Il Risorgimento, questo sconosciuto, da TuttoscuolaNews, n. 480 21.3.2011 Buona parte delle memorie e delle rievocazioni per i festeggiamenti del 150° dell’unità d’Italia è stata riservata a rievocare il Risorgimento, come momento storico decisivo in cui l’unità dello Stato si è realizzata. La notevole partecipazione popolare a questi festeggiamenti, andata forse oltre le migliori previsioni, la si deve forse anche al fatto che nella memoria di milioni di Italiani gli eventi e i protagonisti del Risorgimento sono ben presenti e saldi, grazie anche a quanto da ragazzi hanno appreso sui banchi di scuola. Chissà se alle prossime celebrazioni, fra mezzo secolo, le generazioni adulte che andranno a festeggiare i 200 anni dell’unità d’Italia, avranno, come quelle odierne, le stesse memorie del Risorgimento come momento storico fondativo. Ci permettiamo di dubitarne, perché le memorie degli eventi storici importanti e i sentimenti e le emozioni in cui esse si originano avvengono normalmente in una età propizia, in cui la mente è particolarmente aperta a ricordare e fissare, come avviene durante la scuola elementare e la scuola media. Ma oggi, come Tuttoscuola ha già ricordato, i programmi di storia per la scuola primaria e per la secondaria di I grado non prevedono l’insegnamento né del Risorgimento né degli eventi e dei personaggi che hanno fatto l’unità. Di Risorgimento si parla alla fine del terzo anno della secondaria di I grado insieme ad altri momenti storici dell’età moderna, con il rischio di essere trattato fugacemente. I nostri ragazzi dovranno attendere le superiori per saperne un po’ di più, sperando che basti per ricordare da adulti, fra mezzo secolo, le ragioni dei futuri festeggiamenti dell’unità d’Italia. Senza dimenticare che circa 120 mila studenti delle superiori ogni anno lasciano qualsiasi percorso educativo, non arrivandoci proprio quindi a studiare il Risorgimento. |