Gli studenti tornano in piazza Previste mobilitazioni in 20 città da Torino a Palermo La Stampa, 2.11.2011
ROMA Ad annunciarlo gli stessi studenti della rete della Conoscenza, spiegando che «dopo il 7 ottobre, in cui 150.000 studenti si sono mobilitati nel paese, e il 15 ottobre a Roma, con mezzo milione di persone in piazza di cui 50.000 studenti, le questioni che il movimento studentesco pone al governo non sono ne esaurite ne risolte. I giochi di potere - aggiungono - vogliono far scivolare il dibattito dai temi e dai problemi reali del paese alla spirale violenza/repressione». «Non possiamo accettare le parole del sindaco Alemanno il quale vuole ridurre il movimento a un problema di ordine pubblico, con le sue dichiarazioni antidemocratiche - dichiara Andrea Capalti dell’UdS Roma - Non accettiamo i suoi divieti e per questo nella giornata di domani ci mobiliteremo partendo dalle nostre scuole facendoci sentire da tutta la città». Nel resto paese mobilitazioni sono previste per il 4 novembre in 20 città. Da Bari a Torino, da Palermo a Milano, da Napoli a Genova gli studenti torneranno ad invadere le strade della città. «Vogliamo riprendere il filo delle lotte partite sin dal primo giorno di scuola - dichiara Mariano di Palma, coordinatore nazionale UdS - stanno partendo accampate nelle piazze del paese, le scuole stanno cominciando occupazioni ed autogestioni, tra gli studenti c’è voglia di cambiamento nelle proprie scuole, nel paese e nell’intero pianeta. Il 3 a Roma e il 4 in tutto il paese dimostreremo che non ci siamo fermati e rilanceremo la data di mobilitazione internazionale del 17 Novembre, ripresa anche dagli occupanti di Wall Street e in tanti altri paesi, grazie ad un appello che abbiamo tradotto in più lingue.» «Mentre in Grecia - conclude Claudio Riccio portavoce nazionale della Rete della Conoscenza - qualcuno si rende conto che magari è il caso di sottoporre le scelte economiche ad una consultazione referendaria, in Italia Berlusconi pur di salvare la poltrona promette alla BCE di massacrare lo stato sociale e alzare le tasse nelle università con il benestare di tutta la politica italiana. Non rimarremo a guardare». |