Liceo Parini, prof in fuga dalle mamme
Milano, in 5 chiedono il trasferimento: di Fabio Poletti La Stampa, 24.3.2011 MILANO. Al liceo Parini di Milano è scoppiata la lotta di classi. Genitori contro insegnanti, insegnanti contro genitori. «Una madre mi ha dato della fallita perché suo figlio ha voti bassi. Le ho detto che suo figlio non studia. Lei mi ha risposto che non posso scaricare su di lui le mie frustrazioni», racconta una delle cinque insegnanti del prestigioso liceo bene di via Goito che ha fatto domanda ufficiale per essere trasferita altrove. Un’altra insegnante giura di essere stata insultata da una mamma perché sua figlia si era meritata una nota di biasimo: «Insulti pesantissimi irripetibili. E più i genitori sono ricchi più sono maleducati. A questo punto preferisco lasciare con profonda amarezza e grande dispiacere». Morale della favola immorale: cinque docenti stanchi di avere a che fare con «mamme e papà che vogliono insegnarci il nostro mestiere» hanno alzato bandiera bianca. Fallita la mediazione del preside Carlo Pedretti che già due mesi fa aveva cercato di far abbassare i toni: «I genitori che per qualsiasi ragione personale abbiano motivi di critica nei confronti di un docente non devono avere atteggiamenti aggressivi o offensivi». Inutile il tentativo di arginare la presenza di solo due o tre genitori, come consente la legge, ai consigli di classe. Nelle sezioni A, B ed E del liceo intitolato ad uno dei massimi esponenti dell’Illuminismo italiano, si spengono le luci della ragione e si fa strada il metodo fai-come-dico-io mai contemplato neanche dalla pur lungimirante Maria Montessori. Nella scuola dove in un cinquantennio sono finiti sul banco degli imputati i ragazzi della Zanzara perché troppo liberali e quelli che allagarono la scuola perché troppo idioti, adesso si avanza un nuovo modello di educatore. Quello del genitore con pargolo a carico e con tutta probabilità il Suv in doppia fila. Qualche insegnante ha già chiesto il trasferimento, un paio si sono messi in malattia nell’attesa di vedere quello che succede. Gli studenti sono divisi - si registrano casi di entusiasmo all’idea che si levino di torno insegnanti con la penna troppo rossa - e i genitori pure. Raffaella Castellani, genitore e presidente del consiglio d’Istituto, cerca di salvare capra e cavoli. Che ci sia qualche capra lo ammette pure lei, a suo dire più tra gli insegnanti che i genitori: «C’è una minoranza di padri e madri che difende i figli ad oltranza. Ma ci sono anche insegnanti inadeguati che non sanno fare il loro mestiere, hanno cambiato quattro scuole in quattro anni e qualcosa vorrà pur dire, danno i voti come capita rendendo difficile il rapporto con i ragazzi che non sanno più come comportarsi». Ma alla fine sono tutti cavoli di questa scuola assai prestigiosa, molto ben frequentata, molto in centro a Milano: «La maggior parte dei genitori vuole una scuola che funzioni. Il lassismo non c’entra. E’ l’esatto contrario. A tutti noi interessa una scuola che sia rigorosa. Se a qualcuno non va - genitori o insegnanti che siano - ci sono tante altre scuole, anche in centro». Dagli uffici del direttore scolastico provinciale di Milano ufficialmente non risultano prese di posizione. Non pervenuto un intervento del ministro Mariastella Gelmini. E così rimane questo tutti contro tutti che fa bene a nessuno: prima di tutto alla scuola e al suo buon nome, poi a quegli studenti che i cattivi maestri se li sono trovati senza nemmeno uscire di casa. |