IL CASO

Disabili, centinaia di sentenze
condannano i tagli della Gelmini

I casi di La Spezia e Foggia portano alla luce sentenze in tutte Italia che accolgono le denunce delle famiglie e impongono di ripristinare le ore di sostegno. E scoppia il caso Milano: il prossimo anno le elementari rischiano di avere classi con disabili sovraffollate

Salvo Intravaia la Repubblica 29.3.2011

Alunni disabili privati del sostegno per mesi, classi che ne ospitano "troppi" e, come se non bastasse, sovraffollate. Per far quadrare i conti nella scuola pubblica, il governo Berlusconi ha di fatto tagliato il sostegno agli allievi più deboli: i portatori di handicap. E le associazioni che difendono i diritti dei disabili denunciano "tagli indiscriminati alla spesa per l'istruzione statale, con conseguente sovraffollamento delle classi", e preoccupanti "forme di concentrazione di soli alunni con disabilità in totale violazione della normativa apparentemente integra sull'inclusione scolastica".

Dopo l'articolo pubblicato da Repubblica.it 1, il vaso di Pandora dei "tagli" al sostegno operato dalla coppia Tremonti-Gelmini è stato scoperchiato. E a poco valgono i numeri citati dalla ministra sull'incremento dei posti in organico di sostegno, perché i tribunali certificano che il taglio c'è stato. Secondo il dossier sui tagli agli organici pubblicato qualche giorno fa dalla Cisl scuola, "il tetto dei 90 mila posti in organico di sostegno "è stato superato di circa 4 mila unità posti nell'anno scolastico 2010/11 per effetto della sentenza 80/2010 della Corte Costituzionale".

In appena 7 mesi di scuola, sono state 4 mila le sentenze di condanna emesse dai Tar di tutta Italia a favore degli alunni disabili. Cui occorre aggiungere 4 milioni di spese legali sostenute dall'amministrazione. L'ultima notizia arriva dalla Puglia: appena tre settimane fa, il Tar locale ha condannato l'amministrazione scolastica pugliese 2 ad integrare le ore di sostegno a ben 60 alunni disabili di tutti gli ordini di scuola. Altre 88 sentenze sfavorevoli al ministero sono state pronunciate dal Tar di Napoli. E la direzione scolastica regionale della Sicilia è stata condannata ad un maxi pagamento delle spese legali.

Nonostante la sentenza della Corte costituzionale del febbraio scorso, che giudica illegittimo il tetto agli organici di sostegno imposto dal precedente esecutivo, per oltre metà dell'anno scolastico genitori e figli dei 60 alunni vincitori del magaricorso pugliese si sono dovuti accontentare, di quel che passava il convento. "Nei confronti di ognuno dei minori - recita la sentenza dello scorso 3 marzo della sezione di Bari - con apposita diagnosi funzionale, l'Unità multifunzionale medica della A. S. L. ha richiesto la presenza in classe di insegnante di sostegno per un numero determinato di ore", ma "con gli impugnati provvedimenti dirigenziali gli istituti scolastici presso i quali gli alunni sono iscritti per l'anno scolastico 2010/2011 hanno ridotto le ore di presenza dell'insegnante di sostegno".

Quella di Bari è solo una delle tantissime sentenze che condannano il ministero a restituire il maltolto agli alunni disabili incappati nelle cesoie del governo. "Nel solo mese di gennaio - denuncia Giusppe Adernò, preside dell'istituto Parini di Catania - il Tar di Palermo ha emesso 35 sentenze a favore di altrettante richieste dei genitori che reclamavano il diritto di avere assegnato il docente di sostegno" per i propri figli. Il Tar ha inoltre condannato "la Direzione scolastica regionale e gli Uffici scolastici provinciali a provvedere alla nomina dei 35 docenti e a pagare le spese connesse al procedimento: circa tremila euro per ogni sentenza".

Tra ottobre e dicembre, i giudici amministrativi siciliani hanno emesso altre 34 sentenze analoghe, per un totale complessivo di circa 200 mila euro di spese legali a carico dell'amministrazione. Qualche esempio concreto? Al piccolo N. P., che frequenta la scuola elementare Giovanni XXIII di Palermo, sono state assegnate quest'anno soltanto 15 ore settimanali di sostegno, mentre ha diritto a 24 ore alla settimana. Mentre a due ragazzi con disabilità grave che frequentano l'istituto tecnico commerciale Sciascia di Agrigento sono state assegnate 9 ore settimanali, in luogo delle 18 a cui hanno diritto.

Ma non solo: due giorni fa a Milano è scoppiato il caso delle classi prime elementari con disabili che il prossimo anno sforeranno il tetto massimo di 20 alunni, potendo senza limite arrivare a 27 alunni. A chiederlo è stato l'Ufficio scolastico regionale della Lombardia con una apposita circolare. "Classi da 27 bambini sono già una follia - tuona Giovanni Del Bene, preside del comprensivo Cadorna - ma i disabili non possono stare in ambienti così affollati". "L'anno prossimo - spiega - in una mia prima ci sarà un alunno autistico molto grave: solo il rumore lo mette in difficoltà. Come faccio a metterlo in una classe con altri 26 alunni?".

Ma cosa prevede la normativa? In presenza di disabili, specialmente se gravi, è prevista la riduzione del numero di alunni a 20. E va da sé che in una classe non bisognerebbe inserirne più di uno. Ma la realtà è un'altra. Quest'anno, le classi con oltre due alunni H, da tre in su, sono migliaia. E in alcuni casi si arriva anche a quattro. Per questa ragione la mozione dell'ultimo congresso Fish (la Federazione italiana superamento handicap) parla di "tagli indiscriminati alla spesa per l'istruzione statale con conseguente sovraffollamento delle classi" che "stanno determinando forme di concentrazione di soli alunni con disabilità in totale violazione della normativa apparentemente integra sull'inclusione scolastica".

E "chiede a tutti i Parlamentari di far propria una proposta di legge della Fish che riprenda i temi trattati nella relazione al fine di assicurare una effettiva attuazione della Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità" e "rinnova e sollecita l'incontro di confronto e chiarimento con il ministro dell'Istruzione avanzata insieme da Fish e Fand (Federazione nazionale tra le Associazioni delle Persone con Disabilità).