La mission del Miur sembra quella di dividere Pasquale Almirante AetnaNet 30.10.2011 Non si capisce la presa di posizione di coloro che sono stati ammessi al concorso a ds, dopo avere superato la preselezione, tanto da chiedere conto e ragione dei motivi per cui i loro colleghi esclusi stiano invece facendo ricorso al tar; e si starebbero addirittura coalizzando per implementare una raccolta di firme affichè si vada avanti a oltranza lasciando al loro destino i non promossi. Dicono fra l’altro costoro che intendono difendere il loro diritto al diritto di avere superato la prova e quindi nessuno fermi la loro corsa alle due prove scritte previste per dicembre. Non si capisce e a buon ragione per il semplice fatto che la prova già di per sé è inficiata:
Già tutti questi elementi dovrebbero far gridare a tutti, ma a tutti, i docenti, ammessi e no, l’annullamento delle prove e la loro ripetizione per il sacro principio per cui il merito non si può lasciare alla improvvisazione o al sospetto; e si dovrebbe richiedere da parte di tutti i professori-educatori perfino i tabulati telefonici con il traffico tra le 8 del mattino e le 14 del pomeriggio del 12 ottobre delle cellule collegate a ciascuna scuola dove si sono svolte le prove. Cosa si vedrebbe se una tale indagine venisse fatta? Cose turche certamente benché la coalizione delle firme per non annullare il concorso è nello stesso tempo spia della condizione degli insegnanti e parabola farisea dell’operato del Miur la cui solo attività per cui sta riscuotendo grandioso successo è la divisione del mondo della scuola. Perchè alla fine il nocciolo della questione è solo questo con un lieve riferimento al concorso a direttore tecnico, dove l'inefficienza dei funzionari nello stilare la graduatoria penalizzò circa 200 docenti preparati che avevano superato la preselezione, innescando il rituale ricorso e la rituale disfida che però l'esiguo numero degli esclusi per colpa ministeriale è stato motivo di parziale soffocamento. Il Miur dunque sembra avere assunto la mission di dividere i colleghi a qualunque titolo e su tutti i fronti. Ha diviso infatti già l’universo dei precari prima in due tronconi: abilitati e no, poi tra abilitati ssis e no, poi tra pettinizzati e codisti e infine polverizzandoli perfino tra Gae di nuova formazione e di vecchia formazione, su cui ha imperato la strisciante e subdola divisone fra docenti del nord e del sud e senza dimenticare i docenti di latino e greco già sul fronte contro gli abilitati in materie letterarie. Mancava in ultimo la ciliegina della frattura tra ammessi e no che richiama l'altro concorso a dirigente del 2004 con la guerra tra i vincitori e i ricorrenti al Cga della Sicilia e che ha lasciato strascichi insanabili fra i colleghi docenti e nella cui querelle qualcuno avrebbe voluto trascinare pure il nostro sito affinché prendesse posizioni che però non fanno parte della nostra natura.
In ogni caso nulla toglie, e sarà così, che ricorsi partiranno anche
a conclusione, se conclusione avremo, delle due prove scritte fra
ammessi all'orale e no; e altri ancora all'atto della graduatoria
finale. Una montagna ulteriore di ricorsi è dunque prevedibile. |