Il futuro della scuola da TuttoscuolaNews, n. 505 10.10.2011 Qualche settimana fa si è saputo che la Corea del Sud ha programmato la sostituzione dei libri stampati con quelli digitali in tutta la scuola primaria entro il 2015, e in tutto il mondo cresce il numero delle sperimentazioni che vanno nella stessa direzione. Si useranno probabilmente i tablet, una delle invenzioni che si devono al genio anticipatore di Steve Jobs. Come già accade quest’anno - come riferisce Claudio Del Frate sul “Corriere della sera” - all’istituto tecnico “Ikaros” di Bergamo, che ha acquistato un i-Pad per ogni studente. Ma tutti i processi formativi a tutti i livelli saranno trasformati dalle innovazioni tecnologiche degli ultimi trent’anni, in buona parte targate Apple, l’azienda fondata da Jobs. Innovazioni che hanno quasi sempre costretto le aziende concorrenti a rincorrere la Mela sul suo terreno, inducendo Jobs ad esplorare nuove vie. La scuola, tendenzialmente conservatrice non foss’altro che per la formazione a-tecnologica di gran parte dei suoi attuali insegnanti, è stata investita dalla rivoluzione comunicativa provocata da queste novità succedutesi in un breve lasso di tempo (il primo i-phone è del 2007, l’i-Pad è apparso nel gennaio 2010!). Le modalità di comunicazione e di apprendimento dei giovani, a partire dai giovanissimi, già in età prescolare, sono influenzate dalla diffusione di massa dei nuovi strumenti tecnologici, e non è pensabile che la scuola possa ignorare il fenomeno e le sue conseguenze dirette e indirette: l’apprendimento cooperativo, l’uso integrato di parole immagini e suoni, la facilità di accesso a più fonti informative, la possibilità di individualizzare i tempi e i modi dell’apprendimento e così via. Se McLuhan è stato il profeta della società dell’informazione, Jobs ne è stato il tecnologo. E come l’educazione moderna è stata influenzata in modo determinante dall’invenzione gutenberghiana dei caratteri di stampa, quella del XXI secolo lo sarà dalle straordinarie invenzioni di Steve Jobs. |