Polibio ha scoperto altre “stranezze”, vizi sostanziali insanabili che portano all’annullamento della prova preselettiva e del concorso a d.s.

Polibio AetnaNet 29.10.2011

Polibio apprezza moltissimo Elvira Squillacioti per l’esposto da lei presentato e le dedica l’odierno suo intervento sulle ulteriori “stranezze” che portano alla nullità assoluta delle prova preselettiva del concorso a d.s. e dello stesso concorso. Partiamo, quindi, dall’esposto della professoressa Elvira Squillacioti, che lo ha formalmente inviato, per raccomandata postale, all’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia, all’Ufficio scolastico provinciale di Milano, al presidente della commissione per la Lombardia prof.ssa Renata Maria Vigano, e presentato personalmente al Ministero dell’istruzione e a quello della funzione pubblica (ministri, rispettivamente, Gelmini e Brunetta). Tuttora rimasto senza risposta. Eppure, il suo esposto rassegnava all’attenzione dei rispettivi destinatari un fatto alquanto grave: un telefono cellulare che, contenuto nella borsa di una candidata, a metà dello svolgimento della prova squilla e le due persone addette alla vigilanza, “due docenti di sesso femminile della stessa scuola”, non prendono “alcun provvedimento al riguardo”. Messo per iscritto quanto era avvenuto e avendo “chiesto dell’ufficio protocollo al fine di ufficializzare l’accaduto”, “le è stato risposto che l’ufficio a quell’ora” (“erano trascorse da qualche minuto le ore 13.00”) “era chiuso”. Chiuso!?

E allora, a causa della sua insistenza, si fece “avanti una persona di sesso femminile che si è qualificata quale funzionario dell’USP”, ma, verbalmente richiestole, non ha voluto dirle il cognome e il nome. D’altra parte, anch’essa era sprovvista dell’obbligatorio cartellino di riconoscimento. Tuttavia, prometteva che “avrebbe verbalizzato in maniera sollecita quanto esposto”, ma, dopo essersi recata dal dirigente scolastico, garantiva soltanto (promessa verbale) “che lo avrebbe fatto successivamente”. Tuttora si sconosce se poi lo ha fatto, se ha mantenuto la sua promessa, verbalmente garantita, o se, viceversa, ha dimenticato la promessa fatta e il dovere di provvedere, perché la “violazione” di “introdurre nella sede di esame”, tra altri oggetti, “strumenti idonei alla memorizzazione o alla trasmissione di dati” comporta “l’immediata esclusione dal concorso”.

Ebbene, nelle scuole di Milano come in quelle degli altri capoluoghi di regione, sedi della prova preselettiva, la prova è iniziata con differenze di orario e comunque anche circa due ore dopo che i numeri dei 100 quesiti estratti a sorte o l’elenco delle 100 domande estratte a sorte (nell’ordine differenziato, per singola area, di cui alla versione A e alla versione B, ma sempre riguardante gli stessi numeri sorteggiati a Roma, presso il Ministero, utilizzando un sistema informatico che estrae casualmente i quesiti tra quelli predisposti e pubblicati dal Miur) erano stati inviati per via telematica alle 113 sedi scolastiche, “disposti su apposito modulo, inviato per via telematica”, per essere riprodotto in ogni sede e distribuito ai candidati”.

A leggere attentamente il “foglio istruzioni” diffuso dal Miur – un “foglio” che è una fonte primaria di irriducibile importanza – si scopre che c’è scritto, a proposito “dei numeri che identificano i 100 quesiti estratti”, che “i 100 quesiti estratti sono disposti su apposito modulo”. Invece, i 100 quesiti estratti sono stati disposti, fermi restando i numeri ma non la stessa posizione nell’ambito di ciascuna delle 8 aree, in due moduli (o elenchi) da 100 quesiti (gli stessi, ma collocati diversamente nell’ambito di ciascuna delle 6 aree da 15 quesiti e di ciascuna delle 2 aree da 5 quesiti).

Anche questa imprecisione esistente nel “foglio istruzioni” fa parte delle tante anomalie, tre le quali quella della virgola tra il soggetto e il predicato verbale (“il volume e il modulo, possono essere lasciati sul banco”) e del “trasformare”, da incompetenti della lingua italiana, la libertà individuale del “possono lasciare” nell’imposizione del “debbono lasciare”! Che è tutt’altra cosa, come ben sanno gli alunni della scuola primaria, ma anche quelli della scuola dell’infanzia. Eppure, ci sono stati “vigilanti” che hanno drasticamente impedito ai candidati di portarsi il libraccio dei quesiti, roba da vergogna per chi lo ha prodotto e per chi (magari perché incompetente) non è stato attento alla produzione. E non soltanto per la pessima fattura, per i caratteri microscopici, per la pessima carta e per la disastrata rilegatura compresi, peraltro troneggiando nel libraccio oltre un migliaio di strafalcioni, che per il presidente del FormezItalia, Secondo Amalfitano, suonano da déjà-vu, che gli si è rivoltato del tutto contro quale giusta punizione per l’offesa arrecata ai docenti e a tutti coloro che avevano già individuato la grossolanità della produzione dei quesiti e le notevoli insufficienze dei cosiddetti “esperti”.

Tuttavia, ben poca cosa rispetto alle stravaganze, alle assurdità, agli errori, agli svarioni, ai refusi, all’insufficiente uso della lingua italiana (tale da meritare un voto non superiore a 3 su 10, e quindi una legittima bocciatura, non per ripetere l’anno, ma per ritornare indietro di parecchi anni scolastici) e alla pessima organizzazione, come vedremo, della prova preselettiva di un concorso che ha visto la partecipazione di 32.000 dei 42.000 docenti che avevano presentato la domanda di partecipazione e di centinaia di docenti che sono stati ammessi a partecipare con riserva. Ma a non poche migliaia di docenti è stato impedito di partecipare, con palese violazione della normativa europea, essendo del tutto evidente la volontà del legislatore sovranazionale di evitare ogni forma di discriminazione nelle “condizioni di impiego” ai danni dei lavoratori a termine, quali sono i docenti con contratto a tempo determinato rinnovato anno dopo anno, e per molti anni, che non sia sorretta da “ragioni oggettive”, cosicché la “natura dello specifico rapporto” di lavoro dei docenti con contratto a tempo indeterminato e dei docenti con contratto a tempo determinato è assolutamente identica e niente affatto incompatibile.

Intanto sono fioccati e continuano a fioccare i ricorsi alla magistratura amministrativa, al Tar del Lazio.

Ritorniamo all’esposto di Elvira Squillacioti e alla presenza di telefoni cellulari, di computer portatili e di tant’altro. Ma soprattutto alla presenza di telefoni cellulari e di portatili, utilizzati dai candidati (addirittura con differente comportamento nelle diverse aule di ciascuna delle 113 sedi della prova preselettiva, perché ci sono state scuole nelle quali i candidati, dopo la registrazione e prima dell’ingresso nelle aule, venivano formalmente invitati a consegnare – e dopo la consegna gli oggetti venivano posti e chiusi, sigillati, in apposite buste – telefoni cellulari, computer e quant’altro era vietato introdurre durante lo svolgimento della prova – cioè, prima dell’ingresso in aula, oppure in determinate aule potevano portare il materiale in loro possesso). Ci sono state scuole nelle quali si poteva portare in aula qualsiasi materiale (soprattutto telefoni cellulari e computer) e quel materiale lo si poteva usare e veniva usato liberamente in presenza dei vigilanti fino a 10 minuti prima del suono della campana (avvenuto in orario diverso da una scuola all’altra, da una regione all’altra) d’inizio dei 100 minuti. Ed è assai facile, come ci viene detto da Lucio Ficara nella qualità di testimone oculare, “comodamente copiare usando iPhone di ultima generazione o tirando fuori le mini fotocopie preparate con calma nei 40 giorni che sono trascorsi tra la pubblicazione dei test e delle relative risposte e il giorno dell’esame”. Magari rendendo invisibile l’Iphone e l’accesso allo stesso ad altri, data la particolare “collocazione” dello stesso apparecchio in parti del proprio corpo adeguatamente coperte per impedire gli sguardi altrui e protette da norme di legge che vietano a estranei, compresi e comprese i vigilanti e le vigilanti, l’accesso a quelle parti del corpo. Come negli aeroporti, sarebbe stato necessario il metal detector, un mouse da fare scorrere lungo il corpo per individuare il telefono cellulare o l’iPhone nascosto.

I quesiti caricati sui telefoni cellulari potevano essere facilmente raggiunti, anche se soltanto in parte, procedendo velocemente, facendo scorrere l’elenco con la forza di un dito. Soprattutto trattandosi di un file dell’iPhone, nel quale i quesiti erano posizionati per area e potevano essere trasferiti in un computer, da un computer all’altro, o in un telefono cellulare anche senza iPhone, con la velocità dei neutrini gelminiani.

E metto da parte – ma non senza evidenziarne l’esistenza e “l’importanza” – che i volumacci dei quesiti (tali sia per il migliaio, e anche di più, dei quesiti che sono stati scartati perché scombinati e addirittura da nascondere, sia per la pessima qualità del prodotto, da bruciare o da mandare al macero e nei cassonetti riservati alla raccolta rifiuti indifferenziati) sono giunti nelle 113 scuole alcuni giorni prima di quello della prova preselettiva. E ciascuno la pensi come meglio crede!

Su questa anomalia, che è causa di nullità assoluta della prova preselettiva per vizio sostanziale insanabile oltre che per palese e gravissima disparità tra i candidati, rinvio al mio intervento postato su questo sito il 19 ottobre 2011, nella considerazione che i numeri dei quesiti sorteggiati si conoscevano, da parte di molti all’interno delle 113 scuole, ma anche all’esterno delle scuole individuate quali sedi della prova preselettiva, da circa due ore prima dell’inizio della prova preselettiva, durante le quali i telefoni cellulari continuavano a squillare per l’arrivo di telefonate e a essere usati per telefonare all’esterno, nelle aule nelle quali il loro accesso era stato consentito. Il traffico telefonico in entrata e in uscita è facilmente accertabile dalla polizia postale.

Sono a tutti note, ma a quanto pare non sono note all’interno di FormezItalia, le evoluzioni del sistema informatico, cosicché se intercorrono tempi lunghi (anche di pochi minuti, ma nel caso della prova il tempo è stato magari di un paio di ore) non è possibile garantire a tutti la segretezza e l’impossibilità della fuga di notizie. Bisognava bloccare tutti i telefonini, chiudendo le aree di pertinenza; invece, tutti coloro che avevano con loro il telefono cellulare e/o il computer lo hanno e/o li hanno utilizzati a lungo, seduti nelle rispettive aule e con gli strumenti di comunicazione posati, e funzionanti, sul tavolo, fino a 10 minuti prima di cominciare ad annerire i cerchi delle risposte ritenute giuste, anche se 38 dei 100 quesiti sorteggiati contengono, come è stato ripetutamente evidenziato, errori, sviste, inesattezze per quanto concerne l’impostazione e soprattutto le risposte. Sono risposte errate, ma il Miur (e FormezItalia con il libraccio) le dà per giuste. Pertanto, chi ha azzeccato la risposta “sbagliata”, ma data per “giusta” dal Miur, ha conquistato un punto, e così via di seguito. Che pasticciaccio! Il pasticciaccio di Viale Trastevere! Epocale! Come i neutrini di gelminiana memoria che corrono da record della velocità nei 732 chilometri della galleria che da Ginevra giunge al Gran Sasso!

Ritengo di poter ribadire che alla polizia postale è alquanto facile, anche se con impiego di mezzi sofisticati e di particolare attenzione, accertare il traffico telefonico. Ed è altrettanto facile individuare quel telefono cellulare (e a chi appartiene, dato che si sa chi erano i presenti in quell’aula) che ebbe a squillare (e del quale sappiamo dalla lettura dell’esposto della professoressa Squillacioti) nella borsa di una candidata al concorso, “verso la metà” dello svolgimento della prova preselettiva, nella stanza n. 19 dell’istituto scolastico “B. Cavalieri” di Milano. Conseguentemente, è possibile individuare chi e da chi in quell’aula ha ricevuto telefonate e chi da quell’aula ha inviato telefonate e a chi le ha inviate.

In ogni caso, il telefono di una delle candidate presenti nell’aula 19 dell’istituto “B. Cavalieri” di Milano è squillato durante le prova preselettiva. Le due vigilanti non hanno provveduto all’immediato riconoscimento della persona che aveva con sé il telefono cellulare e alla conseguente immediata segnalazione per “l’immediata esclusione dal concorso”. Le due vigilanti (“due docenti di sesso femminile”) svolgevano la funzione di incaricato di pubblico servizio, mentre altri all’interno di quella scuola svolgevano quella di pubblico ufficiale. Anch’essi venuti a conoscenza del fatto, addirittura a mezzo dell’esposto scritto dalla candidata Elvira Squillacioti. Comunque, tutti appartenenti alla Pubblica amministrazione, che nella sostanza si sono resi responsabili di omissione di atto dovuto, nei cui confronti non può non essere aperto il procedimento disciplinare, alla conclusione del quale potrebbe essere comminata a carico di ciascuno di essi la sanzione disciplinare conseguente.

Sia chiaro, è fondamentale per le persone oneste sostenere sempre e con forza una causa di diritti e di legalità, gareggiare alla pari e, in un paese civile, non dovere alzare la voce per vedere rispettati i propri diritti. La prova preselettiva è stata negativamente segnata da irregolarità e da violazione di diritti, a partire dalla disparità di trattamento dei candidati che ha caratterizzato la prova preselettiva nelle 113 scuole complessive dei capoluoghi regionali in cui si svolgeva.

I candidati (soltanto il 25% circa di quanti hanno partecipato alla prova preselettiva) che sono stati ammessi alle prove scritte del concorso si pongono oggi in posizione di contrasto, nonostante le macroscopiche condizioni negative che hanno caratterizzato la fase della prova preselettiva del concorso (a loro note e da loro condannate prima di avere avuto certezza dell’ammissione alle prove scritte), rispetto alla posizione di annullamento da sempre e tuttora assunta dagli altri concorrenti.

Dopo lo svolgimento delle prove scritte, quando sarà accertato che 60-65 su 100 degli ammessi a sostenerle non saranno ammessi a sostenere la prova orale, durante la quale da 5 a 10 su 100 degli allora ammessi non raggiungeranno il voto di 21/30, allora 70 su 100 di coloro che avevano “condannato” chi si era posto in posizione di contrasto, denunciando le irregolarità e ricorrendo alla magistratura amministrativa, si comporteranno (a ragione, così come a ragione si erano comportati gli allora denuncianti e ricorrenti) come si erano comportati i non ammessi alle prove scritte. Aspettare per credere!

Tra le “stranezze”, peraltro vizi sostanziali insanabili che portano all’annullamento della prove preselettiva del concorso “fantasma” (perché i 2.386 posti non esisteranno più dopo il dimensionamento che sarà realizzato a brevissimo termine), ve ne sono alcune che destano perplessità per la disorganizzazione da cui derivano, e che portano alla nullità assoluta delle prova preselettiva del concorso e dello stesso concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici.

Prima di entrare nel merito, riporto un fatto accaduto alcune decine di anni fa, quando il concorso, nel caso di cui trattasi riguardava la scuola elementare, raccontatomi da un’insegnante che è stata componente di una delle otto sottocommissioni, si svolgeva per prova scritta, il cui superamento portava all’ammissione alla prova orale i candidati che l’avevano superata. Più che copiare dal compito di un altro o di un’altra concorrente, nelle aule in cui si svolgeva la prova scritta i candidati portavano “compiti” preparati a casa. Il compito assegnato verteva sul lavoro di gruppo come modalità di insegnamento. Leggendo gli elaborati, ed essendo emersi nei diversi compiti presentati dai concorrenti aspetti per certi aspetti convergenti, l’insegnante componente di una delle sottocommissioni si trovò a leggere in uno di quei compiti il nome di uno degli alunni di una determinata classe: “Luigi”. E quel “Luigi” gli ricordò un “Luigi” indicato in un volume di temi per il concorso magistrale. Un volume dal quale erano state riportate, letteralmente copiate, numerose parti in centinaia degli elaborati presentati dai concorrenti (molti dei quali addirittura valutati positivamente). Pertanto gli elaborati vennero tutti “annullati” per evidentissimo plagio.

Nell’attuale concorso, l’inizio è avvenuto con una prova preselettiva costituita da quesiti a risposta multipla, di cui una sola corretta, utilizzando un sistema informatico che estrae casualmente i quesiti tra quelli predisposti e pubblicati dal Miur.

Non ritorno su quanto è già stato ampiamente e diffusamente detto sui quesiti e sulle modalità di svolgimento della prova. Evidenzierò, invece, alcune “stranezze”.

A parte l’assurdità dei due elenchi “delle domande” (A e B) – ciascuno dei quali contenente gli stessi numeri dei quesiti dell’altro, poste in sequenza le 8 aree (le prime sei aree di quindici quesiti ciascuna, le ultime due aree di cinque quesiti ciascuna), ma disposti (i numeri dei quesiti) in posizioni diverse nelle singole aree –, rilevanti difformità sono avvenute per quanto concerne la sistemazione dei candidati nelle singole aule oppure nei corridoi. Nelle aule, a differenza che nei corridoi, venivano fatti accomodare due candidati a lavorare gomito a gomito allo stesso tavolo.

In certe scuole, la registrazione dei candidati avveniva subito dopo l’ingresso nella scuola, seguita dalla consegna di telefoni cellulari, computer e altro da depositare. In altre scuole, la registrazione avveniva subito dopo l’ingresso nella scuola, ma i candidati non venivano invitati a consegnare quanto non poteva e non doveva essere introdotto nell’aula o nel corridoio in cui dovevano svolgere la prova preselettiva, e anzi potevano (e lo facevano) utilizzare i telefoni cellulari e i computer fino a 10 minuti prima della prova.

In certe scuole, i candidati entravano nelle aule a loro destinate e andavano a sedersi dove volevano. In altre scuole, i candidati, dopo essere entrati nelle aule, venivano invitati a sedersi, uno dietro l’altro, rispettivamente, nella fila di destra o in quella di sinistra dei tavoli, venendosi a trovare gomito a gomito nello stesso tavolo. Invece, i candidati dovevano essere disposti per tavoli singoli e a distanza l’uno dall’altro (e in qualche scuola ciò, a differenza di molte altre, è avvenuto), così da evitare illecite “copiature” (plagi!) e altrettanto illecite collaborazioni.

A Palermo è accaduto di tutto e di più. Disparità colossali e presenza diffusissima di telefoni cellulari e di computer nelle scuole, ma non in tutte le scuole. Candidati ammessi con riserva sono stati allontanati dalle aule nelle quali si erano seduti e sono stati collocati tutti in un’aula a loro “riservata”. A Cagliari, in 9 nel corridoio e codice di registrazione dato in ordine alfabetico di aula in aula. In un’altra scuola, classi piene e sorveglianza “attiva”.

In certe aule, i candidati sono stati immobilizzati allo scadere delle 100 ore, addirittura venendo tolto con determinazione dai vigilanti il foglio-risposta standard per la lettura ottica. Un tizio, tuttavia, si è vantato d’avere completato in 50 minuti, ma non ha “saputo” presentarsi, rimanendo del tutto anonimo e sconosciuto. Probabilmente, un burlone. Oppure, come dirò tra poco, appartenente a un “gruppo” di candidati dall’identico cognome (parenti?) sistematisi, uno dietro l’altro o accanto all’altro, nella stessa aula, a contatto di gomito e di vista.

La “stranezza” che dovrebbe portare, da sola o insieme alle altre “stranezze” e irregolarità, compresa l’evidentissima disparità di trattamento dei candidati, alla nullità della prova, è quella d’avere disposto la sistemazione dei candidati nelle singole aule per codice anagrafico corrispondente ai cognomi dei candidati in ordine strettamente alfabetico. A poca importanza se, una volta dentro l’aula, venivano fatti sedere, l’uno dietro l’altro, nella fila di destra e, a contatto di gomito degli altri, l’uno dietro l’altro nella fila di sinistra dei tavoli. Ma ha molta importanza il fatto che ciò non è avvenuto in tutte le 113 scuole sedi della prova preselettiva, e addirittura anche nella stessa scuola, nelle quali c’era libertà di sedersi in uno qualsiasi dei tavoli e accanto (o dietro) a uno qualsiasi dei candidati presenti nell’aula, in funzione dell’assegnazione dell’elenco delle domande (A o B). Scelta, peraltro, assurda quella dei due elenchi, ed è assai facile comprenderne il perché.

La destinazione dei singoli candidati nelle scuole sedi della prova preselettiva, soprattutto per evitare le conventicole delle quali fra poco dirò, doveva avvenire per sorteggio, peraltro assai facile a farsi, utilizzando il sistema informatico per l’estrazione casuale della scuola e addirittura dell’aula della stessa scuola nella quale svolgere la prova preselettiva. In ciascuna scuola dovevano essere inviati in seguito a sorteggio e collocati nelle aule candidati dai cognomi inizianti con le diverse lettere dell’alfabeto, sostanzialmente differenziati dalla casualità derivante dal sorteggio. Questo sistema avrebbe evitato ai candidati con lo stesso cognome, magari parenti o frequentanti lo stesso corso di preparazione a pagamento, di venirsi a trovare gomito a gomito nella stessa aula, oppure uno dietro l’altro, collocazione che non modifica affatto il “lavoro” che sarebbe stato svolto, ad annerire i cerchietti delle risposte ai quesiti nel foglio-risposta standard A predisposto per la lettura ottica, se identico per entrambi e anche per altri della stessa cordata, oppure del foglio-risposta B, anch’esso se identico per la coppia o per la stessa cordata, non facendo grande differenza se a uno della coppia fosse capitato il foglio-risposta A e all’altro fosse toccato il foglio-risposta B. Così anche per la cordata. In definitiva, si trovavano gomito a gomito, oppure l’uno dietro l’altro (in questo caso, il foglio-risposta sarebbe risultato identico per entrambi).

Non solo questo ma anche altro, perché la presenza e la partecipazione di parenti dello stesso cognome nella stessa aula (con maggiore vantaggio se a trovarsi comunque insieme fossero stati tre o quattro) consentiva (per preparazione settoriale svolta precedentemente) a uno di occuparsi dell’area 1 e all’altro di occuparsi dell’area 2, e così via di seguito per le altre 6 aree, come (e anzi meglio) nel caso di tre candidati nella stessa aula: area 1 e area 4 per il primo dei tre; area 2 e area 5 per il secondo dei tre; area 3 e area 6 per il terzo candidato, pensando a piacimento per le aree 7 e 8 da cinque quesiti ciascuna.

Insomma, si tratta della “cultura del furbetto” (beninteso, senza generalizzare, perché di concorrenti che agiscono correttamente ce ne sono tanti e in definitiva sono quelli che vengono danneggiati) “che premia i cialtroni ed elimina i capaci”. Una “cultura”, quella “del furbetto”, che nella sostanza viene favorita dall’incapacità (o dall’interesse!?) di coloro i quali dovrebbero invece provvedere a organizzare le prove concorsuali in modo tale da evitare interessate commistioni d’interessi. E sono coloro che impediscono (o vogliono che sia così!?) ai candidati di un concorso (per quanto concerne la questione odierna, il concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici) di poter “gareggiare alla pari”, senza alcuna differenza riferibile all’incapacità organizzativa o alla specifica volontà di chicchessia. Ci troviamo di fronte a dati di fatto, che emergono da un’attenta attività conoscitiva delle fonti primarie.

FormezItalia, si tratta della conoscenza dell’alfabeto della prova preselettiva con quesiti a risposta multipla, di cui una sola esatta, per renderla assolutamente trasparente e per organizzarla evitando le accoppiate parentali e qualsiasi altra forma di accoppiamento nella risposta da dare ai quesiti!

Per averne conoscenza, si rivolga l’attenzione all’esito della “lettura ottica idonei” regione per regione, riferendoci per il momento soltanto al codice anagrafico e al codice prova (già pubblicati), che avremo modo di confrontarli, non appena saranno resi noti da FormezItalia e dal Miur, con il numero e con i numeri dei quesiti dalla risposta esatta, e con quelli dei quesiti dalla risposta errata.

Rendendo omaggio a Elvira Squillacioti, Polibio – che non è uno dei candidati e che tra i candidati non ha parenti di alcun grado – le regala una primizia raccolta nell’elenco della regione Lombardia, che riporta l’esito, per quanto concerne gli idonei, della lettura ottica dei fogli-risposta standard già predisposti. Nell’elenco, tre candidati dello stesso cognome (vd. p. 8 di 30), dal codice anagrafico in ordinata crescita numerica, e dal codice prova in ordinata sequenza numerica, risultano “idonei”. Non si tratta di un caso isolato, perché già nella stessa pagina 8 risultano altri due candidati dello stesso cognome in sequenza diretta nel codice anagrafico e nel codice prova. Altri casi sono riscontrabili a pagina 7, a pagina 9, a pagina 10, a pagina 11 (più di un caso), a pagina 12, a pagina 24, a pagina 25 (tre candidati con lo stesso cognome), a pagina 30, con altri casi non consecutivi perché intervallati quale conseguenza del nome proprio nell’elenco alfabetico dei cognomi.

Il fenomeno (o, per meglio dire e per meglio intenderci, la “stranezza”) caratterizza egualmente gli elenchi degli idonei delle altre regioni: Campania, Puglia, Sicilia, Marche, Umbria, ecc. In una regione, la Toscana, oltre ai casi già rappresentati per la Lombardia e indicati come esistenti in tutte le altre regioni, c’è anche quello di due gemelle (vd. p. 9 di 14), dal codice anagrafico i cui ultimi due numeri sono 79 e 81 e dal codice prova i cui due ultimi numeri sono 06 e 08, evidentemente perché il codice anagrafico intermedio era stato attribuito a persona il cui nome proprio, nel rispetto dell’ordine alfabetico, la poneva in quella posizione, ma non c’è nel codice prove evidentemente perché, a differenza delle due gemelle risultate entrambe “idonee”, non è risultata “idonea”.

C’è soltanto da attendere qualche giorno ancora, e avremo anche la possibilità di venire a conoscenza – in virtù e in forza della legge sulla trasparenza (che consente ai candidati di accedere sia pure per via telematica (anzi, assai meglio perché si entra immediatamente in possesso della prova oggettiva e ineludibile) agli elenchi degli “idonei” di tutte le regioni (essendosi svolta la prova preselettiva in forma unica e identica sull’intero territorio nazionale) – della quantità e dei numeri delle risposte corrette. E potremmo trovarci di fronte, per esempio, a 83 risposte esatte e a 17 risposte errate: le stesse risposte esatte e le stesse risposte errate!

La possibilità che ciò possa verificarsi, facendo riferimento alle possibilità che ciò possa accadere, peraltro interessando esclusivamente candidati dello stesso cognome, appartiene a percentuali statistiche tali che non possono verificarsi e trovare accoglienza nel caso che stiamo trattando. Si potrebbe addirittura dire lo stesso anche se la differenza tra un candidato e l’altro, tra un candidato e gli altri, dello stesso cognome avesse a riguardare uno o due punti. E intanto possiamo fermarci qui.

Ma non senza prestare attenzione ai numeri del codice prova, che rivelano l’esistenza di registrazioni avvenute l’una dietro l’altra (recatisi insieme, mano nella mano, nella scuola alla quale erano stati assegnati e nell’aula nella quale erano stati assegnati in stretto ordine alfabetico dei cognomi e dei nomi) di candidati dallo stesso cognome. Esaminare i fogli per credere.

Non sembra che possa esserci alcun dubbio che la prova preselettiva – oltre a essere stata scompensata dalle tante “stranezze” e dalle tante disparità di trattamento durante lo svolgimento (a parte l’assurda faccenda dei quesiti a risposta multipla predisposti da “esperti” tutt’altro che esperti) che porterebbero alla nullità delle prova preselettiva per vizio sostanziale insanabile – è colma di tante e così gravi irregolarità da portare alla nullità assoluta della stessa e alla nullità del concorso (“fantasma”) per il reclutamento di dirigenti scolastici.