La scuola statale dell’infanzia
scopre gli anticipi

da Tuttoscuola, 7.11.2011

Aumentano gli anticipi nella scuola dell’infanzia, che nel 2009-10 hanno superato gli 84 mila iscritti, sfiorando nel 2010-11 gli 86 mila, con una tendenza ad una possibile ulteriore espansione. Ma questo fenomeno è in parte “drogato” da una irregolarità nelle iscrizioni: nonostante l’anticipo sia consentito ai nati entro il 30 aprile (e quindi di almeno due anni e cinque mesi di età al momento dell’inizio della scuola), risulta che più del 10% dei bambini anticipatari è nato dopo il 30 aprile.

Ripercorriamo brevemente la storia di questo istituto normativo degli anticipi di iscrizione. Quando il ministro Moratti, guardando all’Europa, inventò l’anticipo nella scuola primaria per dare una soluzione parziale all’abbreviazione del percorso scolastico - con l’obiettivo di consentire il conseguimento del diploma di maturità a 18 anni - volle compensare quell’uscita anticipata dalla scuola dell’infanzia offrendo la possibilità di iscrizione anticipata anche in questo primo settore scolastico. Ma quell’anticipo per la scuola dell’infanzia, attuato come soluzione di ingegneria istituzionale senza respiro pedagogico, ebbe vita breve e venne cancellato con l’abrogazione da parte del Governo Prodi della legge che lo aveva istituito.

Nella sua breve esistenza, però, l’anticipo morattiano fece emergere un insospettato gradimento da parte di molte famiglie: nel 2004-05 furono infatti circa 66 mila i bambini anticipatari e 72 mila l’anno dopo, di cui il 40% in scuole statali e il 60% in scuole paritarie (al Sud e nelle Isole, però c’era una leggera prevalenza dei bambini anticipatari nelle scuole statali).

Il ministro Gelmini, facendo tesoro dell’esperienza delle sezioni primavera, il servizio educativo per bambini di due-tre anni istituito nel frattempo, ha re-istituito gli anticipi per la scuola dell’infanzia e, stando ai dati quantitativi, ha nuovamente trovato il gradimento delle famiglie.

Dai dati forniti in questi giorni dal Miur ai sindacati emerge inoltre che il maggiore numero di iscritti si registra nelle scuole statali, che hanno capovolto il rapporto rispetto alle scuole paritarie. Per le statali la percentuale è infatti del 60% contro il 40% delle paritarie, con tendenza ad allargare la forbice tra i due settori gestionali, grazie soprattutto agli anticipi nelle regioni meridionali e insulari.