Tutti in fila per sé di Francesco Di Lorenzo da Fuoriregistro, 29.10.2011 Tra ricorsi annunciati, quello dei partecipanti al concorso per dirigenti scolastici di qualche settimana fa, e ricorsi vinti, il caos aumenta. Del resto, tautologia o meno, il caos genera il caos. Questa è la realtà. Per quanto riguarda i ricorsi vinti, in breve, i docenti che hanno frequentato le Ssis, per sentenza del Consiglio di Stato, hanno diritto ad aggiungere al loro punteggio altri sei punti nelle varie graduatorie. Poiché non era stato possibile farlo negli ultimi aggiornamenti, ora possono rivendicare, ad esempio, la mancata entrata in ruolo, e in alcuni casi anche un risarcimento per il mancato stipendio. Insomma, se è vero che l'Italia è sempre stato il paese dei ricorsi, il dato è che negli ultimi tempi, e nella scuola, essi sono aumentati in maniera esponenziale. Si apprende, con grande gioia, che il primo dei nove punti della ormai famosa lettera di intenti che il nostro governo ha presentato alla UE, contiene al punto a, il primo, cose importanti per il futuro della scuola. Si va a leggere, e già il titolo ci sazia: 'Promozione e valorizzazione del capitale umano'. Il fatto è che, oltre al titolo, non c'è più niente. Nove righe di intenti così generici che è impossibile riassumerli. E che solo chi non è abituato ad ascoltare 'un tal linguaggio', può credere. O far finta di credere. Se poi una persona sana di mente pensa che una sola di tali genericità possa anche essere messa in pratica, allora sappia che se la cosa avvenisse, sarebbe anche peggio. E questo ci dà la misura dell'inferno in cui, volenti o nolenti, siamo costretti a vivere. È successo che, in commissione cultura del Senato, anche i rappresentati della maggioranza abbiano accolto l'invito a ridurre e rallentare l'impatto del dimensionamento degli istituti scolastici. Segno che alcune norme contenute nella legge di stabilità sono palesemente inattuabili. Mentre i sindacati, che pure sono tutti d'accordo nel non essere d'accordo con il governo, hanno preparato, per il prossimo mese, una serie di scioperi e proteste, ma in ordine sparso. Ognuno per conto proprio. Ora, se nonostante tutto, e sebbene siano d'accordo a farsi sentire contro la politica scolastica di questo governo, continuano a marciare divisi, non c'è che da prenderne atto. O far finta di capire. Oppure farcene una ragione. Al limite, pensare che sono proprio tempi difficili. Però, sospettare che così non se ne esce. |