Le 10 bugie di Gelmini-Pinocchio di Giuseppe Caliceti 4.10.2011. BUGIA N.1: UNA SCUOLA CHE PREMIA I MERITEVOLI?
Prima che Gelmini fosse – immeritatamente - Ministro all'Istruzione,
la scuola primaria italiana era al 1° posto in Europa per qualità,
ora al 13° (dati Ocse). Di che merito parla?
No. Sono in media con gli altri paesi europei. Ma Gelmini non dice
che conta anche i docenti di sostegno, in altri paesi pagati dal
ministero all'istruzione: così falsifica un corretto confronto. Dire
poi che ci sono più bidelli che carabinieri è tendenzioso:
fortunatamente è ancora così in ogni paese del mondo. Lo scandalo
sarebbe il contrario. Saremmo in un paese militarizzato.
No. Nel 2007, dati Ocse, gli studenti usciti dalla pubblica erano
mediamente più preparati di quelli usciti dalle private. Ma si è
tagliato i fondi alla pubblica. Ancora: di che merito si parla?
No. Se un docente è assente, niente supplenti: gli studenti sono
sparpagliati in altre classi senza svolgere il programma previsto.
Gelmini ha inoltre ridotto il tempo scuola: ore a scuola degli
studenti. E l'offerta formativa: ciò che viene loro insegnato. Per
risparmiare.
No. Secondo le norme di sicurezza e igieniche, per quasi la metà non
sono a norma. Anche quelle che lo erano, con le famose
classi-pollaio, non lo sono più. In caso di terremoto o di incendio
chi è responsabile della sicurezza? Nessuno lo sa. E più studenti ci
sono per classe, meno qualità c'è a scuola: gli studenti hanno meno
possibilità di essere seguiti dai docenti. Il resto sono
chiacchiere.
C'è un “tetto” massimo per classe del 30% di studenti di origine
straniera. Considerando stranieri anche i nati e sempre vissuti in
Italia, che parlano bene l'italiano. E' discriminante. E in Italia
abbiamo già un record negativo sulla dispersione scolastica:
studenti che abbandonano la scuola.
Falso. Il ministro ha ridotto le ore di aiuto agli studenti
disabili. Attualmente si parla di sponsorizzazione dei disabili per
pagar loro docenti di sostegno. Un disabile sponsorizzato dalla
FIAT? No. Pagheranno di più i suoi genitori, pagheranno caro. E chi
non ha denaro?
Con i test Invalsi è meno trasparente di una pagella. E' un
sondaggio parziale e umiliante. E poi perché l'Invasi chiede anche
titolo di studio e professione dei genitori dello studente? Se è di
origine italiana o no? Se attualmente è disoccupato? E la privacy?
L'ha già toccato: abolendo la compresenza e trasformandolo in un
doposcuola. Paradosso: proprio chi lparlava di “maestro unico”,
sottopone a ogni bambino un carosello di sei, otto, dieci docenti.
Ha trasformato l'elementare in una media: la scuola in Italia più
problematica. Al contrario: spendiamo troppo poco. In rapporto al Pil, nelle spese per la scuola, in Europa, siamo al penultimo posto: dietro di noi c'è solo la Slovacchia. E i docenti sono tra i meno pagati al mondo. Si dice che in periodo di crisi occorre tagliare. Dipende sempre dalle scelte. Per esempio, le spese militari sono aumentate. Germania, Stati Uniti, India invece di tagliare, hanno aumentato le spese per la scuola. Strategicamente. Per il loro futuro di paese. Per quello dei loro giovani.
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