Stranieri a scuola: se l’Italia
copiasse dall’Alabama...

da Tuttoscuola, 10.10.2011

A quanto riferisce l’inviato del quotidiano Avvenire in Alabama, un giro di vite disposto dalle autorità per controllare i clandestini sta determinando ripercussioni negative all’interno delle scuole, a causa di una disposizione che assomiglia tanto ad una ipotesi prospettata da noi e fortunatamente abbandonata, ma che ogni tanto qualcuno tira fuori.

Di cosa si tratta? Una recente legge migratoria statale, conosciuta come “HB56”, oltre a prevedere la possibilità per la polizia di chiedere il permesso di soggiorno a qualunque straniero sospettato di essere irregolare, prevede l’obbligo delle scuole di verificare lo status migratorio degli studenti nati all’estero. Nei giorni scorsi, subito dopo l’entrata in vigore della legge, si è diffuso il panico tra i “ladinos” e 1.988 piccoli ispanici hanno disertato le lezioni.

Questa assenza da scuola dura ormai da oltre una settimana e, nonostante le rassicurazioni delle autorità scolastiche, continua senza prospettare rientri a breve. La ragione dell’assenza è da ricercare nel fatto che, nonostante quasi l’88% di quei ragazzi sia di seconda generazione perché nati negli USA, la norma prevede che le scuole possono indagare sulla condizione migratoria dei genitori e risalire, quindi, alla loro eventuale condizione di irregolari.

Paura e diffidenza delle famiglie dei “ladinos” sono proprio determinate da questa possibilità di risalire ai genitori tramite i figli.

Il giro di vite sul controllo degli emigranti disposto dalla HB56 è figlio, in qualche modo, della crisi economica, perché con quel provvedimento si vuole verificare quanto spende lo Stato per l’istruzione degli irregolari.

Ma gli effetti sembrano andare al di là di questo obiettivo, perché mettono a rischio l’educazione di migliaia di ragazzi di seconda generazione, diventati cittadini americani, che disertano la scuola per “salvare” i propri genitori.