Direttiva fondi legge 440: ok della Camera di R.P. La Tecnica della Scuola, 21.9.2011 La Commissione Cultura della Camera ha espresso parere favorevole sullo schema di direttiva ministeriale in materia di ripartizione delle risorse stanziate dalla legge 440/97 Si è concluso nel pomeriggio del 21 settembre presso la Commissione Cultura della Camera l’esame dello schema di direttiva in materia di ripartizione delle risorse stanziate ai sensi della legge 440/97. Come era facilmente prevedibile il provvedimento ha incassato il parere favorevole della Commissione pur avendo raccolto non poche critiche sia dall’opposizione sia dalla maggioranza. Tre le condizioni poste dalla stessa maggioranza: 1. incrementare le risorse finanziarie destinate alla valutazione degli apprendimenti e della formazione professionale dei docenti (INVALSI); 2. riequilibrare la ripartizione delle risorse, nell'ambito della voce di spesa “Programmi di istruzione-formazione-lavoro: alternanza scuola-lavoro”, con particolare riguardo all'incremento della destinazione di risorse al finanziamento degli Istituti Tecnici Superiori (I.T.S.); 3. assegnare i fondi alle istituzioni scolastiche previa verifica sulla ricaduta e sulla efficacia dei progetti precedentemente finanziati. A proposito di quest’ultima condizione va osservato che per fare una verifica sull’efficacia della spesa già effettuata, bisognerebbe che i fondi fossero almeno arrivati alle scuole: e invece, a tutt’oggi, le scuole aspettano ancora di ricevere i finanziamenti del 2010. La Commissione ha anche espresso l’intenzione di avviare un percorso di approfondimento e valutazione della Legge 440/97 anche allo scopo di arrivare in tempi rapidi ad una puntuale revisione della legge stessa. Nel corso del dibattito l’opposizione ha formulato diversi giudizi critici legati non solo alla esiguità delle risorse disponibili (dal 1999 ad oggi si è passati da più di 350milioni a meno di 80) ma anche, e forse soprattutto, alla assoluta mancanza di progettualità del provvedimento (da più parti si è evidenziato che proprio la diminuzione delle risorse avrebbe dovuto indurre il Ministero a ridefinire le modalità di impiego del fondo riducendo gli interventi a poche voce essenziali e qualificate). |