Reclutamento precari.
La Lega sulla polemica in casa PD
tra Esposito e Russo

da Tuttoscuola, 7.9.2011

Nella polemica che ha coinvolto due parlamentari del PD, l’on. Stefano Esposito da una parte e l’on. Tonino Russo dall’altra, a proposito delle procedure di reclutamento dei docenti precari, condividendo, l’uno, e criticando, l’altro le tesi della Lega in merito, proprio la Lega, per voce del sen. Mario Pittoni, confuta le tesi dell’on. Russo puntualizzando norme e responsabili delle scelte effettuate in questi ultimi anni.

“Replicando all'on. Stefano Esposito l'on. Tonino Russo afferma di voler «precisare alcune inesattezze e dimenticanze» di Esposito – esordisce Pittoni. Finisce però col lasciarsi andare lui a una serie di "inesattezze e dimenticanze", per non dire vere e proprie bugie. Non è vero, ad esempio, che i tagli sono cominciati con l'avvento della Gelmini. A distanza di un solo anno dall'avvio del piano del ministro Fioroni per l'assunzione di 150 mila docenti precari, infatti, il governo Prodi varò la legge 244/2007 che all'art. 2, commi 411 e 412, prevedeva una serie di interventi destinati a provocare da subito la riduzione di circa diecimila posti dell'organico docente, chiara dimostrazione dell'impossibilità, con la crisi economica incombente, di completare il piano di assunzioni.”

Il sen. Pittoni insiste: “L'on. Russo "dimentica" poi che, a pochi mesi dall'entrata in vigore delle norme in questione (per la precisione nel marzo del 2007), in vista dell’aggiornamento e integrazione delle graduatorie per il biennio 2007/2008 e 2008/2009, intervenne il decreto della Direzione Generale del Personale della Scuola il quale prevedeva che (si veda la premessa del decreto) “ai sensi dell’art. 1, coma 607 della citata legge n. 296/06, … è consentito solo l’aggiornamento della propria posizione e il trasferimento ad altra Provincia, in posizione subordinata a tutte le fasce”. Il decreto fu trasmesso agli Uffici Scolastici Regionali con nota direttoriale prot. n. 5485 del successivo 19 marzo, la quale al punto 1 disponeva che “con la riapertura dei termini sarà consentito, per l’ultima volta, di iscriversi nelle graduatorie permanenti, trasformate in graduatorie ad esaurimento. Nel successivo biennio scolastico 2009/2011 si potrà solo aggiornare il punteggio o trasferire la propria posizione in altra provincia, ma in” coda” a tutte le fasce”.

“Le cosiddette "code”, quindi, - continua puntigliosamente Pittoni - non sono state affatto create dalla Gelmini, ma da Fioroni. E il giudicato cui il Ministero dovrebbe conformarsi, si è venuto a formare su provvedimenti assunti allorquando Ministro era quest’ultimo (il quale evidentemente non era per nulla favorevole a trasferimenti da una graduatoria all’altra, che si sarebbero accompagnati all’inserimento a pettine dell’interessato con conseguente scavalcamento di chi era già presente con un punteggio inferiore, ledendone i diritti). A riprova si ricorda all’on. Russo che il ministro Gelmini con il ben noto D.M. 42/2009 (ossia con il decreto che ha preceduto le operazioni di integrazione ed aggiornamento delle graduatorie per il biennio 2009/2010-2010/2011), adottato all’indomani della pronuncia del Tar poi confermata dal Consiglio di Stato, non aveva fatto che ribadire quanto previsto nel già citato dirigenziale del marzo 2007 (ossia che in occasione dell’integrazione e dell’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento per il successivo biennio, non potevano esservi trasferimenti da una graduatoria all’altra) salvo consentire a coloro che fossero interessati, di essere «inseriti» in altre graduatorie (fino a un massimo di tre) a loro scelta, ma in “coda” rispetto a chi c'era già. Inserimento, si badi, che non determinava alcun trasferimento dalla graduatoria di appartenenza. Circostanza questa che il Tar del Lazio, nel momento in cui è stato investito dalla valanga di ricorsi dell'Anief avverso il citato D.M. 42/2009 nonostante si trattasse di Giudice sprovvisto di giurisdizione in subiecta materia come rilevato sia dalle Sezioni Unite in due occasioni che dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, non ha minimamente considerato. Per questo attendiamo la sentenza con la quale il Tar dovrebbe uscire definitivamente dalla questione graduatorie.

Pittoni, attende, dunque, la sentenza del Tar, ma c’è da scommettere che arriverà prima un’altra replica dell’on. Russo.