LE REAZIONI
"Apertura fuori tempo massimo"
La risposta degli studenti alla Gelmini
Dopo l'intervista del ministro a Repubblica,
molte le reazioni di associazioni e collettivi. E le accuse: finto
interesse, incomprensione delle ragioni della protesta e, sui tagli,
scaricabarile con Tremonti. Confermata la manifestazione del 15
ottobre
Carmine Saviano
la Repubblica, 9.10.2011
Un'apertura che arriva "fuori tempo massimo". Dichiarazioni
"francamente sconcertanti". Uno scaricabarile con Giulio Tremonti
degno della "migliore commedia all'italiana". Dopo l'intervista
rilasciata a Repubblica dal ministro Gelmini, gli studenti e i
ricercatori replicano. E i giudizi sono severi: opportunismo, finto
interesse, ipocrisia, incomprensione profonda delle motivazioni che
scorrono alla base delle proteste. I rappresentanti delle
associazioni studentesche e dei collettivi non ci stanno. Anzi,
rilanciano: dopo le manifestazioni del sette ottobre il calendario
delle mobilitazioni non cambia. Annunciano: "il governo non vivrà
sogni tranquilli in questo autunno che si preannuncia rovente". E al
ministro dell'Istruzione: "Ci vuole ascoltare sul serio? Si
dimetta".
Fulminata sulla via del Gran Sasso.
"Non abbiamo la memoria corta e sappiamo riconoscere l'ipocrisia
quando ci si manifesta davanti". La reazione della Rete degli
Studenti e dell'Unione degli Universitari è dura. E non fa sconti:
"Non saranno certo queste uscite del ministro "fulminata sulla via
del Gran Sasso" a farci dimenticare che tipo di politica è stata
portata avanti da questo governo". Poi una replica serrata alle
argomentazioni della Gelmini. "La qualità dell'insegnamento è bassa,
il diritto allo studio non è garantito, i tagli ci sono ancora". Poi
le cifre: "100 milioni per le borse di studio universitarie? Ma se
ha tagliato il 95% del fondo per le borse di studio. 400 milioni per
l'edilizia scolastica? Ma se dopo la tragedia del 2008 in cui morì
uno studente, Vito Scafidi, non è ancora stata pubblicata l'anagrafe
nazionale sull'edilizia scolastica".
"Ha ragione, vogliamo discutere cose
più grandi di Lei". Rete e Unione sottolineano la
lontananza tra la realtà e le affermazioni della Gelmini: "Sempre
per l'edilizia scolastica, il CIPE ha stanziato nel 2010 dei fondi
per ripianare almeno i casi più gravi di cui 256 milioni sono stati
utilizzati in favore delle scuole abruzzesi, 358 saranno utilizzati
per i casi più urgenti mentre i restanti 426 milioni sono spariti".
Poi la richiesta: "Ministro, lei ha ragione, forse noi vogliamo
discutere di cose più grandi di lei, come una buona scuola ed una
buona università. Se veramente oggi si dice disposto ad ascoltare
gli studenti dovrebbe finalmente accettare il grido che arriva
ininterrottamente dalle piazze studentesche degli ultimi anni e si
dovrebbe finalmente dimettere da un ruolo che non è in alcun modo in
grado di ricoprire".
Dieci domande. Altra
replica arriva dalla Rete della Conoscenza. "La faccia tosta della
Gelmini ha dell'incredibile. Nell'intervista la nostra ministra
preferita riesce a mettere in fila delle perle non da poco:
l'economia definita 'un ragionamento più grande di me', i dati sulle
bocciature che 'a me sembrano in crescita, ma su due piedi non
riesco a darle conferma', il tunnel tra Cern e Gran Sasso che 'so
che non esiste, ho visitato il Cern e non ho visto tunnel". Poi
l'accusa: il ministro mente "sapendo di mentire". E la richiesta di
dialogo è tardiva: "Con che faccia, ministra Gelmini, viene a
chiederci di dialogare, dopo che per 3 anni ha chiuso le porte in
faccia sia alle nostre proteste sia alle nostre
. Con che faccia, ministra Gelmini, viene a
chiederci di dialogare, mentre continua a mentire e truccare i
numeri?". Poi
. Dieci richieste. "E il confronto con
noi sarà nelle strade e nelle piazze di questo autunno di
mobilitazione, per ribadire la nostra richiesta di dimissioni per
lei e per tutto il suo governo".
Ascoltare non è capire.
Per Federico Nastasi, Rete Universitaria Nazionale, "il ministro
avrebbe potuto fare questa intervista 4 anni fa. Adesso non ha
senso: gli effetti promessi dalla riforma non sono arrivati, non c'è
nessun risultato". E si tratta di una sorta di "autocertificazione
del proprio fallimento". Ancora: finalmente chiama le cose con il
loro nome: i tagli sono tagli". E sulle borse di studio: "è vero ci
sono 100 milioni. Ma due anni erano 246: ha tagliato il fondo di due
terzi". Sul confronto, "siamo disponibili: incontri gli studenti
senza filtro e ci spieghi numeri e prospettive". E Michele Grimaldi,
responsabile Saperi dei Giovani Democratici: "il problema è che
ascoltare non è capire e le parole della ministra purtroppo lo
dimostrano. Gli studenti chiedono democrazia, pari opportunità,
diritti, futuro. Non parlano di cose più grandi delle competenze
della Gelmni perché i suoi provvedimenti sono stati un pezzo di
quella ricetta neoliberista che è stato il tratto distintivo del
governo Berlussconi ed è la vera causa della crisi in Italia e nel
pianeta".
I ricercatori. Critica
anche la posizione della Rete29Aprile. Per Alessandro Pezzella, si
tratta "di un intervento triste che fa emergere l'inadeguatezza del
ministro". Ancora: "Ci troviamo di fronte a un condensato di
contraddizioni. E poi bisognerebbe leggere l'intervista dal punto di
vista psicoanalitico: si tratta di una sostanziale
auto-delegittimazione. La Gelmini ammetta di essere stata travolta
dalla velocità di internet sul caso del Tunnel dei Neutrini: ma il
ministro dovrebbe governare questi processi, non farsi travolgere".
Poi le menzogne. Palesi. "Dice che gli stipendi vanno aumentati. E
invece nuovi regolamenti prevedono ad esempio che i dottorandi che
fanno didattica non percepiscano nessun tipo di compenso".
I Collettivi.
L'obiettivo è rilanciare la protesta. Per Giorgio Sestili, di
Ateneinrivolta, il coordinamento nazionale dei collettivi
universitari: "Un serio ministro dell'Istruzione, che avesse avuto
davvero a cuore le sorti della scuola e dell'università, di fronti
ai tagli di Tremonti avrebbe dovuto fare una sola cosa: dimettersi".
E le parole rilasciate nell'intervista a Repubblica "non fanno altro
che aumentare la rabbia e l'indignazione di centinaia di migliaia di
studenti che giorno dopo giorno si vedono privati del loro diritto
allo studio". Poi l'annuncio di nuove mobilitazioni: "Il 7 ottobre è
stata una prima, importante giornata di mobilitazione per gli
studenti. Già stiamo preparando la manifestazione nazionale del 15
ottobre. La Gelmini e tutto il Governo non vivranno sogni tranquilli
in questo autunno che si preannuncia rovente".