di più i genitori non sono tanto i pacchi di carta igienica o di sapone che ogni anno devono portare in classe, quanto il cosiddetto contributo volontario, già conosciuto per le superiori. Si tratta di una piccola tassa che raggiunge anche i 30 euro e che ormai si sta diffondendo negli istituti elementari e nelle medie. In quanto scuole dell’obbligo, questo tipo di «contributo» non dovrebbe essere richiesto alle famiglie, ed è vietato dal ministero. Ed invece ci sono scuole in cui non solo viene richiesto al momento delle iscrizione, ma viene imposto anche a chi non se lo può permettere. Con professori che invitano i bimbi a reclamare i soldi a casa, altrimenti «non riceveranno la ricevuta» come tutti gli altri. Storie di quotidianità in una scuola barese sul lastrico, per la mancanza di soldi. Ci sono famiglie che ad esempio hanno portato ai presidi seggioloni per i più piccoli, pacchi di carta igienica, giocattoli e scatole di sapone. «Non abbiamo altra scelta - raccontano alcuni genitori - e onestamente, nel momento in cui non viene visto come obbligo, lo facciamo senza problemi perché capiamo anche le difficoltà delle scuole. Ma non tutti possono permettersi questi aiuti». L’assessore comunale alla Pubblica istruzione Fabio Losito ha avviato anche un monitoraggio interno per verificare il rispetto delle norme. «Ci sono situazioni al limite - commenta Losito - con scuole che senza quei contributi davvero non potrebbero aprire. Fino ad ora abbiamo verificato che questi aiuti vengano forniti volontariamente e senza alcuna costrizione. Saremmo i primi a denunciarli in caso contrario».

FOGGIA - Situazione analoga per le scuole di Foggia e provincia. Dove sin dalle materne vengono chiesti aiuti ai genitori: carta igienica, carta per le fotocopie, pennarelli. Mancano i soldi per tutto ed è diventata una prassi per le famiglie accompagnare il primo giorno di scuola il proprio figlio, trasportando pacchi di merce varia. Se un tempo infatti le scuole fornivano di liquidità per pagare anche un rotolo di carta igienica, adesso si trovano con le casse vuote.

LECCE - «Sei bottiglie di acqua, tarallini, biscotti e materiale didattico». È la lista della spesa di una famiglia leccese per una scuola materna. Anche nel Salento le attività di volontariato da parte dei genitori sono all’ordine del giorno. «Noi per legge non possiamo chiedere soldi - racconta Mino Rollo, dirigente di un istituto di Squinzano - e in un primo momento le spese per la carta igienica o il sapone le coprivamo noi. Adesso non abbiamo liquidità in cassa e volontariamente qualche genitore ci aiuta». La situazione è uguale a Lecce così come nella provincia. All’appello non mancano solo la carta igienica o i detergenti, ma persino i registri scolastici.

TARANTO - Nessuna notizia ufficiale e conferma pubblica, ma le scuole dell’obbligo si fanno aiutare dalle famiglie soprattutto per il materiale igienico-sanitario. Basta parlare con i genitori in attesa dei figli fuori dagli istituti scolastici per farsi un quadro della situazione. I trasferimenti dello Stato diminuiscono anno dopo anno, i fondi regionali servono a finanziare eventuali progetti e i servizi essenziali come mense, buoni libro e trasporti, per il resto bisogna arrangiarsi. <WC>È<WC1> la gestione ordinaria della scuola la più colpita dai tagli governativi ed è qui che l’istituzione scolastica si rivolge all’istituto della famiglia. I fondi destinati all’autonomia riescono a coprire il minimo indispensabile e non sono sufficienti da anni alle reali esigenze quotidiane delle scuole primarie e dell’obbligo, ma neanche nei licei. I primi ad intervenire sono, spesso, proprio maestri e docenti che acquistano la prima quota di materiale. In seguito non possono sopportare da soli il carico di carta igienica, fazzoletti di carta, saponi, detergenti e, talvolta, anche del materiale didattico. Rivolgersi ai genitori è la carta utilizzata per superare il problema e garantire condizioni di lavoro e attività didattiche compatibili con l’istruzione.


hanno collaborato Cesare Bechis e Antonella Caruso.