Pd. Non è vero che da Tuttoscuola, 14.3.2011 Il ministro Gelmini, intervenendo da Fabio Fazio nella trasmissione di Raitre “Che tempo fa”, ha parlato, tra l’altro, di retribuzione degli insegnanti italiani, riconoscendo che gli stipendi sono al di sotto della media europea, ma che la principale causa di ciò è dovuta all’alto numero di docenti. Se i docenti fossero meno, con la stessa spesa si potrebbe, insomma, assicurare uno stipendio medio più elevato. “Un insegnante di scuola superiore – ha detto il ministro – con 15 anni di anzianità guadagna 20 mila euro in meno del collega tedesco. Questo non è giusto, ma se si aumenta il numero dei docenti all’infinito finiscono per essere proletarizzati”. Le parole del ministro sono destinate ad aprire, con tutta probabilità, un nuovo dibattito sulla scuola pubblica. Le prime reazioni si sono avute immediatamente con una presa di posizione di Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd che ha affermato “Il rapporto alunni/insegnanti era perfettamente allineato alla media europea, se togliamo quelli di religione e di sostegno che altrove pesano sul bilancio di welfare e sanità e non sull’istruzione”. Quel “era perfettamente allineato” di cui parla la Puglisi è riferito, probabilmente, al rapporto alunni/docenti prima della manovra Tremonti-Gelmini del 2008. Se questo è il riferimento, la stima della responsabile scuola del Pd non coincide per niente con quanto precisato nel “Quaderno bianco sulla scuola” prodotto nel settembre 2007 dai ministri Fioroni e Padoa Schioppa alcuni mesi prima della fine dal Governo Prodi. Nel “quaderno” si precisa che, rispetto alla media Ocse di 7,5 docenti ogni 100 alunni, l’Italia aveva un rapporto di 9,1, contro l’8,3 della Francia, il 6,6 della Germania, il 6,9 della Gran Bretagna, il 6,5 degli Stati Uniti e il 7,1 del Giappone. Svezia e Finlandia avevano un rapporto rispettivamente del 7,8 e del 7,6. Più vicini alla situazioni italiana erano la Spagna (9,3 docenti ogni 100 alunni) e la Grecia (12). |