Le idee riformiste della scuola italiana
condotte da un’armata Brancaleone

di Lucio Ficara, 10.9.2011

Il termine “armata Brancaleone” è entrato a far parte del nostro linguaggio comune da quando, alla fine degli anni sessanta, il bravissimo Mario Monicelli, con la magistrale interpretazione di Vittorio Gassman, ha riprodotto le esilaranti gesta di Brancaleone da Norcia. Il contesto storico del film di Monicelli è quello di un Medioevo straccione, popolato da disperati, miserabili, cialtroni ed appestati, fortemente dualista, perennemente diviso tra fede e peccato, spirito e carne, altruismo e individualismo esasperato, che rivisita in chiave caricaturale il mito delle gesta cavalleresche.

Medioevo storicamente lontano da noi, ma molto attuale visto il degrado etico-culturale e politico con cui siamo costretti a confrontarci. Il dualismo descritto precedentemente lo ritroviamo paradossalmente vivo e vegeto anche nella nostra attuale società, in cui straccioni, cialtroni e miserabili lo si è nello spirito e non nell’immagine e nello status sociale. In questo momento, dopo tre anni di governo Berlusconi, all’interno della maggioranza sta emergendo finalmente un libero pensiero e una distinzione etica e morale volta a rompere quella cortina feudale, che vede i cortigiani piegati al volere del Sovrano. Non è il caso del nostro Ministro della Pubblica Istruzione, che non brilla certo per libero pensiero e autonomia politica, ma che invece, come una brava “Samurai”, difende con le unghie e con i denti l’indifendibile Berlusconi e la sua scadente riforma della scuola.

Qualche individualità libera si sta smarcando dall’ ”armata Brancaleone” dove regna sovrana la confusione e la disorganizzazione, una di queste individualità è il matematico Giorgio Israel. Il consulente del Ministro Gelmini è da tempo in disaccordo con le azioni politiche del Ministro e del governo. Si nota da parte del Prof. Israel un certo pessimismo sulla questione della meritocrazia, tanto sbandierata ma ormai naufragata. Si manifesta anche una evidente discrasia tra la pubblicizzata politica giovanilista e i provvedimenti restrittivi dei nuovi TFA. Infatti anche nell’istituzione dei TFA si stanno riscontrando forti difficoltà e poca trasparenza. Regna uno stato confusionale e comunque una dichiarata disorganizzazione.

Siamo alle solite! La politica degli slogan e degli annunci non ha alcun seguito, rimangono solo parole, nei fatti nulla cambia veramente, ma tutto peggiora in termini di organizzazione e risorse umane e finanziarie. Dobbiamo essere onesti intellettualmente e riconoscere che nella scuola della riforma Gelmini non vi è traccia della meritocrazia e si è ridotta e compromessa l’autonomia scolastica. Inoltre con l’istituzione dei TFA non si pensa nemmeno al futuro della scuola italiana.

Mi trovo d’accordo con il Prof. Giorgio Israel, che come me auspica una scuola seria che possa dare spazio a quei docenti appassionati di insegnamento che credono profondamente nella cultura e nei valori etici e morali, ma questo non può essere fatto da un ministro e dalla sua “armata Brancaleone”, che non hanno al momento legittimità in temi di meritocrazia e di valori morali. Questa politica cialtrona e improvvisata, al grido di “Branca, Branca, Branca, Leon, Leon, Leon, Fiii... Bum!”, predica bene e razzola male, riducendo le risorse finanziarie alla scuola dell’autonomia e mettendo alla stessa stregua docenti meritevoli e docenti lavativi. Siamo alla finestra ad aspettare che le tante persone intelligenti come il Prof. Giorgio Israel si dissocino da questa ”armata Brancaleone”.

 

Lucio Ficara
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