Profumo come Gelmini: parola di RSU

di R.P. La Tecnica della Scuola, 20.11.2011

Duro comunicato delle RSU del Politecnico di Torino: con Profumo il piano di privatizzazione dell'università avviato dai Governi precedenti verrà portato a compimento.

Iniziano i guai per il ministro Francesco Profumo.

Con un duro comunicato del 20 novembre le RSU del Politecnico di Torino, di cui Profumo è stato Rettore fino al giorno della sua nomina a ministro, sostengono di non “condividere l’ottimismo di certi gruppi politici e sindacali che si aspettano segnali di discontinuità nel processo oramai ventennale di dismissione dell’Università pubblica a spese di studenti, precari e personale tecnico-amministrativo”.

Le RSU del Politecnico parlano anche di un vero proprio “rapporto privilegiato di Profumo con la Gelmini, testimoniato dal fatto che il Politecnico, durante il mandato dell’allora direttore amministrativo dott. M. Tomasi, si è classificato ai vertici della graduatoria degli Atenei italiani, diventando miracolosamente primo nel 2010, quando Tomasi è entrato ufficialmente nell’entourage della Gelmini, andando a ricoprire l’incarico di direttore generale del ministero di viale Trastevere”.

“Affermare che Profumo ha avuto un ruolo determinante nella stesura della riforma Gelmini - proseguono le RSU - viene spontaneo, se si esamina il piano strategico del Politecnico che già nel 2007 impegnava l’Ateneo ad investire nella ricerca applicata, attirando finanziamenti privati che attualmente superano per entità quelli pubblici”.

Non solo, ma - sempre secondo le RSU - Francesco Profumo avrebbe avviato già negli anni passati un pesante piano di riorganizzazione che ha comportato “la chiusura di sedi decentrate, l’adozione del sistema contabile economico-patrimoniale e di un regime aziendalistico propri della legge Gelmini”.

“Tale percorso - aggiungono le RSU - è stato attuato ignorando il malessere di studenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo, disattendendo accordi integrativi di Ateneo e ignorando scioperi e manifestazioni”.

La conclusione è scontata: “E’ necessario alzare la guardia, mobilitare i lavoratori, i precari, gli studenti, poiché Profumo non sarà meglio di Gelmini. La deriva aziendalistica e privatistica della scuola e dell’università, perseguita da tutti i governi negli ultimi 20 anni, con il Prof. Francesco Profumo ministro, uomo delle banche e di Confindustria, rischia una brusca accelerazione e di giungere a compimento”.