L'intervento

Concorso preside a rischio

 Pasquale Almirante La Sicilia, 23.10.2011

Concorso concepito male, nato peggio, svezzato fuori controllo e quindi ad alto rischio di finire nelle aule dei tribunali per essere del tutto invalidato, oppure per trascinarsi malaticcio per decenni senza dare frutti. La diagnosi del concorso bandito dal Miur a 2.836 posti di dirigente scolastico, e svoltosi il 12 scorso con la prova preselettiva, non può essere letta in altro modo considerato che, annunciato con la promessa di un numero maggiore di cattedre, è stato atteso per oltre un anno e poi via via svilito dalle richieste perfino di sospensiva al Tar per consentire anche a chi non aveva i titoli previsti di parteciparvi, con una spirale pericolosa i cui precedenti sono visibili nella annosa questione del concorso del 2004 in Sicilia, dove è ancora attesa la sentenza della corte costituzionale che faccia salva la legge 202 del 2010. Si chiedono infatti in molti che succederà se un concorrente ammesso con riserva vincesse la preselezione e quindi le altre prove previste per diventare preside?

E ancora: quale sviluppo potranno avere gli altri migliaia di ricorsi contro le conclamate disfunzioni organizzative delle sedi dove si svolgeva la prova insieme con le macroscopiche sviste del Mir e della società incaricata di preparare le domande e i materiali per svolgere le preselezione? Difficilmente il Tar, di fronte a tante evidenze disparità di controllo fra le 113 scuole delle regioni italiane e ai colpevoli errori presenti ancora nei quiz, nonostante un migliaio circa fossero stati cassati alla fonte, potrà non dare ragione ai ricorrenti, consentendo loro di partecipare comunque ai due scritti prima della definitiva ammissione agli orali. E difficilmente i bocciati, che non si sono rivolti al Tar, ingoieranno il rospo senza batter ciglio. Per questo, di fronte a tale grottesco scenario, sarebbe opportuno annullare in radice il concorso, pagando magari i danni ai concorrenti, ma salvando almeno lo Stato da legulei contenziosi ben più onerosi, anche perché ormai va sembrando sempre più chiaro che posti effettivi di dirigente non ce ne sono e neanche per i prossimi anni. Un apparente paradosso che però si concretizza leggendo il decreto del luglio scorso sul dimensionamento col quale si fa strage di oltre 2.500 presidenze in tutta Italia, come conferma l'altra nota del 7 ottobre 2011 del Miur: “gli istituti compresivi per acquisire l'autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche”. Che è come dire: ma perché tanto affanno per diventare presidi di presidenze che non ci sono?