SCUOLA

Neutrini, Tfa, presidi: quale sarà
la prossima trovata della Gelmini?

Fabrizio Foschi, Luciano Clementini il Sussidiario 17.10.2011

Al Miur si erra, nel senso che si sbaglia sempre più frequentemente. L’elenco è spietato. Prendiamo per esempio il concorso per dirigenti scolastici. Il 26 agosto Viale Trastevere anticipa finalmente la pubblicazione della batteria di test dai quali saranno sorteggiate le 100 domande per la prova pre-selettiva del concorso a dirigente scolastico (si è svolta il 12 ottobre), quasi 6mila item che vengono messi puntualmente in linea il 1° settembre: contemporaneamente è pubblicata l’errata corrige per un solo errore. Il 6 settembre, in merito alle segnalazioni di errori nei quesiti “il Ministero precisa che tali imprecisioni riguardano pochissime domande”, trattandosi di “pochissimi e marginali refusi”; intanto, cresce il numero delle segnalazioni di errori veri e propri. Il 24 settembre l’Amministrazione anticipa che sono 100 i quesiti errati e altri 62 risultano inaffidabili o ambigui; l’elenco verrà pubblicato il 26 o il 27 settembre successivi. Il 29 settembre si conferma lo spostamento al 12 ottobre della prova pre-selettiva e si annuncia la pubblicazione dei quesiti eliminati; l’elenco, pubblicato alle ore 22 del 5 ottobre, contiene addirittura 976 cancellazioni, più di un sesto dei quesiti messi in linea un mese prima.

La polemica monta sempre di più, tanto che il 6 ottobre una nota del Miur sottolinea che le 5.663 domande erano state “predisposte da una commissione esterna di esperti di varia estrazione, la cui composizione è consultabile su Internet”, mentre il Ministero ha invece provveduto alla loro revisione “proprio a tutela dei candidati” e, per far questo, “ha tenuto conto di tutte le segnalazioni pervenute”, adottando “fin dall’inizio un comportamento di trasparenza nella conduzione della procedura del concorso”. Fino a che punto sia d’aiuto ai candidati ricevere una tale mole di correzioni a meno di una settimana dalla prova il comunicato, però, non lo dice, anche perché come rileva qualche sito scolastico, i quesiti errati potrebbero essere ben più di 976.

Per passare a notizie più frizzanti, si fa per dire, esplode contestualmente ai quesiti errati la gaffe del tunnel Cern-Gran Sasso sul “passaggio dei neutrini” che costa il posto al portavoce del Ministro, ritenuto responsabile del comunicato, e che tuttavia conserva l’incarico di direttore generale per lo studente, l'integrazione, la partecipazione e la comunicazione.

Grigia la rettifica: “Premesso che il comunicato stampa poteva essere formulato in maniera più precisa, è in malafede chi ritiene che qualcuno al Ministero possa pensare veramente che esista un tunnel di questo tipo. Il vero tunnel è quello di chi alimenta polemiche pretestuose prive di senso, proprio in un momento storico per la ricerca italiana”. Spiacevolmente inelegante (e poco trasparente) l’aver fatto poi sparire dal sito del Miur i due comunicati.

Perché si sbaglia? Perché lo fa proprio l’organismo che dovrebbe tutelare la correttezza dei procedimenti e delle prove? Due sono le ragioni di questa deriva: l’accentuato centralismo dell’Amministrazione e la mancanza di trasparenza. Sulla prima causa si sono spesi fiumi di inchiostro (inutilmente). Il ministero dell’Istruzione è un’entità che perpetua se stessa, non si fida della società e quando si atteggia a soggetto culturale (prerogativa che non è tra i suoi compiti) cade in clamorosi errori. Le commissioni ministeriali di cui il Miur si serve non sono solo “commissioni di esperti”, ma, fatte salve lodevoli eccezioni, commissioni dei “soliti” esperti. Li troviamo dappertutto, specie all’interno dei gangli che il Miur predispone per avere un feedback delle complesse operazioni messe in atto per governare la scuola, reclutare il personale, formare i docenti.

Oltre al resto, in una fase di crisi economica e politica più pungente come l’attuale, si ha l’impressione che determinate aperture che possono avere contrassegnato di recente forme di progettualità come “Innovadidattica”, pensata per l’aggiornamento dei docenti sul nuovo obbligo di istruzione, o il coinvolgimento, a certi livelli, delle associazioni professionali sulla delineazione della riforma della scuola superiore, siano definitivamente tramontate. Si è passati rapidamente all’incensazione dell’esperto, del tecnico, del funzionario ministeriale. Se però l’esperto cui è demandata una serie di item, impelagato in altre simili questioni, demanda ad un sottoesperto la formulazione dei quiz, come si è adombrato per questa contingenza, sono guai.

Per passare alla seconda mancanza, occorre dire che se le parole sbagliate provocano eco distorte, certi silenzi lo fanno ancora di più. È il caso del cosiddetto “occultamento di dati” sull’istruzione: pubblicazioni statistiche in grave ritardo o non diffuse affatto, come quelle relative al numero dei bocciati o ai resoconti sull’handicap. I dati di promossi e bocciati nell’anno scolastico appena concluso hanno tardato ad arrivare.

Il Miur giustifica l’ipotizzato oscuramento dei dati con un improbabile “non esiste alcun obbligo di legge a cui è tenuto il Ministero dell’istruzione in merito alla pubblicazione dei dati sulla valutazione degli alunni”, come dire che la trasparenza è un optional. Alla denuncia della Federazione Italiana Superamento Handicap, secondo la quale “da oltre due anni il Ministero dell’istruzione ha posto l’embargo su tutti i dati che riguardano i bambini e i ragazzi con disabilità presenti nelle scuole italiane”, il destinatario non risponde nemmeno.

Solo in seguito all’insistenza di diversi siti e opinionisti che avevano sottolineato la necessità impellente che al Miur iniziasse una “operazione trasparenza” sul sistema scolastico nazionale, ecco che in data 11 ottobre l’Amministrazione ha deciso di pubblicare una sintesi di dati aggiornati dell’anno scolastico appena concluso (2010/11): un anticipo significativo delle pubblicazioni che si spera vengano divulgate presto, assieme agli altri dati significativi per lo sviluppo dell’intero sistema di istruzione nazionale. E però, subito dopo (12 ottobre) i dati pubblicati sono stati rettificati. La correzione riguarda in particolare la percentuale dei docenti con incarico a tempo determinato per il corrente anno scolastico 2011/12, in precedenza data in calo di 2,2 punti rispetto a quella dello scorso anno e ora eliminata dalla tabella. Il dato espunto (12,7%) era contrassegnato con l’asterisco e indicato, quindi, come dato provvisorio. Anche la comunicazione del 12 è stata cancellata dal sito del Miur. Dunque continua il balletto delle cifre.

Ci permettiamo di perseverare a proposito della scorrettezza di giocare con i numeri, come avvenuto nel caso delle programmazioni del TFA abilitante, dove il ricalcolo dei posti avvenuto sotto la pressione popolare dell’Appellogiovani ha portato a quadruplicare il numero inizialmente indicato dal Miur: un tentativo di “operazione trasparenza” che ancora oggi ha il difetto grave di poggiare su dati che solo il Ministero conosce e può controllare.

A proposito di TFA, ci auguriamo che nell’imminente test nazionale di pre-selezione per l’ammissione al corso abilitante si eviti di incorrere negli stessi errori del concorso a preside. Le annunciate serietà e severità della prova potrebbero risentirne in modo irrimediabile.