IL CASO

Istruzione, Napolitano chiede risorse
I rettori: "Con i tagli gli atenei chiudono"

Il capo dello Stato: "Una scuola moderna ha bisogno di fondi adeguati". Crui sul piede di guerra: dal 2009, finanziamenti calati di oltre il 7%, e l'anno prossimo sarà peggio : "Danni incalcolabili per gli studenti e la ricerca"

di Manuel Massimo la Repubblica, 23.9.2011

ROMA - Il sistema universitario italiano, in stato di sottofinanziamento cronico, non può sopportare ulteriori tagli. Lo sottolinea la Crui (Conferenza Rettori delle Università Italiane) che il 22 settembre ha approvato un parere sullo schema di decreto sul Fondo di Finanziamento Ordinario 2011 messo a punto dal Miur. Un corposo documento, tecnico e accorato, in cui i rettori mettono nero su bianco tutte le criticità ancora sul piatto.

L'allarme della Crui arriva nel giorno in cui il Presidente della Repubblica torna a chiedere risorse adeguate per l'istruzione: Napolitano ha sottolineato la necessità che "non sia riservata alla scuola una collocazione riduttiva, attribuendo una quota chiaramente insufficiente alle risorse per l'istruzione, l'alta formazione, la ricerca". Secondo il capo dello Stato, "proprio nell'affermare criteri di massimo rigore e di effettiva produttività della spesa pubblica, nel mettere mano a una sua profonda revisione e selezione, è possibile e necessario stabilire un nuovo ordine di priorità", in cui la scuola non figuri all'ultimo posto.

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Marco Mancini, presidente della Crui, evidenzia il momento delicato e "finanziariamente difficile" in cui versa il mondo accademico tutto: "Il 2012 è ormai alle porte e gli atenei italiani non sono in condizione di poter sopportare altri tagli: si stanno già facendo grandi sacrifici, un'ulteriore diminuzione del Fondo di Finanziamento Ordinario rappresenterebbe un duro colpo al sistema dell'alta formazione del Paese". Una visione condivisa in toto anche dagli altri rettori, visto che il parere è stato approvato all'unanimità.

"La Crui - si legge nella nota - sottolinea innanzitutto la vivissima preoccupazione dell'intero sistema universitario italiano per i drammatici tagli progressivamente operati sul finanziamento ordinario". Il conto è presto fatto: rispetto al 2009, in termini nominali, le sottrazioni a questo punto sono pari a - 7,48 punti percentuali e, per il 2012, è previsto un ulteriore decremento del - 5,53 per cento. "Questo - sottolineano i rettori - comporterà il blocco di alcuni fondamentali servizi strategici forniti dalle università, con danni incalcolabili per l'utenza studentesca, per l'offerta di istruzione pubblica e per la ricerca".

Il cahier de doléances dei rettori è lungo e molto dettagliato: si osserva come l'impianto del nuovo decreto "non tenga ancora conto di alcuni parametri ai fini di una più equa ripartizione del Fondo" (come finanziamento ordinario per studente e costo-standard); si segnala "il grave ritardo con cui il Miur ha provveduto a rendere disponibile lo schema di decreto e i disagi che ne conseguono sul piano della programmazione"; si chiede, inoltre, un impegno maggiore nei confronti di quegli atenei che stanno lavorando per risalire la china e sanare le passività finanziarie pregresse.

Entrando nel merito del provvedimento ministeriale, i rettori passano in rassegna i punti "critici": gli effetti del turn-over dei docenti nelle singole università ai fini del calcolo della quota-base; la ponderazione dei pesi per determinare la quota-premiale del Fondo; l'esiguità della somma messa a disposizione per favorire la mobilità; e, ancora, un sistema di finanziamento dei consorzi interuniversitari che preveda somme da attribuire mediante bandi sui progetti di ricerca presentati.

I rettori chiedono, inoltre, che il fondo straordinario per incentivare le assunzioni dei ricercatori - attraverso concorsi per associato - sia esteso a tutti gli atenei, mentre invece lo schema di decreto ministeriale attualmente lo limita soltanto ai ricercatori incardinati in quelle università che non sforano il tetto del 90 per cento Ffo/stipendi. Un intervento di buon senso, per estendere la platea dei possibili fruitori ed evitare antipatiche disparità "accademiche". Infine, tenuto conto del blocco degli scatti stipendiali, secondo la Crui i 18 milioni di euro previsti per l'incentivazione premiale dei docenti appaiono assolutamente insufficienti.

Intanto il Miur, proprio ieri, ha incassato il via libera definitivo dal Consiglio dei ministri sul decreto legislativo relativo al commissariamento degli atenei "in rosso". Il provvedimento prevede un monitoraggio costante della situazione economico-patrimoniale degli atenei e definisce i parametri per individuare le situazioni "a rischio default". Il testo definitivo, rispetto alla prima versione, appare meno drastico grazie al sistema dei "cartellini": il commissariamento di un ateneo in dissesto finanziario avverrà per gradi e solo dopo un "giallo" di avvertimento. Il "rosso", cioè il commissariamento vero e proprio, scatterà per quelle università in disequilibrio economico-patrimoniale temporaneo che non metteranno i conti in ordine dopo un percorso di risanamento vigilato dal Miur; o che, in caso di dissesto finanziario acclarato, non rispetteranno il piano di rientro concordato in tempi certi.