E' BUFERA DOPO LA TRASMISSIONE DI RAI 3 DI DOMENICA SERA SUL PIANO CIPE
TERREMOTO: REPORT SU ''SCUOLE SICURE'' di Giorgio Alessandri da AbruzzoWeb, 1.11.2011 L’AQUILA - È ancora altissimo il clamore suscitato dalla puntata di domenica sera della trasmissione televisiva Report sui fondi Cipe destinati alla riparazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici, il cosiddetto progetto “Scuole Abruzzo - il futuro in sicurezza”, presentato recentemente a Palazzo Chigi. Un piano da 221 milioni di euro per complessivi “213 interventi di ripristino degli edifici scolastici pubblici della regione”, come stabilito dal decreto 61 del maggio 2011 del commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi. Un provvedimento messo sotto accusa dal programma di Rai3, condotto da Milena Gabanelli, che sosteneva come le risorse destinate alle scuole colpite dal terremoto siano state in realtà distribuite a pioggia tra i vari istituti scolastici del territorio abruzzese. GUARDA L'ELENCO DELLE SCUOLE (file pdf) Nel decreto 61, nel quale si fa riferimento al decreto legge 39 dell’aprile 2009 poi convertito nella legge 77 sul terremoto, è scritto nero su bianco che è necessario individuare “una serie di interventi su tutti gli edifici scolastici della Regione Abruzzo che hanno avuto danni a seguito del sisma del 6 aprile 2009 o che comunque presentano gravi carenze, ulteriormente evidenziate dai medesimi eventi sismici, di natura strutturale tali da compromettere significativamente la sicurezza degli stessi in caso di nuovi fenomeni tellurici”. Burocratese e chiarezza del linguaggio non sono mai andati d’accordo ma è evidente come per accedere ai fondi fosse necessario il nesso di causalità, ovvero una correlazione diretta, tra terremoto e danno. È lo stesso responsabile della segreteria del commissario per la ricostruzione, Antonio Morgante, a dichiarare alle telecamere di Report la necessità dell’esistenza di questa condizione essenziale per autorizzare gli interventi. Rispondendo alla domanda del giornalista di Report Sigfrido Ranucci (che aveva obiettato “i soldi li avete dati alle scuole non colpite dal terremoto” ndr), Morgante ha dichiarato seccamente: “no, ci vuole il nesso di causalità”. Ed è curioso allora osservare come nel corposo elenco degli interventi pubblicato anche sul sito del commissario per la ricostruzione siano solo cinque quelli concessi al Comune dell’Aquila (Accademia delle belle arti, 300 mila euro; Interventi su diversi edifici scolastici di proprietà comunale 1,1 milioni; palestra scuola viale Giovanni XXIII, 855.634,81 euro; scuola infanzia Don Bosco, 325.450,71 euro; sistemazione edificio scolastico ex Irre, 200 mila euro). Il resto dei fondi sono distribuiti in maniera più o meno omogenea su tutto il territorio regionale con stanziamenti che variano dai 10,4 milioni (Istituto alberghiero di Roccaraso, uno dei più alti) ai 50 mila euro (scuola materna “Fiume” nel Comune di San Valentino in Abruzzo citeriore, provincia di Pescara) fino ai 30 mila euro (destinati ad alcune scuole materne nel comune pescarese di Scafa). Per tutti gli interventi, come ha spiegato anche Morgante a Report, verrà analizzata la scheda progettuale per verificare l’esistenza del nesso di causalità prima dell’erogazione. Per questo, per esempio, sono spariti dalla bozza di elenco i fondi destinati per le scuole di Ortona. Altri edifici, invece, rimangono curiosamente nell’elenco, come la scuola materna, elementare e media “IV novembre” di Castel del Monte (L’Aquila) per cui sono previsti 300 mila euro. Soltanto che da circa una decina d’anni quell’immobile ospiti gli uffici del Comune. Verosimilmente anche quest’intervento verrà depennato a seguito di ulteriori accertamenti ma è lecito chiedersi se prima di compilare l’elenco degli edifici su cui operare fosse stato il caso di verificare preventivamente l’opportunità di finanziamento dei lavori al quale era possibile accedere attraverso una scheda di autocertificazione inviata ai Comuni dopo la pubblicazione del decreto 61. Da quanto appreso la Struttura per la gestione dell'emergenza ha lavorato in stretto contatto con la direttrice dell'ufficio scolastico regionale, Giovanna Boda, conoscere quali erano quegli edifici che sarebbero stati interessati dalla riforma e quindi avrebbero perso la destinazione di scuola. In esito a questa attività sono decine gli edifici stralciati dall'elenco, tra cui Ortona, Arsita e Castel del Monte. Perché se è vero, come dice il commissario Chiodi, che la sicurezza degli studenti abruzzesi “è un’esigenza primaria” è altrettanto giusto pretendere che i soldi vengano utilizzati da chi effettivamente abbia ricevuto danni dal terremoto e spenda i fondi in maniera corretta, senza bypassare leggi sul terremoto e decreti, ma soprattutto quella che è l’umana decenza. |