Le misure della scuola di Stefano Stefanel da Pavone Risorse, 25.10.2011 La legge 111 del 15 luglio 2011, che ha convertito in soli dieci giorni il d.lgs 98 del 6 luglio 2011, ha abolito i Circoli didattici e le Scuole secondarie di 1° grado e generalizzato nel primo ciclo dell’istruzione la formula aggregativa dell’Istituto comprensivo, portando a 1.000 il numero minimo di alunni per Istituto in situazioni di normalità. In varie occasioni ho avuto modo di rendere pubblico il mio pensiero sull’argomento, che è sempre stato a favore degli Istituti comprensivi (addirittura io sono per gli Onnicomprensivi includendo anche le Scuole secondarie di 2° grado) e dei numeri alti. Le moltissime reggenze attualmente in vigore da ormai tre anni dimostrano che il carico di lavoro di noi dirigenti scolastici può sopportare bacini fino a 2.000 studenti. So di essere abbastanza solo in questa posizione “tremontiana”, ma dato che tremontiano non sono preciso che capisco benissimo come il Governo abbia attuato questa manovra razionalizzante non perché la pensa come me, ma perché voleva fare un po’ di cassa. Resta il fatto che tra il 6 e il 15 luglio sull’argomento nessun partito di opposizione abbia avuto nulla da dire e che le Regioni e i Comuni sono già all’opera per dimensionare nonostante i richiami dei Sindacati, preoccupati per la diminuzione di posti di lavoro di noi dirigenti, dei direttoti dei servizi generali e amministrativi e di un po’ di personale ata. E’ difficile argomentare su una materia a cui nessuno vuole dare ascolto. Preciso che lo faccio non di mia iniziativa, ma su richiesta del direttore di Pavone Risorse. Questa precisazione nasce dall’essermi visto rifiutare nel 2011 alcuni articoli sull’argomento da alcuni siti con cui collaboro in quanto quegli articoli erano contrari all’idea che “piccolo è bello”. Dunque non svolgerò grandi argomentazioni, ma mi limiterò ad enucleare i punti che a mio modo di vedere consigliano la creazione di Istituti con più di 1.500 alunni, salvo che in particolari situazioni insulari o montane. Le mie non sono considerazioni assolute, ma solo analisi nate anche dall’esperienza personale (da quattro anni sono dirigente e reggente di scuole con un bacino di 1.800 alunni il primo anno e 1.500 gli altri tre: 15 scuole il primo anno, 8 negli altri tre). Queste le mie posizioni:
Concludo brevemente ricordando che la nascita della figura del dirigente scolastico ha modificato il sistema dei rapporti nella scuola. Può darsi lo abbia fatto male ottenendo risultati contrari alle aspettative. E’ possibile anche che la figura del dirigente scolastico sia negativa e vada eliminata a favore di un ritorno al Preside o al Direttore didattico. Resta il fatto che con questa legislazione sulla scuola mantenere oggi in vita microistituti è costringere le scuole in organismi destinati a non funzionare. |