Parole, parole, parole...
di Francesco Di Lorenzo
Fuoriregistro,
19.11.2011
Gli ultimi atti ministeriali della Gelmini confermano in pieno la
linea di condotta da lei seguita negli ultimi tre anni e mezzo.
Niente di sconvolgente e di nuovo, per carità. Solo la fotocopia di
ciò che avvenne con Fioroni, la cui sintesi è: 'Prima di sloggiare,
sistemare in extremis qualche amico raccomandato, e non dimenticare
di finanziare le scuole private'.
Sarà una clausola imprescindibile del vademecum di questo ministero,
che probabilmente preciserà: 'prima di andare via, spegnare la luce,
il gas, sistemare gli amici e ricordarsi di dare soldi alle scuole
private'.
Infatti, il decreto firmato da Gelmini e Tremonti il giorno 11
novembre assegna i 245 milioni di euro del contributo statale per il
2011 alle scuole private. Gli altri, cioè gli statali, possono
attendere, chissenefrega! Sarebbe stato più opportuno il contrario?
Domanda inutile e retorica.
Poi.
Il giorno 16 novembre, si è saputo dal Corriere della Sera, che la
Gelmini, per onorare il merito, ha piazzato, all'ultimo momento, il
74enne (largo ai giovani) professore e rettore dell'università
Parthenope di Napoli (a quanto sembra la peggiore università
italiana), nel consiglio di amministrazione del Consiglio Nazionale
delle Ricerche.
Che c'è di strano? Questo. Il rettore promosso è il simbolo di
quello che la ministra dice di combattere. Nella sua Università ha
trovato il modo di far insegnare figli, generi, nuore, mogli e
amici.
E non era una novità. Intervistato tempo fa, il rettore incriminato
non aveva affatto nascosto il suo nepotismo. Solo, aveva detto, non
stava bene farlo uscire sui giornali.
Viva il merito, abbasso il nepotismo, e vai!
Il nuovo ministro della Pubblica Istruzione è il Professor Francesco
Profumo presidente del consiglio nazionale delle ricerche ed ex
rettore del Politecnico di Torino.
Tutti i responsabili-scuola dei partiti hanno espresso consenso e
soddisfazione per la nomina. Si va dal PD, al segretario della CGIL
scuola, al FLI: insomma una linea di credito verso Profumo è stata
da tutti condivisa. Sono gli studenti, invece, che a quanto pare non
concedono sconti. Specialmente coloro i quali sono scesi in piazza
giovedì 17 novembre. Vedono rappresentata nel ministro l'espressione
del vecchio mondo universitario legato ai baroni, a quelli che hanno
favorito la riforma della Gelmini. Poi, hanno chiesto due cose in
particolare: fermare i tagli alla scuola, e aprire una linea di
dialogo che è mancata, anzi ultimamente non è proprio esistita. In
mancanza di ciò, hanno detto gli studenti, saranno ancora più duri
che con il precedente ministro.
Roger Abravanel, manager e già consigliere iniziale del ministro
Gelmini, ha giudicato la nomina del neoministro un'ottima scelta. La
motivazione al suo giudizio positivo è che il prof Profumo è
praticamente un aziendalista, come piace a lui. Queste la sua
motivazione:
"Profumo? In realtà non è un accademico puro, perché prima
dell'università ha lavorato diversi anni in Ansaldo. Vuol dire che
sa bene come funziona un'azienda oltre che l'università. Dico sempre
che la scuola e l'università sono la più grande azienda d'Italia...
mi spiace per i sindacati, ma un po' di sano aziendalismo è quello
che ci vuole per la scuola italiana".
Avendo usato nel 2008 più o meno le stesse parole per il ministro
Gelmini, c'è da incrociare le dita.
Il neoministro è avvertito. Stia attento!