La legge di stabilità 2012: di Osvaldo Roman ScuolaOggi, 18.11.2011 La legge di stabilità, approvata come precondizione per l’uscita di scena di Berlusconi e della sua squadra di ministri, e le conseguenti modifiche che questa apporta nel bilancio del MIUR per il 2012, comportano per la scuola e l’università oltre un miliardo di tagli nella struttura della spesa in questi fondamentali settori. L’ultima riduzione della spesa per l’istruzione assomma a 1,07 miliardi rispetto all’assestamento 2011. Il ministro uscente ha tentato con i suoi collaboratori di nascondere, soprattutto in questi ultimi mesi, che i provvedimenti governativi, partendo dal DL 78/2010 passando per il DL 70 del maggio 2011 per finire ai decreti D.L.98/11 e D.L. 138/11 dei mesi di luglio e agosto di questo anno, comportassero una riduzione di risorse per l’istruzione aggiuntiva rispetto a quella prevista, per gli organici, dall’art 64 del D.L.112/08. In realtà con il Decreto 78, con il blocco della contrattazione e il congelamento degli stipendi, si è inciso radicalmente sulla dinamica delle retribuzioni e in particolare, solo con la soppressione delle anzianità di carriera per gli anni 2010-2011-2012, si sono ridotte le spese per Docenti e ATA rispettivamente di 320-640-e 960 milioni di euro. Inoltre altre risorse si sono sottratte al sistema dell’istruzione con il drastica riduzione dei trasferimenti agli enti locali e alle Regioni che nel periodo compreso tra il 2010 e il 2014 raggiungerà la notevole somma complessiva di 14,6 miliardi di cui almeno il 20% riguarda tale settore. La percentuale della spesa per l’istruzione sul PIL, scesa al 4,2% nel 2010, dovrà secondo le previsioni del DEF 2011 continuare a scendere giungendo al 3,7% del 2015. Rispetto al 4,8% che l’OCSE ci assegnava nel 2008 si tratta di più di un punto di percentuale, che fa circa 16 miliardi di euro! La riduzione strutturale di tale spesa a regime nel 2012 doveva essere, per i soli organici, di 4.651 milioni, derivanti dai tagli previsti dalla finanziaria 2007 e dall’art.64 della legge 133/2008, e di questi nel 2010 erano stati conseguiti strutturalmente 2.809 milioni, i residui 1.752 si sono conseguiti nel 2011 e si conseguiranno nel 2012. E’ quindi del tutto ovvio che una parte dei tagli del 2012 derivino dagli effetti della riduzione degli organici apportata per l’anno scolastico 2011-2012. Il problema però è che i tagli, per conseguire i suddetti traguardi berlusconiani, continuano e continueranno oltre le previsioni dell’art. 64 del D.L 112/08. Si vuole nascondere tale circostanza quando, ad esempio stando alla relazione tecnica e alle tabelle che riassumono, nell’ambito del Dl 98/2011, le misure che concorrono al contenimento delle spese in materia di pubblico impiego, si sostiene che l’articolo 19 non vi concorre neppure per un euro! Infatti per tutto l’art. 19 del Decreto legge 98/2011 la relazione tecnica, per nascondere la loro effettiva entità non quantifica le riduzioni di spesa. Ulteriori riduzioni di spesa quali quelle indicate nell’art.19 avrebbero invece dovuto essere motivate e quantificate negli anni. Invece il blocco degli organici di cui al comma. 7 e seguenti è permanente. Non si comprende come al comma 9 si intenda adottare la norma di salvaguardia (il taglio lineare delle spese non obbligatorie) in assenza di una quantificazione nella legge dei risparmi da conseguire. Inoltre si tratta di misure il cui carattere esclusivamente compensativo, rispetto a quelle adottate in attuazione dell’art. 64 dovrebbe in ogni caso essere esplicitamente indicato nell’articolato di legge. Invece il blocco degli organici di cui al comma 7 è permanente entrando in tal modo in contrasto sia con lo stesso Regolamento n. 89/09, sia anche rispetto allo stesso articolo 64, come integrato dalla legge 137/09, in materia di generalizzazione del maestro unico e di soppressione totale dei TEAM nella scuola primaria. Tale impostazione comporta la possibilità di una soppressione di un numero di posti nell’organico docente superiore a quegli 87.000 necessari per aumentare da 8,9 a 9,9 il rapporto studenti docenti. Era questo ”l’unico principio pedagogico” posto alla base della riforma epocale. E la legge non consentiva e non consente al governo di superarlo. Il blocco permanente degli organici ovviamente può essere imposto per legge ma solo quantificandone i possibili risparmi di spesa e non può essere fatto derivare, come fa Tremonti con il comma 7 dell’art. 19, dalla semplice attuazione dell’art-.64 della legge 133/2009. Analoga situazione si determina ai commi 4, 5 e 6 dell’art.19 di quel decreto per l’aggregazione della scuola di base in istituti comprensivi; per l’obbligo di assegnare a reggenze le scuole autonome con meno di 500 studenti e per l’obbligo di ridurre il numero di casi in cui è previsto il semiesonero o l’’esonero dall’insegnamento del docente collaboratore del Dirigente. Così pure al comma 11 per l’organico di sostegno e ai commi 12,13,14 e al comma 15 per il personale docente inidoneo. Anche in tutti questi casi la relazione tecnica non quantifica i tagli e li considera strumentali al pieno conseguimento degli obiettivi finanziari previsti dall’art. 64 della legge 133/2008. Per i commi 1,2 e 3 che riguardano l’INVALSI e l’INDIRE invece si fa riferimento alle economie che avrebbe previsto l’art 2 della legge 244/2007. Se esaminiamo con qualche attenzione i commi dell’articolo 19 emerge che i tagli per la scuola negli anni 2013 e seguenti ci sono e che, se si sommano con quelli previsti dall’art. 16, sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti, e dall’art. 20 sugli Enti locali, sono anche consistenti. Come è evidente siamo stati in presenza di un governo di rubagalline e di contraffattori di ogni tipo di regole istituzionali. Dal nuovo governo, pur nel rispetto dei famigerati saldi di finanza pubblica, ci si deve aspettare, quantomeno un pieno ritorno alla legalità istituzionale. Le violazioni e gli strappi procedurali e regolamentari che, con l’ausilio della P4, hanno costellato la vicenda governativa dei vari Tremonti, Gelmini e Brunetta dovranno essere banditi per sempre. Questo paese, ha visto le Circolari sostituirsi alle Leggi, i conti dello Stato continuamente manipolati e l’assoggettazione della dirigenza scolastica e amministrativa alle pretese dell’esecutivo, senza che (forse riusciremo a capire perché) gli organi della magistratura amministrativa e contabile abbiano dato un segnale di reale comprensione della gravità delle violazioni commesse.
Il problema degli esuberi scolastici, 10.000 unità, entra nel nuovo art .33(come modificato dal maxi) della legge 165/2000. Se ne è parlato sui giornali. Il fatto che non appare nei giornali, è che questo personale ha occupato posti vacanti che non sono stati coperti con nuove nomine di precari e che quindi non è costato finora niente allo Stato. Tale personale avrebbe dovuto essere impiegato in parte sul sostegno previo corso di formazione. Non potrà invece essere spostato altrove perché altrimenti sui posti di organico vacanti si dovranno nominare a tempo indeterminato nuovi precari. Inoltre per gli ITP si realizza con il comma 87 dell’art 4 della legge di stabilità una forma coatta e sotto qualificata economicamente e didatticamente di collocazione in un altro ruolo. Si anticipa e forse, sia pur in malo modo, si evita la mobilità obbligatoria seguita dalla cassa integrazione e dal licenziamento.
Le quantificazioni dei nuovi tagli apportati per la scuola dal
disegno di legge di stabilità per il 2012 si sprecano nella
relazione tecnica che accompagnava il disegno di legge.(AS 2968)
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