Tra Pd e Gelmini si discute anche di A.G. La Tecnica della Scuola, 15.3.2011 L’on. Ghizzoni presenta un’interrogazione per la mancanza del ‘campo’ appropriato nella modulistica diffusa dal Miur in vista delle finali di Nove: così li discriminano. Intanto fioccano le critiche all’intervista rilasciata dal Ministro a Fazio: l’accusa principale è il voler continuare a negare l’evidenza, fatta di tagli pesantissimi. Ormai tra il Pd ed il ministro Gelmini siamo alla guerra aperta. L’ultimo attacco del Partito democratico è arrivato il 14 marzo e riguarda la partecipazione degli studenti disabili alle competizioni sportive scolastiche nazionali di fine anno: secondo la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, la presenza di studenti disabili sarebbe stata quest’anno per la prima volta clamorosamente non prevista, tanto da dimenticare il ‘campo’ appropriato nella modulistica diffusa dal Miur in vista delle iscrizioni alle Finali nazionali dei Giochi sportivi studenteschi della disciplina Corsa campestre che si svolgeranno il giorno 20 marzo 2011 presso Nove, in provincia di Vicenza. La Ghizzoni è così convinta di quel che dice da averci già presentato un’interrogazione parlamentare: "l'esclusione dei ragazzi disabili dalle finali dei giochi sportivi studenteschi è gravissima e in netto contrasto con le norme di legge sull'integrazione scolastica, che da sempre costituisce un punto di forza del nostro sistema educativo". Nell’interrogazione, la deputata Democratica ha chiesto al ministro "per quali ragioni questa modulistica non prevede quella abitualmente prevista per gli studenti disabili. E poi, come il Ministero intenda ovviare ad una situazione discriminatoria che contrasta con la piena inclusione di questi alunni, anche attraverso progetti di diversità motoria e sportiva, quale obiettivo prioritario della scuola dell'autonomia". Intanto, fanno discutere le affermazioni del ministro Gelmini, rilasciate durante la trasmissione "Che tempo che fa": stavolta in difesa dei disabili è scesa la responsabile dell'ufficio politiche disabilità della Cgil, Nina Daita, secondo cui "sostenere che non ci siano stati tagli alle ore di sostegno per gli studenti disabili è una grande ipocrisia: con quale faccia tosta il ministro Gelmini si è presentata in tv negando i tagli quando ci sono sentenze di tribunali amministrativi che ne hanno certificato la presenza e ne hanno decretato il carattere discriminatorio". Per la dirigente sindacale "un Governo forte investe sui più deboli, sui suoi cittadini più deboli, perché sono loro ad averne bisogno. Al contrario escludere i bambini con disabilità, tentare di ridurre il loro legittimo diritto all`istruzione, è invece una vera debolezza del governo italiano. Va ricordato alla Gelmini - continua - che il modello dell`inclusione scolastica portato avanti dalla nostra scuola pubblico ha trasformato la categoria dei disabili da assistiti a lavoratori. Le famiglie dei disabili sono molto preoccupate dalle sue parole perché - conclude - è in gioco non solo il futuro o il diritto all`istruzione ma la stessa convivenza pacifica nel Paese". Sul cattivo servizio dei collaboratori scolastici, accennato dalla Gelmini, si è soffermata Francesca Puglisi, responsabile scuola segreteria Pd: “forse il ministro Gelmini non lo sa ma nel nostro Paese abbiamo più scuole che caserme. I collaboratori scolastici in Italia sono 132 mila e non 200 mila divisi su 42 mila scuole. Le caserme dei Carabinieri sono 4623. Il prossimo anno, dopo l'ennesimo taglio di questo Governo, i collaboratori scolastici diventeranno 125 mila, praticamente in ogni scuola ci saranno poco più di due bidelli per tenerle aperte e pulirle ogni giorno”.
Il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna, si è invece voluto
soffermare “sui professori pagati poco perché troppo numerosi:
inviterei il ministro – ha detto il sindacalista a preoccuparsi
della circostanza per la quale in Italia abbiamo il maggior numero
di politici (come evidenziato in una recente ricerca della Uil)
rispetto agli altri paesi europei e i meglio pagati”. Per Di Menna,
quindi il vero nodo “resta quello delle risorse, quali scelte si
intendono perseguire per il nostro sistema di istruzione. I dati
Ocse pongono l’Italia agli ultimi posti nel rapporto spesa per
istruzione-Pil. L’Istat ci ha ricordato che siamo passati dal 4% al
3,7% riducendo ancora di più la quota di ricchezza nazionale
destinata all’istruzione (a fronte di una media europea del 5,1%)”. I dati la smentiscono clamorosamente. Dal prossimo anno ci saranno meno 19.700 docenti e 14.500 ATA che si aggiungono ai clamorosi tagli degli ultimi due anni. Altro che contenimento della pianta organica”. E ancora: “è gravissimo che la Gelmini affermi con leggerezza che non si appassiona al dibattito tra scuola pubblica e privata. Le vogliamo ricordare – conclude Pantaleo - insieme alle centinaia di migliaia di persone scese in piazza sabato scorso, che è un Ministro della Repubblica e che la Costituzione sulla quale ha giurato garantisce l'istruzione pubblica a tutti i cittadini. Se non si appassiona cambi mestiere!”. |