Cittadinanza e Costituzione: finisce qui?

di Rodolfo Marchisio Pavone Risorse, 2.11.2011

Le scuole, vivono ormai di finanziamenti legati a progetti o filoni che arrivano, senza una regia generale, dall’alto o dall’esterno e sono prive di reale autonomia progettuale, perché prive di autonomia finanziaria (cfr anche i pesanti, ulteriori interventi previsti dalla manovra di fine estate sulla legge 440).

Dopo gli anni della sperimentazione delle attività legate a Cittadinanza e Costituzione, proliferano quest’anno i progetti e le proposte dal titolo Cittadinanza ed educazione…….

  • E’ stato proposto, a livello nazionale, il tema della educazione alla sicurezza come parte della formazione del cittadino

  • Nei mesi scorsi è stato riproposto, a livello regionale, il tema della educazione ambientale sempre in relazione alla cittadinanza (da USR-Piemonte e Pracatinat).

  • Stanno partendo progetti della Regione sull’Educazione alimentare (e cittadinanza) legati alle Fattorie Didattiche ed

  • E' attivo il bando dell’USR Piemonte sulla Educazione alla salute come momento di cittadinanza.

Il rischio però è che le scuole, alla ricerca di finanziamenti e per incomprensione del quadro generale (ormai confuso, anche perché la sperimentazione nazionale non ha prodotto una direttiva inequivocabile sulla introduzione della nuova attività nei vari ordini di scuola), trascurino o buttino via quello che hanno appena finito di provare (la formazione di un cittadino consapevole, attivo e critico secondo il filone bisogni – diritti – regole - Costituzione) e comincino a saltellare da un’educazione all’altra, a seconda di chi mette i soldi.

Perdendo la continuità del lavoro fatto, trascurando il quadro generale e fallendo la formazione complessiva: un cittadino non si può “fare a pezzi”.
Caso mai si può formare attraverso differenti esperienze, in vari momenti della sua vita ed in varie dimensioni della sua cittadinanza.
Facendo la spesa, mangiando una merenda o un’altra, usando la rete ed i social network in un modo distratto o in modo informato, avendo una relazione passiva o attiva col cibo, rispettando o meno l’ambiente, compiendo delle scelte consapevoli e non imposte o passive si dicono dei si o dei no a quanto ci viene proposto o imposto: si diventa quindi cittadini.

Allora:

  1. Le scuole e le Istituzioni che propongono i progetti (ed i finanziamenti) devono fare rete anche loro, tener conto della situazione e della offerta generale, pena il fare un passo indietro e ricadere in un dispersivo (anche dal punto di vista economico oltre che da quello educativo) “progettificio” che vive di episodi o di mode
     

  2. Occorre vedere la continuità fra quanto fatto e quanto in progetto, per evitare di “fare a pezzi” il cittadino e tener conto che la educazione del cittadino ha un tronco centrale: il filone bisogni – diritti – regole – partecipazione – democrazia, come presente nelle nostra Costituzione e come sperimentato nel progetto nazionale.
     

  3. Le varie Cittadinanza ed Educazione… , se non vogliono essere una moda passeggera devono integrarsi tra loro e con il tronco centrale.
     

  4. D’altra parte non solo si è cittadini in vari modi e momenti, ma il filo comune di tutte queste attività sono le due competenze base di cittadinanza:

a) la capacità (da formare) e la volontà (non scontata) di informarsi in modo corretto e completo

b) la capacità e la volontà di fare delle scelte (e di non subire o essere passivi); delle scelte consapevoli che tendano ad esprimere opinioni e volontà.

Non ci serve un bambino che sappia lavarsi bene i denti, ma non conosca i suoi bisogni ed i suoi diritti o che faccia una spesa intelligente, sappia leggere una etichetta, ma non rispetti l’ambiente o uno che rispetti l’ambiente, ma usi le TIC ed i social network in modo passivo e sprovveduto. Ci serve qualcuno che si formi a fare tutte queste cose insieme. Nella scuola e fuori.

Tenendo conto che il cittadino, la persona non si può dividere e che la

a. la capacità e la volontà di informarsi in modo corretto e completo

b. la capacità e la volontà di fare delle scelte e di non subire o essere passivi

sono le competenze base di cittadinanza, che fanno da filo conduttore, da denominatore comune (perché sono necessarie in tutti questi diversi contesti ed in altri ancora) che stiamo cercando di formare da anni.

In conclusione

Il futuro ed il successo delle reti e dei progetti di Cittadinanza (quindi anche di quelli relativi alle educazioni,) dipendono dalla continuità di lavoro nelle scuole, dal coordinamento della proposta alle scuole e dalla coerenza dei bandi e dei finanziamenti istituzionali. Per questo in Piemonte l’USR aveva fatto nascere reti e poli che agiscono sull’area Storia e Cittadinanza, coordinando i progetti sia nazionali che regionali.

Le reti continueranno a funzionare se ci sarà:

a) continuità nel lavoro pluriennale

b) un clima proattivo di confronto e collaborazione non episodici e non strumentali, legati ad un singolo finanziamento

c) continuità di finanziamenti e di collaborazioni interistituzionali

d) coerenza nella proposta di tematiche anche dall’alto.

I nuovi filoni sono una sfida fondamentale e devono essere letti come una declinazione in orizzontale verso le educazioni, non un passaggio da un nucleo più generale ad aspetti più “settoriali”, ma un calare quelle metodologie e quei percorsi formativi nelle loro declinazioni, cioè nei vari ambiti del nostro vissuto.