Gelmini e Berlusconi Mattia Nesti Newnotizie, 14.3.2011 Non è proprio piaciuta, al Popolo delle Libertà e a tutto il Governo, la manifestazione per la Costituzione che, sabato scorso, ha visto centinaia di migliaia di italiani scendere nelle piazze di tutta Italia; proprio contro i punti cardine della mobilitazione, la difesa della Costituzione (e della magistratura) e della scuola pubblica, sono arrivati oggi gli attacchi del premier Silvio Berlusconi e della ministra Gelmini, ospite a "Che Tempo che fa" di Fabio Fazio. "Chi questa volta si tirerà indietro non avrà nessuna giustificazione. - ha detto il Cavaliere in merito alla riforma della magistratura, con un videomessaggio ai "Promotori della Libertà" - Tra tutte le dittature la peggiore è quella dei giudici". Un attacco cui ha fatto eco, nel pomeriggio di oggi, il ministro della giustizia Angelino Alfano, intervistato da Lucia Annunziata a "In mezz'ora", che ha sostenuto il testo della riforma della giustizia approvato dal Consiglio dei Ministri spiegando che "un Potere senza responsabilità è un assoluto arbitrio; in Italia, a differenza di tutti i Paesi occidentali, la magistratura è un potere senza responsabilità, un potere che alcune teologie non attribuiscono neanche a Dio. <...> Non temo uno sciopero dei magistrati". Anche Mariastella Gelmini, intervistata sempre su RaiTre da Fabio Fazio, non si è certo affidata alla diplomazia per commentare le manifestazioni di sabato, che, in seguito anche alle parole del premier sulla scuola pubblica (accusata di "inculcare idee in disaccordo con le famiglie italiane"), hanno messo al centro anche la difesa del diritto allo studio e la battaglia contro qualsiasi privatizzazione del mondo del sapere. "Gli insegnanti sono pagati pochissimo - ha spiegato - perche' sono troppi. <...> Ci sono più bidelli che carabinieri per avere delle scuole sporche <...> e molti di quelli scesi in piazza mandano i figli alla scuola privata". Abbandonata la strategia che prevedeva di ridimensionare il movimento a colpi di dichiarazioni pubbliche, il Presidente del Consiglio e la ministra dell'Istruzione, pur di non rispondere nel merito dei disastri prodotti dal Governo in tema di giustizia e scuola (a partire da classi sempre più sovraffollate e tribunali privati dei più basilari prodotti di cancelleria), hanno ormai deciso di attaccare frontalmente qualsiasi espressione di opposizione verso le loro azioni. "Prima ti ignorano, - scriveva qualche decennio fa il Mahatma Gandhi - poi ti deridono, poi ti combattono e poi vinci". Al popolo italiano della Costituzione e della scuola pubblica, adesso, come un tempo, non resta che vincere. |