Lettera al nuovo Ministro dell'istruzione

 di Simone Giuseppe La Tecnica della Scuola, 21.11.2011

All’On. Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

All’On. Presidente della Camera dei Deputati


Oggetto: Situazione del precariato scolastico. Quadro normativo del sistema di reclutamento. Proposta di interventi.

Onorevole Ministro,

Con la presente, intendiamo sottoporre alla Sua cortese attenzione la nostra situazione di docenti precari al fine di proporre l’adozione di interventi per favorire la risoluzione del problema del precariato scolastico.

Per una esaustiva comprensione della questione in argomento, è utile riepilogare il relativo quadro normativo nella sua evoluzione. La Legge n. 296 del 2006 (finanziaria 2007), al comma 605 dell’art. 1, ha trasformato le Graduatorie Permanenti in Graduatorie ad Esaurimento, facendo salvi i nuovi inserimenti, da effettuare per il biennio 2007/2008, per i soli docenti che fossero già in possesso di abilitazione e, con riserva del conseguimento del titolo di abilitazione, per quelli che alla data di entrata in vigore della legge stessero frequentando i corsi abilitanti Ssis, Cobaslid, Scienza della Formazione Primaria ed i corsi di Didattica della Musica presso i Conservatori di Musica. L’art. 64 del Decreto Legge n. 112 del 2008, convertito con modificazioni dalla Legge n. 133 del 2008, ha poi stabilito la sospensione delle procedure per l’accesso alla SSIS per l’anno accademico 2008/2009, e fino al completamento degli adempimenti riguardanti la razionalizzazione e l’accorpamento delle classi di concorso e la revisione dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione degli organici del personale docente ed Ata.

Il successivo Decreto Legge n. 137 del 2008, convertito con modificazioni dalla Legge n. 169 del 2008, ha eccezionalmente previsto all’art. 5-bis l’inserimento nelle Graduatorie ad Esaurimento di coloro che hanno frequentato i corsi del X ciclo presso le Ssis o i corsi Cobaslid attivati nell’anno accademico 2007/2008 ed hanno conseguito il titolo abilitante. In applicazione della norma sopracitata, il Decreto Ministeriale n. 42 dell’8 aprile 2009 di integrazione e aggiornamento delle Graduatorie ad Esaurimento per gli anni scolastici 2009/2010 e 2010/2011 ha individuato le categorie di aspiranti che potevano presentare domanda di inserimento nelle graduatorie, sia a pieno titolo che con riserva. L’orientamento legislativo di non estendere l’inclusione nelle Graduatorie ad Esaurimento ad altre categorie di aspiranti oltre quelle già indicate, è stato ulteriormente confermato dall’art. 9, comma 20 del Decreto Legge n. 70 del 2011, convertito con modificazioni dalla Legge n. 106 del 2011, il quale ha stabilito che l’aggiornamento delle graduatorie è consentito, con cadenza triennale (non più biennale), “senza possibilità di ulteriori nuovi inserimenti”.
Pertanto, il Decreto Ministeriale n. 44 del 12 maggio 2011, parzialmente modificato con successivo decreto n. 47 del 26 maggio 2011 a seguito della citata disposizione che ha reso le graduatorie triennali, ha previsto soltanto le seguenti tipologie: permanenza e/o aggiornamento del punteggio degli aspiranti già inseriti in graduatoria, conferma dell’iscrizione con riserva o scioglimento della stessa, e trasferimento ad una provincia diversa da quella di inserimento. Dal quadro normativo sopra esposto si può evincere che non sussiste alcuna disposizione legislativa che prenda in considerazione gli iscritti ai corsi abilitanti successivi all’anno 2007/2008, in quanto il legislatore ha ritenuto opportuno non incrementare ulteriormente il canale di reclutamento costituito dalle Graduatorie ad Esaurimento. Ciò al fine di conseguire l’obiettivo di evitare il formarsi di nuovo precariato ingrossando le fila di quello già esistente. Pertanto, il titolo conseguito dai colleghi abilitati esclusi dalle Graduatorie ad Esaurimento, pur utile per insegnare nelle scuole con diritto ad iscriversi nella Seconda Fascia delle Graduatorie d’Istituto per il conferimento delle supplenze, non è tuttavia idoneo per l’inserimento nelle Graduatorie ad Esaurimento. Gli stessi potranno partecipare ai concorsi che saranno indetti e che saranno destinati nella misura del 50 per cento a tutti gli abilitati (anche con i nuovi percorsi abilitanti del TFA – Tirocinio Formativo Attivo) e per l’altro 50 per cento ai docenti inseriti nelle Graduatorie ad Esaurimento. L’Art. 400 del Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 (Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione) sancisce che “ L'indizione dei concorsi è subordinata alla previsione del verificarsi nell'ambito della regione, nel triennio di riferimento, di un'effettiva disponibilità di cattedre o di posti di insegnamento. Per la scuola secondaria resta fermo quanto disposto dall'art. 40, comma 10, della legge 27 dicembre 1997, n. 449. L’art. 40, comma 10, della legge 27 dicembre 1997, n. 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica), stabilisce che “i concorsi per titoli ed esami a cattedre e posti d'insegnamento nelle scuole secondarie possono essere indetti al fine di reclutare docenti per gli insegnamenti che presentano maggiore fabbisogno” L’art. 1, comma 2 del Decreto Ministeriale – Bando Concorso – Scuole Secondarie di Primo e Secondo Grado dell’1 aprile 1999 prevede che “I concorsi sono indetti solo nelle regioni nelle quali è prevista la disponibilità di cattedre nel periodo di validità del concorso (all. n.1).” Ciò detto, in Italia abbiamo: 1. Le liste dei Concorsi Ordinari degli anni 1990 e 1999, che in alcune province attendono ancora di essere esaurite; 2. Un numero di 250.000 precari, cosiddetti “storici”, inseriti a pieno titolo nelle Graduatorie ad Esaurimento, da decenni in attesa di stabilizzazione; 3. Altri 20.000 docenti abilitati che attendono di poter essere inseriti nelle suddette Graduatorie; 4. Un esercito di laureati che chiede di potersi abilitare.

A fronte di ciò, chi governa ha il dovere di porre rimedio, nel rispetto, però, delle Leggi sulle quali noi, On. Ministro, Le chiediamo di voler costantemente vigilare. A tal proposito, è ad dir poco singolare il fatto che, nella passata legislatura, alcuni On. Deputati del PD abbiano più volte proposto, attraverso diverse interrogazioni parlamentari, proprio l’inserimento nelle GaE dei nuovi abilitati, pur sapendo che la normativa vigente non permette “ulteriori nuovi inserimenti” in tali graduatorie. Allo stesso modo appare incomprensibile l’attuazione di nuovi corsi abilitanti alla docenza come il Tirocinio Formativo Attivo (Tfa), fortemente voluto dall’On. Maurizio Lupi e da Comunione e Liberazione. Nel modo in cui verrà strutturato, questo nuovo corso di abilitazione all’insegnamento sarà un vero e proprio inganno per tutti. Le sue conseguenze negative per il sistema scolastico si avvertiranno negli anni a venire, mentre il disastroso impatto che avrà su tutti i docenti precari della scuola sarà imminente. La situazione dell’accesso alla professione docente sarà infatti aggravata dall’aggiunta di una nuova categoria di aspiranti che andrà ad aggiungersi a quelle già esistenti. Tutti a litigare per spartirsi le briciole di un lavoro che viene sbandierato, tolto agli uni e dato agli altri, nella confusione più generale, a danno della continuità didattica e della qualità dell’insegnamento.

La scelta di aprire nuovi percorsi di abilitazione in una situazione di incertezza, senza la definizione completa dell’attività procedurale del reclutamento del personale docente, è solo una riposta che, come tutte quelle date riguardo alle questioni del precariato della scuola, rischia di rivelarsi controproducente laddove le legittime aspettative di tutti corrono il serio pericolo di rimanere disattese. Si finisce così per mettere l’uno contro l’altro i lavoratori di uno dei settori più importanti del Paese, fondamentale per il futuro delle nuove generazioni. Non si può rendere sempre più precario il lavoro docente e pretendere poi di ricevere in cambio professionalità e passione. In un momento di crisi economica come quello attuale, la scelta di investire nel sistema della scuola e della formazione rappresenta un controsenso rispetto alle scelte operate dal Governo precedente; il quale, col pretesto di premiare il merito e razionalizzare il settore, ha solo tagliato risorse e negato i diritti sia degli insegnanti che degli alunni. La ricetta più semplice, a nostro avviso, sarebbe stata la seguente: 1. Assorbire il precariato già esistente nelle GaE, con priorità assoluta. 2. Poi, formare e selezionare esclusivamente i precari non abilitati con lungo servizio di insegnamento, per valorizzare la loro esperienza e dare finalmente stabilità e dignità a queste persone. 3. Infine, aprire gradualmente nuove possibilità ai neolaureati nel quadro di una rivisitazione complessiva del reclutamento, volta soprattutto a semplificare il sistema. Sarebbe stato semplice, ma il Governo Berlusconi ha preferito complicare i problemi, anziché risolverli, pur di danneggiare i lavoratori precari, sfruttandoli solamente e cedere ad oscure manovre di spartizione di numeri con i potentati universitari, sbandierandoli falsamente come futuri posti di lavoro. Questa è la verità che non può essere smentita e questo è ciò che devono sapere tutti i giovani che sperano in questo lavoro e che rischiano di essere, ancora una volta, vergognosamente illusi.

Ci aspettiamo, dunque, che Lei, On. Ministro, voglia prendere atto della situazione reale fin qui rappresentata e non si faccia partecipe, né attraverso la forma del silenzio – assenso, né attraverso improponibili e illegittimi nuovi inserimenti in graduatorie già intasate, né attraverso l’istituzione di un infinito e inesauribile doppio canale (GaE/Concorsi), del rinvio “alle calende greche” della risoluzione di un problema così grave come quello del precariato scolastico. La preghiamo, invece, di voler adottare fin da subito le misure necessarie per garantire il diritto al lavoro e alla stabilizzazione dei docenti precari da una parte e il diritto alla continuità didattica dall’altra, restituendo alla scuola il ruolo educativo che essa merita. Tutto ciò, non solo in considerazione dei motivi fin qui esposti, ma anche dell’imprescindibile, reale e quanto mai auspicata discontinuità amministrativa che il nuovo Governo, ci auguriamo, vorrà rappresentare.

Distinti saluti

Simone Giuseppe