Visco: l’istruzione rafforza da TuttoscuolaNews, n. 513 28.11.2011 Nel discorso tenuto venerdì scorso a Catania in occasione del XXX congresso dell’Aimmf (Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia) il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha sostenuto che non bastano le politiche macroeconomiche per fare uscire l’Italia dalla crisi. Serve piuttosto combattere i ritardi strutturali con riforme che favoriscano la concorrenza, migliorino il mercato del lavoro e rendano efficiente la giustizia civile. E soprattutto serve “investire in conoscenza” (che è anche il titolo di un suo libro pubblicato nel 2009) anche perché “i benefici di una maggiore istruzione si estendono a molte altre dimensioni della vita umana” come il consolidamento del senso civico, il rispetto delle regole, il rifiuto dell’illegalità, la disponibilità a cooperare: tutti elementi costitutivi del “capitale sociale”, il cui rafforzamento è un forte fattore di progresso non solo sul piano etico-sociale ma anche su quello specificamente economico. Per questo i ritardi del nostro sistema di istruzione sono doppiamente gravi e pericolosi, e vanno colmati in via prioritaria. Fra l’altro, ha sottolineato Visco, i dati offerti da numerose ricerche mostrano che l’istruzione è un investimento redditizio anche in Italia, pur se meno che in altri Paesi. Ma di questo non sembrano essere consapevoli i giovani italiani, che soltanto per poco più della metà considerano conveniente conseguire un’istruzione avanzata, la percentuale più bassa tra tutti i Paesi dell’Unione europea. Sulle scelte dei giovani influisce notevolmente la loro estrazione sociale, più di quanto accade in altri sistemi scolastici: è un altro problema da affrontare perché questa forte corrispondenza tra le origini familiari e le scelte scolastiche ostacola gravemente la mobilità sociale e costituisce un enorme spreco di capitale umano. Visco si è soffermato anche su tema dell’integrazione. Senza “meccanismi efficaci di integrazione” per gli studenti figli di cittadini stranieri in Italia “la dotazione di capitale umano del nostro paese”, già su bassi livelli, “rischia di essere ulteriormente penalizzata” visto che questi saranno una parte sempre maggiore della popolazione studentesca. “Già alla fine della scuola primaria circa un terzo di loro, contro il 2% degli italiani, è in ritardo rispetto al corso di studi”. |