L'ingegnere che punta sugli Its E su un territorio intelligente nella gestione delle risorse di Giovanni Bardi ItaliaOggi, 22.11.2011 Istituti tecnici superiori e università, attivatori di territori intelligenti. Così ne parla il nuovo ministro dell'istruzione, università e ricerca, Francesco Profumo. Scriveva il neoministro, in tempi non sospetti, dalle pagine Italianieuropei: «Occorre valutare attentamente se non sia opportuno che il sistema universitario italiano si diffrenzi progressivamente per svolgere adeguatamente la missione assegnatagli dalla carta costituzionale». Profumo ha in mente un'architettura distribuita fra centri softcore più professionalizzanti (erogatori di lauree triennali), e altri hardcore per l'erogazione di lauree magistrali, dottorati con propensione alla ricerca. Al di qua del guado, il sistema dell'istruzione secondaria riflette la stessa composizione, con il canale liceale da un lato e quello dell'istruzione tecnica e professionale dall'altro, a fare da gateway per la prosecuzione degli studi a livello terziario e per l'ingresso nel mondo del lavoro. Un'attenzione a sé Profumo la dedica agli Istituti Tecnici Superiori (its) disciplinati dal dpcm 25 gennaio 2008. Uno strumento da inquadrare nella riforma dell'università. Profumo, forte della sua esperienza nel mondo del privato (ha lavorato come ingegnere all'Ansaldo di Genova), è portatore di quella logica della formazione tarata sulle esigenze delle imprese e immagina uno scenario in cui sia da ripensare la stessa distribuzione delle università in virtù di federazioni tra atenei di regioni diverse, ma anche di federazioni con gli its stessi «sul modello delle Fachhoschulen tedesce, delle Supsi svizzere, del Brevet de technicien supérieur e del Diplome universitaire de technologie francesi». L'istituto tecnico superiore ha senso, ricorda Profumo, soprattutto per il rafforzamento del raccordo tra scuola e impresa. Un risultato possibile se istituti tecnici, imprese, agenzie formative, università e centri di ricerca sapranno progettare insieme percorsi per l'ingresso immediato nel mondo del lavoro da un lato, ma anche per l'accesso alla laurea magistrale dall'altro. Si tratta di immaginare una nuova classe dirigente per l'innovazione del sistema tra formazione e lavoro a partire dagli Its. «Un modello già suggerito nel 1998 dall'Ocse di alta formazione», diceva Profumo, «basato su elementi distinti e sinergici: l'accademia tradizionale da un lato, l'alta formazione professionalizzante dall'altro». Ora avrà occasione di passare dalle parole ai fatti. |