Mica per altro.
Un consiglio al Ministro Gelmini

di Aristarco Ammazzacaffè ScuolaOggi, 3.10.2011

Ho letto, su qualche giornale, che il Funzionario Portavoce della Gelmini, autore dello scoop giornalistico sul tunnel dei neutrini, è stato rimosso dall’incarico ( indubbiamente, pochi avrebbero potuto far meglio: bisogna aver studiato).

Un bel gesto – comunque - e una bella lezione – e coraggiosa – da parte del ministro: chi sbaglia paga.

Ci informano però che “il rimosso” conserva ancora il posto di Direttore Generale del Ministero e verrà addirittura promosso per riconoscimenti speciali da definire ex post; per vezzo, pare.

(Al riguardo, si dice c’entri molto la meritocrazia, che da quelle parti va a ruba).

È certo tuttavia che, almeno nella decisione di conservare l’incarico di Direttore Generale al suo ex portavoce, la ministra non c’entri, perché momentaneamente distratta – dicono – o presa da altro. (Si sa, viviamo in tempi tumultuosi e affollati: c’è in primo piano la situazione di Silvio che non si sa che fine fa – ma anche la sua di lei con lui e con loro; e con la Santanchè che mi meglio non ce n’è. Forse Lavitola, ma non è detto –. E questo non è, ammetterete, pensiero da poco. Che tempi!).

Non solo quindi il Ministro non c’entra, ma quando ci penserà (prima o dopo? Mah! Chissà; forse ‘durante’), siamo tutti sicuri che vorrà accanitamente - probabilmente per principio, dicono – allontanare “il rimosso” anche dal prestigioso incarico che ancora ricopre.

Consapevoli di ciò, vorremmo dare un consiglio al Ministro: “Ministro, si dimetta. Tanto.

Mica per altro. Se si dimette Lei, automaticamente decade anche il Suo ex da Direttore Generale. Da parte Sua, sarebbe tra l’altro l’unico modo per denunciare i rischi dell’incompetenza e affermare il valore sacro della meritocrazia. E dare , giacchè c’è, uno schiaffo alla burocrazia. Così, in un sol colpo: che non è male.

E noi, increduli, prenderemmmo così due piccioni con una fava. Che ne pensa?”.

PS. “Per questo noi le saremmo, tra l’altro, eternamente grati. E forse anche tutta la scuola italiana. Un riconoscimento che a nessuno, oggi come oggi, verrebbe mai in mente di esprimerle. Forse in Luxemburgo.

Ci pensi, ministro. Occasione irripetibile”.

A proposito di Luxemburgo, va aggiunto che la proposta di dimissioni viene proprio da lì, dove la Ministra è molto nota, al pari (o forse più, chi lo può dire?) di Brunetta e Bossi. Il primo pare che là abbia addirittura fatto domanda di insegnamento all’università – e tutti si siano messi a ridere – ; mentre Bossi si fa apprezzare soprattutto per via della carica autoerotica del suo dito alzato.

Così, almeno, sembra. Indagare.