Dimensionamento: di R.P. La Tecnica della Scuola, 1.10.2011 In mancanza di criteri condivisi a livello nazionale, a livello locale sta accadendo un po' di tutto, persino che Comuni di centro-sinistra propongano istituti comprensivi da 1600 alunni. Ma a Carpi insegnanti e genitori sono pronti a dare battaglia. Sul dimensionamento delle istituzioni scolastiche sta ormai succedendo di tutto.
Mancando una “cabina di regia” a livello nazionale si sta andando
avanti in ordine sparso e c’è almeno da sperare che al più presto la
Conferenza delle Regioni faccia almeno il tentativo di individuare
alcuni criteri comuni. Esemplare è per esempio ciò che sta accadendo a Carpi, città di 70mila abitanti in provincia di Modena. A Carpi funzionano attualmente 2 circoli didattici e 3 istituti comprensivi per un totale di più di 6mila alunni. I numeri per mantenere 5 autonomie scolastiche ci sono, ma l’Amministrazione comunale di centro-sinistra ritiene che 4 istituzioni scolastiche possano bastare. La proposta è stata comunicata il 22 settembre scorso nel corso del consiglio comunale dall'assessore all’istruzione e sta già scatenando le proteste di docenti, operatori scolastici e famiglie. “Se la proposta dovesse essere attuata - spiegano i membri della associazione Scuola futura - si dovrà scontare la perdita di numerosi posti di lavoro, bidelli in particolare ma anche personale di segreteria, che, oltre a creare un grosso disagio economico ai lavoratori interessati, si tramuterà in grosse difficoltà di carattere organizzarivo-funzionale e una riduzione della sorveglianza e quindi sicurezza dei nostri figli”. I 4 nuovi comprensivi verrebbero a contare 1500-1600 alunni ciascuno: “Scuole così numerose - incalza Scuola Futura - rendono complessa la gestione, anche per il gran numero di sedi da seguire, e si riflettono inevitabilmente in un peggioramento della qualità della scuola di base carpigiana”. Ma l’accusa che l'associazione muove all’Amministrazione comunale è anche squisitamente politica: “Lascia perplessi che l'assessora del PD operi scelte che vanno ben oltre il dettato della ministra Gelmini e si renda responsabile di tagli che si aggiungono e peggiorano quelli operati dal governo. E tutto questo nonostante una delibera regionale che invita i comuni a prevedere la formazione di istituti comprensivi che vadano da 800 ad un massimo di 1200 alunni, abbassando del 20% il limite minimo di 1000 imposto dalla manovra”. Ad ogni modo a Carpi insegnanti e genitori annunciano battaglia su una scelta che viene definita senza mezzi termini “scellerata”: “Sarà importante coinvolgere i sindacati, non solo di categoria ma anche confederali, perchè la loro voce non può essere ignorata in una decisione che ha così tanti risvolti legati al lavoro”. |