Gli istituti comprensivi e la riforma mancata
L'ex-ministro Berlinguer valuta le nuove
misure da Tuttoscuola, 26.10.2011 Nel corso dell’intervista a “Ilsussidiario.net” l’ex-ministro dell’istruzione, Luigi Berlinguer, dopo aver convenuto che la riduzione del numero delle istituzioni scolastiche, data la situazione di emergenza, è un atto necessario, ha sottolineato l’opportunità di privilegiare gli istituti comprensivi nel primo ciclo d’istruzione (la legge ne prevede appunto la loro costituzione generalizzata), ricordando che a suo tempo “Chi ha dato una grande spinta agli istituti comprensivi è proprio il sottoscritto. Ottenemmo una riduzione di metà delle elementari e medie esistenti. Ma il punto è un altro: quell’operazione era in perfetta sintonia con la riforma dei cicli, che prevedeva che il primo ciclo comprendesse elementari e medie in un unico istituto e in un unico ciclo. Quella riforma strutturale però, come si sa, non venne gradita d sindacati e da docenti, poi la stessa legge che la prevedeva venne abrogata. “La Moratti ha cancellato tutto con un tratto di penna – afferma Berlinguer - facendo perdere all’Italia 15 anni di storia, mentre tutti gli altri Paesi, chi prima chi dopo, si sono mossi nella stessa direzione. Avremmo tra l’altro ridotto di un anno il corso di studi, il che, da un punto di vista tremontiano, avrebbe consentito un risparmio enorme. Non è ironico che proprio Tremonti, conservando d’accordo con la Moratti la vecchia legislazione e a abolendo la riforma dei cicli, abbia aumentato la spesa? È la conferma di quello che già sappiamo: che per l’economia italiana Tremonti sarà ricordato come un disastro”. Ora si tagliano i costi in modo diverso, osserva l’ex-ministro, ma allora “Noi pensammo la riforma con un obiettivo educativo e non di mera riduzione dei costi. Si facevano uscire i ragazzi da scuola a 18 anni invece che a 19, ma soprattutto si governava la transizione dall’infanzia alla preadolescenza in una forma morbida di sviluppo educativo; invece oggi c’è il salto, e non a caso i primi elementi di dispersione scolastica si manifestano proprio in prima media. Poi arrivò Berlusconi e la gelata bruciò gli ulivi. Un’alleanza della destra con una parte dei sindacati per difendere un anno delle elementari, perché in realtà di questo di trattava, fece saltare una riforma già pronta in Gazzetta Ufficiale”. |