Roma, studenti sfidano divieto cortei
giovedì tenteranno di sfilare in centro

«Ma non cerchiamo scontri». Intanto nelle scuole
scatta l'allerta occupazioni, i presidi trattano con i ragazzi.

di Alessandra Migliozzi Il Messaggero, 2.11.2011

ROMA - Gli studenti dei licei capitolini si rimettono in moto e tornano in piazza domani, con un corteo che punta dritto ad arrivare in centro. Nonostante i divieti del sindaco Alemanno e il 15 ottobre con le sue ferite alle spalle. L’analisi sulla piega che ha preso la manifestazione degli indignati è stata profonda, ma chi studia alle superiori o all’università non ha voglia di «tornarsene zitto fra i banchi» si ripete nelle scuole. Perché «i problemi della crisi e dei tagli restano e a subirli siamo noi giovani». I liceali romani hanno discusso e deciso: domani si torna in piazza.

Le scuole si daranno appuntamento a Tiburtina, non lontano dalla Stazione, da lì partiranno, spiegano dal collettivo del liceo Mamiani, «per provare ad arrivare in primo municipio, per toccare il centro. Saremo pacifici, non cerchiamo scontri, ma vogliamo rispondere ai limiti imposti al diritto di manifestare da parte del sindaco Alemanno». Il corteo non sarà autorizzato: «Tanto non ci darebbero l’ok».

Il 17 novembre, poi, sarà la volta della giornata studentesca mondiale che toccherà Roma. Altro corteo in vista, stavolta anche con gli universitari, che dovrebbe avere un copione simile: partenza dalla periferia, con approdo ai bordi del centro.

Intanto nelle scuole è scattata l’allerta occupazioni. Al Tasso è partita una lettera dei genitori veterani, quelli che ci sono passati, indirizzata alle famiglie dei quartini, i ragazzi del primo anno. Nel 2010 una iniziativa simile ha aiutato a scampare l’ipotesi occupazione. Quest’anno il Comitato dei rappresentanti dei genitori ci riprova suggerendo opzioni diverse come la didattica alternativa concordata con il preside. Su facebook, nel gruppo del liceo, il dibattito è aperto anche con gli «studenti che si riservano di discuterne nelle assemblee».

L’allerta sta scattando un po’ ovunque. I presidi sono in contatto e la strategia scelta è quella di offrire «spiragli alla protesta», mettendo sul piatto interruzioni della didattica condivise per dibattiti e iniziative. Al Newton, liceo scientifico di viale Manzoni, a breve si insedierà il nuovo consiglio di istituto. «In quella data rilancerò il mio no all’occupazione e il sì alla didattica flessibile», spiega il preside Mario Rusconi, che è anche coordinatore romano dell’Associazione presidi (Anp). «I ragazzi - continua- hanno un grosso disagio che non possiamo ignorare. Hanno ragione ad avere paura del futuro. Ma c’è un limite che non si può travalicare, quello della legalità. Se dovessero scattare le occupazioni, noi presidi siamo pronti a schierarci contro».

Al Virgilio, dove le occupazioni sono durate anche un mese in passato, la moral suasion si fa faccia a faccia, nelle assemblee fra genitori. «Alcuni di loro - spiega la preside, Emilia Marano - hanno già espresso contrarietà. Io dico a tutti che l’occupazione incrina i rapporti, interrompe la fiducia». Ed è anche «fuori moda - aggiunge la preside del Mamiani Tiziana Sallusti-. Nei prossimi giorni incontrerò i rappresentanti di genitori e studenti. Sono aperta alle loro proposte. Possiamo anche pensare ad un documento condiviso di protesta del nostro liceo per raccontare i disagi della scuola. O ad una didattica alternativa. Ma l’occupazione no. Spero che i ragazzi sappiano stupirci, dimostrando che sono meglio di noi».