Cara ex
ministro, gli "Spicchi" di Franco Labella l'Unità, 22.11.2011 Gli Spicchi cambiano. Per i quattro affezionati lettori di Spicchi d’aglio l’appuntamento è con una nuova rubrica. Un altro titolo ma lo stesso spirito di sempre. Per non perdere l’abitudine all’esercizio nobile della critica. Che è il sale della democrazia. Di quella politica.
Anche nella
scuola. Senza di lei, giovane ex Ministro, probabilmente, gli Spicchi d’aglio non sarebbero mai nati. Sono state, con quella di oggi, 60 uscite. Grazie giovane ex Ministro. Per lo meno una buona azione l’ha fatta. La autorizzo persino ad inserirla nel suo prossimo libro di favole.
Il capitolo
potrebbe intitolarlo: “Dagli Spicchi d’aglio al profumo di un’altra
scuola”. Le Gelmini passano ma i suoi “esperti” provano a continuare ad esserci. L’ex manager McKinsey Roger Abravanel è uno di quelli che ha ispirato i “cambiamenti epocali” della giovane scrittrice di favole. E’ quello che ha fatto distribuire un po’ di soldi (risparmiati anche dagli insegnanti) ad un numero infinitamente piccolo di docenti sulla base di un “merito” piuttosto singolare e cioè la presentazione di una autocandidatura ad ottimato della scuola sulla base di un curriculum autocertificato. Un po’ la sua storia in fondo. Da ex manager di successo ad esperto di politiche scolastiche. Tutto rigorosamente autocertificato e nemmeno nel curriculum ma sui libri venduti. Decisamente un po’ poco. Perché se anch’io scrivessi libri, chessò, su come si seleziona il personale nelle aziende, mica mi fanno manager della Mc Kinsey solo per quello…. Leggere, in una recente intervista dedicata alla nomina di Profumo a nuovo Ministro della Pubblica Istruzione, la prosa di Abravanel è qualcosa che rimescola il sangue per l’emozione: “Dico sempre che la scuola e l’università sono la più grande azienda d’Italia... mi spiace per i sindacati, ma un po’ di sano aziendalismo è quello che ci vuole per la scuola italiana” “E’ così, perché azienda vuol dire premiare i capaci”. E’ di tutta evidenza che l’ingegnere non ha molta dimestichezza con gli art.33 e 34 della Costituzione, quelli che sono dedicati alla scuola. E manco con l’art. 3 della Carta. “I dati Invalsi, dice l’Ue e non io, indicano chiaramente che troppe scuole sono un disastro. Chiediamoci: che cosa ci fanno le scuole con quei dati? Occorre rendere subito trasparenti i dati dell’Invalsi, e obbligare ogni scuola a pubblicarli. Non si può fare più a meno di un processo di valutazione delle scuole il più univoco e trasparente possibile.” Che qualcuno spieghi all’ingegnere che, tanto per parlare di trasparenza, forse Invalsi dovrebbe chiarire qual è lo scopo delle sue rilevazioni perché sullo spirito delle stesse c’è un po’ di confusione. Misurazione degli apprendimenti o valutazione delle scuole? Solo chi immagina, come l’ingegnere, che gli allievi siano come le automobili o i pensili da cucina può credere e far credere che le due finalità, con le attuali modalità di formulazione e rilevazione, siano coincidenti. E perciò, prendendo a prestito un dialetto che non è mio, caro ingegnere Abravanel, Ofelè fa el to meste’ . Di pasticcieri ce n’è un gran bisogno, di pasticcioni “esperti” come quelli gelminiani nella scuola italiana ce ne sono stati già abbastanza. De hoc satis. |