Lavori post-sisma, già cancellate 23 scuole

Congelati 6 milioni di euro, verso un decreto bis con un nuovo elenco di edifici

di Andrea Mori Il Centro, 2.11.2011

PESCARA. Nell'elenco delle scuole abruzzesi alle quali sono destinate i fondi pubblici per la messa in sicurezza post-sisma c'era capitato anche un edificio che era stato nel frattempo già stato ristrutturato e messo a norma con altri finanziamenti. Un altro aveva subito lo stesso tipo di lavori grazie a una donazione privata e un'altra struttura ancora non era più semplicemente una scuola. A queste si aggiungono i casi già noti di Ortona (scuole che non avevano riportato danni dal terremoto e che sono quindi a norma) e dell'Aquila, dove l'ufficio del Commissario per la ricostruzione ha deciso di revocare i finanziamenti a cinque scuole perché sono adibite a seggio elettorale.

In tutto sono già 23 gli edifici scolastici depennati dall'elenco per complessivi 6 milioni di euro di finanziamenti. Un numero destinato a crescere dopo l'eco che la vicenda ha avuto negli ultimi giorni su stampa e tv nazionale (la trasmissione Report di Rai Tre) e che porterà a stilare un nuovo elenco dove le scuole non aventi diritto ai fondi saranno sostituite con altre che erano state inizialmente escluse.

Il progetto è quello denominato "Scuole d'Abruzzo, il futuro in sicurezza" e prevede un piano d'interventi per la riparazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici della regione dopo il terremoto nell'Aquilano del 6 aprile 2009. Sono 196 i milioni di euro concessi dal Cipe, 25 quelli richiesti ai Comuni (o Province) proprietari degli edifici, per un totale di 213 interventi di ripristino in 102 centri abruzzesi. Prerogativa vincolante degli interventi è che la scuole abbiano subìto danni dal terremoto e/o che non siano sicure.

La Regione si è attivata con il Cipe in base a un primo elenco compilato in base alle richieste dei sindaci ("soggetti attuatori") in modo da prenotare i finanziamenti. La polemica è scoppiata nel momento in cui gli amministratori dell'Aquila hanno visto dirottare i fondi gestiti dal Commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi verso altre scuole dove il terremoto non aveva comunque fatto danni. Perché?

Chiodi sulle pagine del Centro ha ammesso che probabilmente qualche sindaco ci ha provato («a fin di bene»), ma che la struttura di controllo avrebbe provveduto ad esaminare le richieste. Detto e fatto. Il responsabile della sua segreteria, Antonio Morgante, ci tiene a sottolineare come le verifiche sono partite a metà giugno «e non solo dopo il clamore che il caso ha suscitato»: «L'attività di controllo sugli stanziamenti del decreto 61 è iniziata con la scheda sintetica del 21 giugno con la quale viene chiesto ai soggetti attuatori di indicare il nesso di causalità tra danni e terremoto vincolante per avere i finanziamenti».

La prima scrematura è in corso, ma la possibilità che aumenti il numero delle scuole abruzzesi non in possesso dei requisiti viene data per scontata. Così come si vada verso il decreto bis.

«Credo che nelle prossime settimane sarà necessario formalizzare le esclusioni e rendere possibili gli interventi non previsti nel primo decreto», afferma Morgante che accenna all'inserimento degli edifici scolastici di Rocca di Mezzo, Castel di Sangro e della stessa L'Aquila. In questo fase tuttavia la macchina dei controlli si attiverebbe contestualmente alle richieste.