L'intervento

Bruschi e i precari

 Pasquale Almirante La Sicilia, 2.10.2011

Chissà cosa penserà la Corte di giustizia europea anche della scuola italiana? Sicuramente non bene dal momento che un'altra vertenza sta per partire oltre le brume alpine per opera di circa ventimila docenti regolarmente abilitati ma inopinatamente esclusi dalle Graduatorie a esaurimento per un colpo di mano del Mir, nonostante il parere della commissione cultura alla Camera fosse unanimemente favorevole.

E così dopo una manifestazione a Roma e un abboccamento col consigliere della ministra, Max Bruschi, che ha aperto loro le braccia, a questi ragazzi non resta altra strada: "Faremo ricorso al Tribunale di Strasburgo e alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo poiché c'è un'evidente discriminazione nei nostri confronti che ci danneggia a livello economico e professionale". E a guardare bene hanno ragione se il ministero ha consentito, dietro pagamento di laute iscrizioni, la loro partecipazione ai corsi Bifordoc e di formazione primaria ma immettendo nelle GaE solo i candidati del 2007 e buttando fuori quelli dal 2008 e successivi.

Ma non si ferma solo all'apertura delle braccia la interlocuzione, non solo mimica, con Bruschi. Il consigliere di Gelmini, sulla base del comunicato di questi precari, ha fornito disinvoltamente le modalità per le future immissioni in ruolo, se ce ne saranno e se la legge sui pensionamenti non sarà così rigida, come è invece prevedibile, da lasciare spazi lavorativi ai giovani. Il Miur avrebbe dunque deciso che le prossime immissioni in ruolo avverranno solo attraverso concorso e le cattedre saranno assegnate a chi lo supera. Ogni altra idoneità o altra disponibilità verrà esclusa, mentre al "concorso medesimo potranno partecipare tutti, anche coloro che sono nelle GaE, i diplomati magistrali e gli esclusi dalle graduatorie: in pratica tutti. Insomma il classico "concorsone" con centinaia di migliaia di partecipanti."

E se fosse così potrebbe pure andare bene, visto che l'ultimo concorso fu nel 1999; il problema è invece nel fatto che dopo la legge sulla formazione iniziale dei docenti non c'è stato alcun movimento ministeriale verso questa conclusione, né se ne intravvede la speranza, sfuggita fra le carte del disastro economico che non consentirebbe spese ulteriori. Infatti, un concorso al quale parteciperebbero oltre 400 mila persone (250 mila precari e 100 mila e forse più neolaureati) con quali fondi si sosterrebbe? Una ipotesi, crediamo, buttata lì dal consigliere Bruschi che da anni bofonchia questa possibilità, solo per prendere tempo e non dare risposte.