La grottesca vicenda
della formazione degli insegnanti

Intervista di Paolo Ferrario, Avvenire, 22 ottobre 2011, p. 11.

 dal blog di Giorgio Israel, 24.10.2011

«A questo punto, credo che sia difficile che i tirocini possano partire quest’anno. Forse se ne riparlerà il prossimo. Ma il timore è che si stia lavorando per affossarli definitivamente».

Dalle parole di Giorgio Israel traspare tutta la delusione di chi ha messo tempo e fatica in un progetto che, forse, non partirà mai. Chiamato a luglio 2008 dal ministro Gelmini a presiedere il "Gruppo di lavoro per la formazione del personale docente", il professor Israel –ordinario di Matematica alla Sapienza di Roma – può essere considerato il “padre del Tfa”, il Tirocinio formativo attivo che, almeno nelle intenzioni di chi l’ha pensato, doveva servire ad abilitare una nuova generazione di insegnanti per le scuole superiori. E invece rischia di fare la fine di tanti altri progetti, nati sotto i migliori auspici e poi finiti ad ammuffire in qualche cassetto.

«L’impressione è proprio questa» – sbotta Israel –. Altrimenti, non si spiegherebbe lo strano silenzio del ministero che, prima ha fatto fretta al nostro Gruppo di lavoro (che in tre mesi ha presentato il Regolamento per la formazione degli insegnanti), poi ha pressato le università (costrette a tempo record a presentare le proposte formative) e adesso tace da tre settimane. Intanto il tempo passa e ormai temo davvero sia troppo tardi per partire con i Tfa quest’anno. Anche andando velocissimi, per portare a termine tutti gli adempimenti necessari si arriverebbe comunque a gennaio». Le parole di lsrael suonano come una sorta di pietra tombale sulle migliaia di giovani laureati (60mila soltanto negli ultimi quattro anni), che sognano la carriera di insegnante ma, senza i tirocini abilitanti, non possono nemmeno compiere il primo passo verso la cattedra. Eppure le premesse c'erano tutte. Dopo una massiccia campagna che, in una sola settimana, è arrivata raccogliere più di 14mila adesioni all’Appello per i giovani, promosso appunto per sollecitare il ministero ad aprire percorsi formativi per aspiranti docenti, il Miur ha chiesto alle Università di dichiarare la disponibilità di offerta formativa effettiva. Le previsioni erano di attivare circa l3 mila posti per Tfa, ma dagli atenei è arrivata la disponibilità di 26.364 posti: 7.239 per le scuole medie e 19.125 per le superiori. «Questi dati sono stati comunicati il 7 ottobre – ricostruisce il professor Israel – ma da allora dal ministero tutto tace. Forse si pensava (o, peggio: si sperava), che le università non rispondessero o lo facessero senza troppo entusiasmo. Invece, così non è stato. Anzi, gli atenei hanno dimostrato di prendere molto sul serio la proposta del ministero e, in alcune università, ci sono già commissioni al lavoro in vista dell'attivazione del Tfa. Ma se il ministero continua a non assumersi le proprie responsabilità, in buona sostanza a non far nulla, la prospettiva di un affossamento dei tirocini è molto reale. E per la scuola italiana sarebbe una vera catastrofe».

Se i Tfa non dovessero partire, continua Israel, «la nostra scuola sarà condannata a diventare sempre più vecchia», con il rischio di una «grave frattura tra generazioni diverse di insegnanti».

«Sarebbe un vero disastro conclude Israel – e una catastrofe culturale, perché la.conoscenza deve essere trasmessa da generazione in generazione e la trasmissione dell' esperienza è fondamentale per l’istruzione di un popolo».

Adesso, come hanno denunciato, a inizio settembre, i promotori dell'Appello per i giovani, la prospettiva è che, «per almeno quindici anni – prosegue Israel – nessun giovane potrà diventare insegnante e nella scuola si continuerà a immettere precari, dopo i 67 mila assunti quest’anno in forza di un accordo tra Miur e sindacati. E i giovani, che non hanno nessun sindacato che li difende, saranno ancora costretti a mettersi in coda per un posto che, forse, non vedranno mai».