Scuola
I prof rifiutano giudizi dai genitori: Coro di no ipotesi Miur valutazione insegnanti da parte famiglie TM news, 28.3.2011 Roma, 28 mar. (TMNews) - Gli insegnanti della scuola pubblica non sembrano proprio gradire la possibilità che la valutazione del loro operato, utile all'accesso ai nuovi premi di 'produzione' annuale, possa dipendere dal giudizio dei genitori: l'ipotesi, prevista dalla sperimentazione presentata nei giorni scorsi dal Miur, è stata oggi fortemente criticata dalla Gilda degli insegnanti, che ha anche ricordato il recente episodio della docente del liceo Parini di Milano, costretta a chiedere il trasferimento a causa delle pressioni e delle continue ingerenze da parte dei genitori degli alunni. "Questa vicenda - dichiara il coordinatore nazionale, Rino Di Meglio - è soltanto uno dei tanti casi di mobbing ai danni degli insegnanti: chiedere ai docenti di essere meno rigorosi nei confronti degli studenti significa pretendere la sufficienza senza il necessario impegno per ottenerla. Le famiglie - continua il sindacalista - devono rendersi conto che a scuola i voti non si regalano e che i buoni risultati si conquistano studiando. Se davvero i genitori venissero coinvolti nella valutazione dei docenti, a essere premiato non sarebbe il merito, ma soltanto la 'magnanimità' nell'elargire voti". La conclusione del sindacato è che la considerazione pubblica di cui godono i docenti italiani è sempre più scarsa: "a dimostrarlo - sottolinea il coordinatore nazionale della Gilda - è anche la decisione del ministero dell'Economia di cancellare la detrazione fiscale di 500 euro per le spese professionali: un ulteriore schiaffo a una categoria di lavoratori sempre più vessata e sottovalutata". Anche il periodico Tuttoscuola si è oggi soffermato sulla possibile valutazione dei docenti da ricondurre al giudizio dalle famiglie: "c'è un luogo istituzionale nel quale possono maturare condizioni favorevoli sia all'incontro che, se necessario, allo scontro (in un clima di reciproco rispetto) tra docenti e genitori: è il Consiglio di classe", che in alcuni "casi vede un'ampia presenza di genitori". Questa formulazione, ha continuato la redazione della rivista, "può favorire la collaborazione tra famiglie e insegnanti, ma si presta anche ad invasioni di campo da parte di genitori con vocazione 'interventista' (che a volte sono anch'essi insegnanti, o docenti universitari, o medici, o psicologi, o giornalisti)".
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