Per protestare contro Berlusconi rimane con la classe in corridoio: interrogazione alla Camera

di A.G. La Tecnica della Scuola, 7.3.2011

I fatti riguardano una maestra dell'istituto comprensivo Montessori di San Giuliano Milanese, che in tal modo ha deciso di protestare contro le esternazioni del presidente del Consiglio sulla scuola pubblica. Per l'on. Paola Frassinetti (Pdl), vicepresidente Commissione Istruzione della Camera, non vi sono dubbi: č un fatto molto grave, con i bimbi costretti a subire una condizione di inaccettabile disagio.

Si moltiplicano le situazioni scolastiche anomale di cui i parlamentari, a turno, chiedono spiegazioni al ministro Gelmini. Stavolta i fatti riguardano una maestra dell'istituto comprensivo Montessori di San Giuliano Milanese, che avrebbe deciso di protestare contro le esternazioni del presidente del Consiglio sulla scuola pubblica - “libertā vuol dire avere la possibilitā di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato” - facendo svolgere una lezione in corridoio: come risposta alle richieste di spiegazioni da parte della propria dirigente scolastica, sui venti alunni della prima classe costretti a sedersi a terra e attendere chissā cosa, la maestra avrebbe prima continuato a far sostare i propri alunni nello stesso corridoio per un'ora e mezza, per poi spostarsi solo nella palestra dell’istituto.

L’opinione pubblica ha condannato il gesto. Mentre per i genitori degli alunni, la maestra non avrebbe condotto alcun comportamento illecito o sopra le righe. Chi non sembra avere avuto dubbi č l'on. Paola Frassinetti (Pdl), vicepresidente della Commissione Istruzione della Camera: "il gesto dell'insegnante – ha detto - č molto grave in quanto ha coinvolto bambini che, per circa due ore, sono stati costretti a subire una condizione di inaccettabile disagio". La rappresentante del Pdl ha anche presentato un'interrogazione parlamentare al ministro Gelmini: ha spiegato di aver preso questa decisione per sapere "se il Ministro sia a conoscenza dell'episodio e, effettuate le opportune verifiche del caso, quali misure intenda adottare al fine di scongiurare il ripetersi di tali episodi".

Comunque vada a finire, anche se il ministro Gelmini non dovesse rispondere, la tendenza a coinvolgere alunni e studenti nelle diatribe politiche sembra che non si plachi: senza entrare nel merito, č evidente, non c’č bisogno di aprire manuali di etica o di buon senso per sostenerlo, che in questo modo i giovani che frequentano le scuole rischiano di essere penalizzati due volte.