IL CASO
Cambia la terza media "Troppo difficile l´esame delle medie stop agli scritti di inglese e matematica" Corrado Zunino la Repubblica, 12.10.2011 Il ministro rivela: l´esame di terza media cambierà. Probabilmente già da quest´anno. Mariastella Gelmini ha chiesto ai suoi funzionari di mettere mano a una prova che oggi chiede a ragazzi di 14 anni lo studio di un numero di materie superiore a quello della maturità. Nelle ultime stagioni l´esame si è caricato di aspettative e oneri restando normato da una legge del ´91. UNA LEGGE pensata quando non esistevano i test Invalsi, la seconda lingua, né le scuole medie a indirizzo musicale. Nell´ultimo esame svolto, lo scorso giugno, in seicentomila hanno dovuto affrontare almeno tre prove scritte (italiano, matematica-scienze e lingua straniera), due prove Invalsi (i test sulla conoscenza lessico-grammaticale e sui principi matematici) più un esame orale che tendenzialmente ruota attorno a una tesina preparata dallo studente su più discipline, ma che poi può essere portato dalla commissione esaminatrice a un controllo su tutte le materie studiate nel triennio. Di più, in alcune scuole medie a vocazione linguistica viene richiesto lo scritto anche per una seconda lingua (e così diventano sei, compresi i test, le prove scritte). È un esame duro, quello delle medie, probabilmente troppo duro. Ieri a pranzo all´Hotel Minerva, nel centro storico di Roma, il ministro dell´Istruzione ha rivelato che si sta correndo per provare ad «alleggerire e accorpare» l´esame di Stato già quest´anno. In particolare, i suoi tecnici (segnatamente Max Bruschi, consigliere del ministro) stanno lavorando alla soppressione dello scritto di matematica, che sarebbe riassorbito da test Invalsi più ricchi e articolati. Si sta valutando se sia il caso di allargare i test anche alla prova d´inglese, cancellando l´inglese scritto e mantenendo come unica prova scritta l´italiano (con titoli scelti dalle commissioni interne delle singole scuole). In una prossima circolare, ma potrebbe anche essere un documento definitivo, si dovrebbe lasciare maggiore libertà alle singole scuole e alla loro vocazione per la costruzione degli orali e degli scritti ridotti. I test Invalsi, ovviamente, restano uguali per tutti sul territorio. Non saranno toccate le novità già introdotte sotto la reggenza Gelmini: l´ammissione all´esame e la valutazione finale (per i promossi) restano espresse in voti dal sei al dieci. «Una semplificazione è un processo che non richiede molto tempo», dicono al ministero. In queste ore si sta decidendo, entro gennaio ogni novità dovrà essere formalizzata e comunicata a provveditorati e istituti. «Vorrei alleggerire l´esame finale», ha detto il ministro, «ma ritengo che il ciclo delle medie debba restare impegnativo. Le valutazioni dell´Ocse certificano che tra le elementari e le medie c´è un brusco abbassamento della qualità e la stretta sulla selezione all´esame è diventata necessaria per non pagare i prezzi di cattive medie nei primi anni delle superiori».
Nell´incontro con i giornalisti il ministro Gelmini ha reso pubblici
i dati a lungo oscurati sui "bocciati" delle ultime quattro
stagioni. All´esame di terza media "l´effetto severità" si è
materializzato nei primi due anni di governo toccando il picco del
5,1%, ma già nel 2011 è tornato a livelli inferiori al 2009 (il
4,5%). Tra l´altro, l´anno scorso si è toccato il record dei
promossi all´esame di terza: il 99,6%. Sul fronte "dati sui
bocciati", come rivelato da "Repubblica", sono in calo quelli dei
primi quattro anni delle superiori (dal 15,5% al 13,2%). Per quanto
riguarda la Maturità, dai 15.630 non diplomati del 2006 si è passati
a 34.856, oltre il doppio. I "non ammessi" all´esame hanno raggiunto
il picco del 5,9% nel 2010, scendendo poi al 5,3%. Come si vede, la
"linea della severità" non è confermata dalle aliquote dei bocciati.
Sulla maturità, al Sud si confermano i "voti facili". In Calabria
quasi il dieci per cento si diploma con 100 o 100 e lode contro il
4,3 per cento della Lombardia. «Con l´istituzione del test
post-maturità», ancora il ministro, «daremo giustizia di questa
sperequazione e offriremo ai migliori promossi tra i cinque e i
diecimila euro l´anno per mantenersi all´università». |