Piano sicurezza delle scuole,
dopo l’inchiesta di Report quella della magistratura

L’AQUILA. Per il commissario alla ricostruzione Gianni Chiodi l’inchiesta andata in onda nelle scorse settimane su Rai 3 era frutto di «un taglia e cuci che distorce la realtà» ma adesso la Guardia di Finanza vuole vederci chiaro e la procura aquilana ha aperto una inchiesta.

da PrimaDaNoi, 21.11.2011

IL VIDEO DI REPORT E LA TRASCRIZIONE INTEGRALE

La Procura della Repubblica dell'Aquila ha aperto un'inchiesta, per ora contro ignoti, sul piano di interventi di messa in sicurezza nelle scuole abruzzesi danneggiate dal sisma denominato. Sono 226 i milioni di euro messi a disposizione dal Cipe proprio per gli interventi su quegli edifici che hanno subito danneggiamenti a causa del terremoto. A condurre le indagini, coordinate dal pm Fabio Picuti, è la Guardia di Finanza. I finanzieri nei giorni scorsi hanno sequestrato gli atti con cui l'ufficio del Commissario per la ricostruzione ha originariamente inserito 213 edifici scolatici nell'elenco degli interventi da fare. I militari torneranno ancora a visitare gli uffici. E' stato il commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi, a firmare il decreto, il n.61, che ufficializza il programma. La magistratura vuole fare luce sulle modalità di redazione della lista degli interventi che, secondo la legge, sono diretti a edifici che hanno subito danni e lesioni a causa del terremoto del 6 aprile 2009.

In merito al Piano, presentato da Chiodi di recente in un incontro con la stampa a Palazzo Chigi, sono divampate polemiche tra le forze politiche, che in particolare hanno coinvolto il commissario e presidente della Regione, Chiodi, l'assessore comunale dell'Aquila Stefania Pezzopane e il dirigente responsabile dell'ufficio del Commissario Antonio Morgante, vice sindaco di Magliano dei Marsi (L'Aquila), Comune a cui è stato assegnato un finanziamento di oltre cinque milioni di euro.

A far venire a galla alcune anomalie è stata una inchiesta della trasmissione "Report" in onda su Rai Tre, dalla quale tra l'altro è emerso che nella lista dei beneficiari sono stati inseriti edifici scolastici in centri della costa come Ortona e Francavilla al Mare, dove il sisma non ha provocato danni.

Ma nel mirino del team della Gabanelli era finita anche la scuola di Castel del Monte, un edificio dove da tempo si è insediato il Comune e dove i ragazzi non entrano più. Sarebbero al vaglio degli investigatori proprio le segnalazioni di alcuni enti che in un primo momento hanno inserito edifici, poi li hanno cancellati, come nel caso di Ortona e Francavilla al Mare. L'ufficio del Commissario, dopo una prima valutazione, ha stralciato una trentina di interventi, tanto che si è in attesa di un secondo decreto commissariale con cui ridistribuire le risorse, anche per le scuole escluse in un primo momento dai fondi Cipe, come Rocca di Mezzo e Castel di Sangro. A questo punto, con l'intervento della magistratura l'atto potrebbe essere rinviato. Fonti commissariali sottolineano che il decreto non assegna i fondi visto che per l'erogazione si rimanda all'esame dei progetti da parte della struttura tecnica di missione. Non è chiaro se la magistratura stia indagando anche sugli appalti dei lavori effettuati dalla Provincia dell'Aquila sui quali comunque c'erano stati ricorsi al Tar da parte di alcune ditte che hanno contestato l'operato della commissione esaminatrice dei progetti.

Questa è comunque la seconda indagine che si abbatte sui fondi per le scuole. Ad indagare, nell’altro caso, è la procura di Pescara che aveva già scoperto due anni fa interessi molto particolari dell’ingegner Carlo Strassil su certi appalti per la ristrutturazione dei plessi scolastici con certificazioni di agibilità a volte eseguiti in maniera spicciola .

«La delibera CIPE parlava chiaro», commenta l’assessore del Pd Stefania Pezzopane, «dovevano essere scuole e dovevano avere danni in conseguenze del sisma. Lo abbiamo detto subito dopo la delibera». «Dopo la trasmissione Report, dove sono emersi ulteriori ed inquietanti altri aspetti e dove la Regione Abruzzo ha fatto una figuraccia meschina, forse qualcuno si e' reso conto che se ci avessero ascoltati si poteva mettere riparo a questa vergognosa vicenda. Rispondendo ad una mia sollecitazione, Chiodi aveva dichiarato alla stampa che gli interventi erano stati verificati dal provveditorato alle Opere Pubbliche, ma proprio il Provveditore Santariga, nei giorni successivi a questa dichiarazione, in una intervista su un quotidiano online ha smentito le dichiarazioni di Chiodi».

Intanto il deputato Giovanni Lolli ha inoltrato una prima interrogazione parlamentare su questa vicenda e il Pd ne sta predisponendo un'altra «alla luce delle ultime ulteriori novità».